Dall’inizio della crisi e in particolare dall’entrata in campo di Monti che ha inaugurato l’era infinita dell’austerità, lo Stato italiano ha realizzato nelle manovre finanziarie notevoli “risparmi”, ma essi sono andati di pari passo ad una caduta verticale degli “investimenti” pubblici in modo praticamente trasversale a tutti i settori della vita sociale, che sono proprio quelli che servono ad esempio per la manutenzione delle strade, la messa in sicurezza degli edifici pubblici, la prevenzione di disastri ambientali… Insomma, più lo Stato ha risparmiato, più ha tolto, cancellato, letteralmente MANDATO IN ROVINA il nostro paese! Inutile qui dire l’elenco infinito dei disastri che si sarebbero potuti evitare o perlomeno limitare con la giusta manutenzione e con adeguati investimenti pubblici, basta ricordare il recentissimo crollo del viadotto di Lecco! Ma come mai, se lo Stato risparmia, – perché il debito pubblico SAREBBE IL SOLO E UNICO PROBLEMA – tali risparmi non si convertono in servizi aggiuntivi, in risorse per affrontare l’emergenza, come ce la cantano giornalmente in tutte le salse da anni i media di regime?!?!?!?!?!? La spesa è un problema, quindi il risparmio, i TAGLI AGLI SPRECHI, sarebbero la soluzione, non è forse vero? Iniziamo a vedere l’effetto dei tagli o se preferite dei risparmi, sul comparto sanità: “La spesa sanitaria italiana è del 28,7% più bassa rispetto ai Paesi EU14, con una forbice, anche in percentuale del PIL, che si allarga anno dopo anno…” Qui trovate la fonte di tali dati.
Possiamo continuare con la spesa per l’istruzione:
Ocse: Italia penultima per spesa, record di Neet e prof anziani
venerdì 16 settembre 2016 – Edscuola – da Il Sole 24 Ore – di Alessia Tripodi
Una spesa pubblica scesa del 14% in 5 anni – che mette l’Italia al penultimo posto dopo l’Ungheria – record di insegnanti over 50 (con salari in calo) e di Neet, cioè di ragazzi che non studiano e non lavorano… L’articolo continua qui.
InZomma, sia se l’analizziamo per settori, – salute, istruzione, servizi… – sia se l’analizziamo in termini assoluti, l’Italia risulta tra i paesi dell’area euro con la spesa pubblica più bassa! Ed è tale spesa – che per i liBBeristi di tutte le salse che invadono con le loro blaterazioni la tv sarebbe ABNORME, PESO IMMORALE SULLE SPALLE DEI FIGLI, IMPRODUTTIVA, BRUTTA, SPRECO DA TAGLIARE… – che è rimasta in termini reali praticamente INVARIATA tra il 2005 e il 2015! Certo il debito pubblico continua a salire, ma siamo sicuri che sia questo il problema? SI! Siamo sicuri che il debito pubblico NON è il problema e ce lo certifica la stessa Commissione europea oltre che prestigiosi istituti di ricerca tedeschi. Qui l’articolo. Per chi non ha la pazienza di aprire i link e leggersi gli articoli riporto dei brani significativi:
“Il primo, certificato EU e già qui ricordato, è che l’Italia mai, nemmeno per un momento, è stata a rischio default. Lo certifica la stessa Commissione Europea nel suo Fiscal Stability Report…”, “…l’economista Bernd Raffelhüschen, professore di Scienze finanziarie presso l’Università di Friburgo, ha ribadito che l’Italia è il Paese che ha il debito pubblico più sostenibile dell’eurozona! “
Per collegare i puntini fra una frase e l’altra ripeto che l’articolo dovete leggervelo da soli. Però non fatevi trarre in inganno dalle conclusioni, dove l’autore dice che siccome l’Italia è il paese che più di ogni altro ha applicato i vincoli di bilancio imposti dall’UE, avrebbe quindi titolo per “chiedere”, “pretendere”, “realizzare” un maggiore flessibiltà e incrementare così gli inesistenti investimenti pubblici rilanciando la domanda interna ( i consumi) e incrementando il pil (la ricchezza prodotta dagli italiani). Le avrete sentite tutti le farneticazioni del buon Renzi, che addirittura si è spinto a dire “…non possiamo accettare che crollino le scuole per rispettare le regole di bilancio europee!” Eppure lui insieme ai suoi predecessori (Letta e Monti) sono stati i campioni di austerità: se riduci il deficit e porti il tuo paese al “pareggio di bilancio” ,e applichi addirittura il Fiscal compact allora significa che accetti con leggerezza di continuare a impoverire il tuo paese e a tagliare le risorse per la sicurezza e lo stato sociale! Ma al di là degli slogan politici, il motivo per cui i garzoni di bottega che si sono succeduti negli ultimi tre governi hanno “curato” la gamba sana dell’Italia, cioè la spesa pubblica con cui dal dopoguerra ad oggi gli italiani tutti hanno visto migliorare le loro condizioni di vita, non è certo per ignoranza o per incompetenza. Essi infatti hanno lavorato al servizio dei creditori esteri, gli stessi che attraverso il controllo del mercato dei capitali e degli spread dettano le regole del gioco: limitare la democrazia (per ESSI sinonimo di populismo), azzerare le tutele sul lavoro, demonizzare tutto ciò che è pubblico spingendo l’ex-Stato a privatizzare i servizi. Se vi ricordate la “crisi” è iniziata da una banca statunitense, la Lehaman Brothers, che a causa delle speculazioni dei mutui subprime fallì spalmando la voragine di insolvenze accumulate nel sistema bancario di tutto il mondo. Per chi non lo sapesse i mutui subprime sono ad alto tasso di insolvenza proprio perché dati a persone con lavori precari e senza tutele, appunto perché negli Stati Uniti la precarizzazione selvaggia del lavoro è la regola! Quando TUTTI o la stragrande maggioranza dei lavoratori hanno lavori senza tutele e possono essere licenziati dal datore di lavoro senza problemi, il sistema finanziario spinge a dare prestiti senza garanzie, siano essi carte di credito, mutui, finanziamenti poco importa: il modello sociale si basa sul DEBITO (non sui consumi) e poi quando una recessione globale fa saltare il giochetto aumentando vertiginosamente la disoccupazione, ebbene ci pensano gli Stati, attraverso l’austerità, a rapinare i propri cittadini incrementando le tasse e cancellando lo Stato sociale con i tagli: il tutto naturalmente per ripagare le SPECULAZIONI PRIVATE DELLE BANCHE. L’Italia, per fare un esempio, ha regalato, attraverso i fondi ESM istituiti dall’UE per salvare prevalentemente le banche francesi e tedesche, oltre 40 miliardi di euro. Leggete questo articolo per chiarirvi le idee. Questi soldi sono stati versati alle banche greche che prima della crisi avevano prestato senza troppe garanzie enormi capitali sotto forma di mutui e prestiti alle famiglie e imprese greche e tali soldi arrivavano prevalentemente dalle ricche banche tedesche e francesi. Tanto sapevano che arrivata la crisi nei vari paesi dell’eurozona ci sarebbero stati umili servitori pronti a strangolare i loro cittadini atteraverso l’austerità pur di ripianare, con i dovuti interessi, le folli speculazioni fatte dal sistema finanziario deregolamentato. In tutto ciò l’euro è il principale baluardo del sistema: una moneta che non appartiene a nessuno stato, gestita dal sistema finanziario a garanzia della realizzazione delle cosiddette “RIFORME DI-STRUTTURALI” e della speculazione selvaggia. Nel mondo dei predatori il più grosso mangia il più piccolo e in Europa il sistema finanziario tedesco è quello che più di ogni altro gestisce l’euro per i propri fini, senza tener troppo conto degli ormai innumerevoli focolai di ribellione che nei paesi europei stanno per venire alla luce. Forse è ora di iniziare ad aprire gli occhi e iniziare a guardare la realtà con più consapevolezza. In Italia finché l’opinione pubblica è distratta dai soliti temi della casta, della corruzione, dei privilegi, continueranno a farci credere che la terra è piatta, anche se sono ormai molti i liBBeristi che iniziano a raccontarci che il sole è luminoso e l’acqua è bagnata. Cosa voglio dire? Che iniziano già a cambiare disco cantando “lo Stato è brutto si, ma l’austerità è anch’essa cattiva”, “l’euro è divino si, ma se la Germania fa sempre e solo i ca..i suoi allora è meglio andare ognuno per la propria strada”. Il problema è che sti personaggi che dicono tali mezze verità, non lo fanno certo per noi, perché si sono pentiti o sono rinsaviti dopo aver per anni demonizzato lo stato e idealizzato la DIS-Unione europea basata sul Mercato Salvatore. Lo fanno perché da un momento all’altro il sistema potrebbe implodere e potranno così dire: ve l’avevo detto che era sbagliato! Ma chi vende menzogne non potrà mai fare niente di buono per la collettività. Che ci rimane allora a noi cittadini? La consapevolezza di quale sia la direzione da seguire, rafforzare lo Stato per ripristinare i diritti sociali garantiti dalla Costituzione e la speranza che ancora possano esistere forze politiche e sociali, vecchie o nuove che siano poco importa, in grado di schierarsi dalla nostra parte.