Renzi per essere uno che si è messo alla guida del Titanic Italia pochi istanti prima dello scontro con l’iceberg al motto di “macchine avanti tutta!”, ebbene sì, ha durato fin troppo! Segno che le èlite della finanza che hanno l’unico interesse di completare la svendita del nostro paese e lo smantellamento delle tutele sociali lo ritenevano – populisticamente parlando – un imbonitore efficace in grado di rifilare le peggiori pozioni al prezzo più alto possibile (per noi poveri cittadini)! Ora, come si dice dalle mie parti, –a discòre nè fadìga – cioè a parlare non si fatica, piuttosto è difficile realizzare le cose che si promettono, soprattutto quando le vere intenzioni sono esattamente l’opposto di ciò che si vuole far credere: la crescita, l’occupazione, l’Italia che riparte! Tutte cose che non possiamo vedere neanche con un telescopio spaziale ed è proprio il caso di dire che qui le chiacchiere stanno a ZERO! Quindi Renzi a forza di spararle troppo grosse sta ora per fare la fine ” del zzumàru che carègia al vì e beve l’acqua“, dove il “somaro” è appunto una persona poco accorta che non riesce più a trarre profitto dalle cose che fa. Preciso, se non si fosse già capito dal titolo, che il discorso qui fatto dà per scontato che il 4 dicembre vinca il NO e si basa su alcuni fatti: i mercati, quelli che fino a pochi giorni fa sembravano pronti ad esplodere minacciando crisi bancarie imminenti in caso di vittoria del NO al referendum, battono segno sostanzialmente positivo! Eppure niente è accaduto per far pensare ad un voto a favore del SI. Lo stesso Economist, o l’angioletto protettore dell’UE Monti, pensano che “l’Italia dovrebbe votare NO al Referendum”, precisando che comunque sarebbe importante non andare a nuove elezioni portando avanti la legislatura con un governo di larghe intese o un governo tecnico come dicevamo nel blog qualche articolo fa.
Quindi a poco serviranno le ultime cartucce, a salve, sparate dal governo Renzi con il solito appoggio dei sindacati CGIL, CISL e UIL: un NON accordo – visto che ancora deve essere approvato dall’ARAN – che con gli 85 euro medi di aumento andrà in realtà a sostituire o compensare il bonus di 80 euro di cui già usufruiscono circa 800mila dipendenti pubblici! Sulla sostanza di tale “accordo sul pubblico impiego” parleremo in altro post, è qui utile riflettere come sindacati che a parole si schierano per il NO al referendum Costituzionale, nei fatti si prestano a fare uno spot pre-elettorale clamoroso a favore del SI!
Ma ritorniamo ad ESSI: se ci dicono a chiare lettere che se vincesse il NO nulla cambierebbe, ebbene questo deve preoccuparci fin da subito. Le ragioni del NO, dei movimenti politici e civili a sostegno dell’attuale costituzione, tutti dovrebbero puntare compatti ad una nuova affermazione di sovranità nazionale, respingendo con forza le minacce che l’Europa dell’euro e della finanza ci faranno per imporci solite e scontate soluzioni politiche di comodo. Ma ESSI sanno già che le divisioni prevarranno e c’è ben poco da sperare: se il cambiamento verrà, i venti soffieranno da fuori dei nostri confini e noi come al solito verremo travolti subendone le conseguenze.