Quel serpente…

William_Blake,_The_Temptation_and_Fall_of_Eve.JPG
* La Tentazione e la Caduta di Eva, di William Blake 

…che è in me!

Striscia, parla, si nasconde nelle fronde della mia mente. Nel mito mai è stato “fuori”, sull’Albero, essere o animale fra gli animali del Giardino! E’ sempre stato in noi il Peccato come frutto della Ragione, come opposizione all’Essere che è Vita, come baratro senza fine ed eterna solitudine. Franare nel proprio stesso io, morire e frantumarsi in infinite morti senza mai diventare Nulla assoluto, un’esistenza senza Essere o  essere un non-Nulla! Mai più il Nulla, scintille, spirali, frammenti ma pur sempre essere un non-Nulla grazie a Lui!

Affidarsi all’Essere, atto di fede in quel principio luminoso che è sostanza della stessa ragione, ciò è l’inizio della Vita. Essere un non-Nulla, lontano da ogni fondamento che non sia Dio, è scegliere di morire in sé stessi nell’Eterna solitudine della ragione umana, ricolma di superbia e di falsità. Ne cogliamo i suoi frutti in ogni forma di potere sulla terra, si manifesta in ogni gesto e manifestazione della ragione separata dalla fede, essa ci divinizza ma crea al contempo un infinito vuoto di dolore e irrazionalità. Affidarsi alla grazia, al fatto che Dio segue in ogni dove, sostiene le sue creature pur allontanandole da sé a causa della disobbedienza della ragione!

Il fine della Storia è forse cogliere il nuovo frutto donato dall’Amore e riempire il vuoto di Dio con Dio, un Dio che si umanizza divinizzando l’uomo, donandogli quella che sarà la vera vita eterna?

 

Solo

tra milioni di esseri

Solo

sicuro che Tu

sia qui

ma rimane la paura…

Perché l’urlo

nel mio cuore

non ha mai fine?

*La donna è l’ultima e quindi la più perfetta tra le creature, l’anello che tiene unita l’intera creazione. Nudi e senza maschere o contorcimenti della mente, vagavano nel giardino, dove lo stesso Dio passeggiava. Dio li chiama… “Chi ti ha detto che eri nudo?”.  Nudo in quanto pura esistenza in balia di sé stessa, ora divenuta conoscenza incarnata in un’essenza, il serpente, in grado di penetrare, strisciare, avvolgere con le sue spirali e dare la Morte! In questo male oscuro, in questo pozzo della conoscenza in cui si è calato l’uomo agli albori dell’esistenza rimane forse lo spazio per la salvezza dopo la creazione.

 

 

Autore: opinioniweb - Roberto Nicolini

Sono un insegnante di religione di scuola primaria dal 1996. Nonostante tutto il dato di "fede" non ha mai prevalso sulla ricerca della verità. Del resto è l'unica cosa che al di là dei limiti oggettivi della nostra vita ci rende effettivamente liberi e quindi ci avvicina a Dio, in qualunque modo Esso si manifesti!

21 pensieri riguardo “Quel serpente…”

  1. Condivido questa tua profonda riflessione!. Penso anch’io che vi sia ancora uno spazio per la salvezza, nonostante il male oscuro in cui precipitammo troppo…affrettatamente….!
    Non so se la donna sia la piu’ perfetta fra le creature per essere stata creata dopo l’uomo, ma è certo che ella è essenziale ed insostituibile nella creazione. Vorrei tuttavia che non fosse soltanto un indispensabile tramite di creazione, ma anche e soprattutto un riferimento esemplare per le tante doti che essa personifica e che nel nostro travagliato mondo non brillano con la necessaria luce come si vorrebbe.
    Complimenti per il tuo sapere…
    Un saluto.

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    1. Ti ringrazio per il commento ricco di spunti di riflessione. Il male è nella gnoseologia quando l’uomo la erge a Dio di se stesso e non a strumento di analisi del mondo e della vita. Il male come mancanza è un bene necessario, l’uomo è in cammino verso Dio e con Dio che gli sta accanto. Colmarlo significa forse rinunciare a sé stessi per andare verso l’altro proprio perché Dio è sempre plurale: “L’uomo è diventato come uno di NOI…”. Sulla donna, anello finale probabilmente a lei è affidata la tenuta stessa della creazione. Ma la donna reale, non quella ideale e idealizzata che a volte anche la Chiesa propone attraverso un modello troppo lontano della donna e madre Maria, credo che in ogni contesto di vita sa rappresentare al meglio il suo ruolo. Ma lo sfondo sociale tende a deformare e confondere generi e ruoli, a noi tutti rimane il difficile compito di mantenete una visione d’insieme coerente: il discrimine è il bene comune che non può essere fondato solo su false morali o ideologie. Grazie ancora e a presto

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  2. E siamo sempre lì mio caro Roberto: l’annullamento del proprio ego.
    Grazie perché mi hai riproposto in modo elegante la verità facendo concentrare la mia attenzione, non so esprimermi meglio. Non si tratta di riflessione è molto più profondo.
    Ancora un grazie quindi e Buon tutto.

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    1. Le parole, come gli sguardi fra persone che si conoscono, sono anch’esse immagini sospese, vanno viste nei contorni d’insieme che costruiscono per capirle in profondità. Riguardo all’ego penso che più che annullarlo dovremmo gestirlo e metterlo al servizio della persona: attraverso i suoi giudizi impietosi passa il giogo terribile dell’accettazione degli altri ma soprattutto di noi stessi. Senza di lui, giudice e padrone impietoso, non sapremmo mai chi siamo davvero. Ciao e grazie per il bel commento

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  3. la teodicea, l’origine del male, perchè il male!
    filosofi di ogni epoca hanno tentato di rispondere, ma più vado avanti nella vita, nello studio, negli incontri e più devo ammettere che il racconto Biblico è quello che più colma la sete a questa domanda esistenziale. da giovane ho denigrato tantissimo questa favoletta…ero cieco: contiene delle belle verità!
    ho avuto la grazia di leggere Wenin che ne da una lettura profonda: c’è da rimanere a bocca aperta.
    il tuo scrivere ancora una volta si muove su un sentiero interiore battuto da secoli e mai definitivamente “asfaltato”. e forse è meglio così!
    grazie ancora….porto nella fine della giornata queste tue parole:
    […]Affidarsi all’Essere, atto di fede in quel principio luminoso che è sostanza della stessa ragione, ciò è l’inizio della Vita.

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    1. La fede per me non può essere solo un affidarsi, gesto unidirezionale fatto addirittura dalla creatura verso il suo creatore! Ne condivido San Tommaso che aristotelicamente arrivava a Dio a posteriori, cioè dalla ricerca di una causa prima posta nei fenomeni. Per me Dio è quell’essere in cui essenza ed esistenza coincidono, questa idea di Sant’Anselmo è la luce, il dono, l’idea di perfezione necessaria che sostiene ogni nostro pensiero. Senza di essa la fede non sarebbe altro che un guscio vuoto, pura illusione! Se hai tempo leggi un mio breve articolo nel blog su Sant ‘ Alsemo, https://opinioniweb.blog/2017/01/16/santanselmo-dio-e-id-quo-maius-cogitari-nequit/ Grazie davvero per le tue riflessioni frutto di un confronto prezioso

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  4. La fede per me non può essere solo un affidarsi, gesto unidirezionale fatto addirittura dalla creatura verso il suo creatore! Ne condivido San Tommaso che aristotelicamente arrivava a Dio a posteriori, cioè dalla ricerca di una causa prima posta nei fenomeni. Per me Dio è quell’essere in cui essenza ed esistenza coincidono, questa idea di Sant’Anselmo è la luce, il dono, l’idea di perfezione necessaria che sostiene ogni nostro pensiero. Senza di essa la fede non sarebbe altro che un guscio vuoto, pura illusione! Se hai tempo leggi un mio breve articolo nel blog su Sant ‘ Alsemo, https://opinioniweb.blog/2017/01/16/santanselmo-dio-e-id-quo-maius-cogitari-nequit/ Grazie davvero per le tue riflessioni frutto di un confronto prezioso

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