Incontrarsi…in dialogo con il Tu che ci costituisce!

beetle-nebbia

Come galassie che s’incontrano…l’uomo è intrinsecamente aperto all’alterità e alla trascendenza, non può esistere isolato perché non basta a sé stesso. Anche chi sceglie forme di clausura o d’isolamento è in realtà alla ricerca di qualcosa che sia altro da sé, cioè di un ponte fra questa vita e il trascendente. L’animo umano è quindi identità e mistero profondo, ognuno di noi è una porta verso l’oltre alla ricerca di un Tu che possa colmare l’incessante divenire dei nostri vissuti con degli istanti d’eternità!

 

INCONTRARSI

Che cosa posso dirmi per continuare a sperare nella vita, a me che sono così vecchio

in quest’esistenza sconfinata, che mi dilata senza argini a porvi un freno?

Tu sei il mio argine,

il confine in cui arrestarmi a guardare le stelle, a fiorire nel deserto

che ho fatto in me e intorno a me, un senso

una polarità che dia senso alle molteplici dualità mistiche e reali

che sconfinano nell’assurdo e nel tormento dell’animo.

Prego come davanti ad uno specchio, parlo e chiedo a me stesso

al mio solo ed unico Dio

di aiutarmi a nascere alla vera Vita e al vero Essere

senza abbellimenti ed ornamenti.

Non so chi sono, niente mi appartiene,

neppure ciò che credo di essere,

neppure il mio corpo e la mia mente

che riferisco a me come possesso

e che forse mi possiedono a loro volta,

un totale abbandono al nulla per tornare alla Verità che ci costituisce

allo stupore di esserci, di guardare le stelle

che ammantano il cielo e i nostri animi.         

Vorrei che ci fossi Tu in mezzo a questa nebbia,

Tu ad aspettarmi,

ad abbracciarmi e consolarmi

per il dolore che appartiene a noi  come umanità

che ricerca la via dell’Eden perduto,

al fine di tornare puri

come cristalli o gocce di rugiada,

al fine di abbandonare i contenitori

che imprigionano la nostra consapevolezza,

annullare l’illusione del tempo e dello spazio,

percepire tutto attraverso tutto e tutti,

senza più anime tormentate che lottano

per ergersi al di sopra del mondo

e chiedono per sé stesse, a Dio

il potere e la gloria.

*Il post era già stato pubblicato QUI

Aggiungo alcune riflessioni. E’ possibile arrivare a Dio attraverso l’arte o addirittura EVANGELIZZARE attraverso l’arte?  La ragione e l’intelletto umano sono aperte alla fede e alla trascendenza; allo stesso modo la ricerca della Verità è insita nella ragione e uno dei canali privilegiati per arrivare ad Essa è l’arte, perché ciò che è vero deve essere anche bello e ciò che è bello non può che essere vero. L’arte è quindi un’esperienza umana che è in grado di unificare o perlomeno gettare un ponte tra il QUI e l’OLTRE.

Possiamo dire che il mio sé è la mia musa e la vostra musa è là dentro di voi, ascoltatela nel momento in cui il pensiero fa una pausa prima di concretizzarsi in un’altra espressione pensante e razionale.

Ci sono infatti pause che interrompono il fluire dei pensieri –  nonostante essi ci pervadano con il loro continuo divenire – sono pause come assenza di eventi mentali, spazio temporali e razionali e probabilmente esse sono uniche presenze che ci collegano al divino, istanti creativi collegati alla fonte da cui sgorga la vita! Il pensiero come forma di controllo è il suo limite, ciò che lo nasconde a noi stessi. Lui 

(Dio) non si esprime a parole, è un sentire intenso la tua stessa presenza, è un fremito nell’intimità, è un ascoltare senza giudizi, un accettare senza condizioni, un creare bellezza e gioia attraverso la semplicità della presenza. E’ bello ascoltare e percepire se stessi come atemporali sorgenti di vita e di amore… In questo spazio creativo nasce la Bellezza che esprimiamo attraverso l’arte in tutte le sue forme materiali, eventi fisici che debordano sconfinando in altre dimensioni.

 

 

 

                                        

 

Autore: opinioniweb - Roberto Nicolini

Sono un insegnante di religione di scuola primaria dal 1996. Nonostante tutto il dato di "fede" non ha mai prevalso sulla ricerca della verità. Del resto è l'unica cosa che al di là dei limiti oggettivi della nostra vita ci rende effettivamente liberi e quindi ci avvicina a Dio, in qualunque modo Esso si manifesti!

23 pensieri riguardo “Incontrarsi…in dialogo con il Tu che ci costituisce!”

  1. Caro Roberto buongiorno e buona domenica, ho letto con grande meraviglia questo tuo splendido post, lasciandomi trasportare dalla vena poetica e riflettendo sulle tue considerazioni. Nella mia esperienza personale, l’arte è stata certamente un’espressione della fede e dello spirito, un dono e un messaggio. Quello che sperimento, è un contatto possibile, ogni qualvolta si resti – in apertura -, o meglio, in ascolto. Cosa non semplice, soprattutto all’inizio, quando ancora il silenzio e il respiro ci appaiono estranei e sconosciuti. Ma, come spesso accade, dietro grandi fatiche, prove e salite, si nascondono incredibili consolazioni, la cima di una montagna, il manto stellato, – il centro del nostro centro…-

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  2. Tocco un tema collaterale. Spesso si sente dire “io ai miei figli non do alcuna educazione religiosa perché non ho il diritto di imporre loro le mie convinzioni [convinzioni che in questo caso sembrano in realtà non esserci affatto], voglio che si sentano liberi, poi casomai decideranno da soli”. Come se l’assenza del religioso non fosse una propria convinzione personale e non venisse imposta ai figli al pari di qualunque convinzione religiosa. E come se, oltretutto, qualunque genitore non imponesse quotidianamente ai figli TUTTE le proprie convinzioni, da quelle gastronomiche a quelle artistiche, sportive, culturali, politiche… Senza contare che ho più volte constatato che è molto più libero uno che ha avuto un’educazione religiosa, di liberarsene nel momento in cui non non la sente più adeguata, che conquistare una dimensione non dico religiosa, ma anche semplicemente spirituale per chi ne è sempre stato privato. Se ti metto un palo davanti puoi sempre buttarlo giù con un calcio, ma se ti mollo in mezzo al Sahara perché tu sia libero di scegliere la tua strada, ti perdi e muori di fame e di sete, oltre che con la pelle arrostita.

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      1. C’era una collega, comunista e quindi “ovviamente” atea, che trovava inconcepibile che si potesse credere a una baggianata come quella di un Dio creatore. E quindi, Dio no. Però l’astrologia sì. L’omeopatia sì. La pranoterapia sì. Il potere terapeutico dei cristalli sì. Tutte le “medicine” alternative sì… Come ha detto recentemente qualcuno in una discussione sull’argomento, quando smetti di credere in Dio non è che non credi più a niente: credi a tutto. Magari a chi ti spiega che la mia razza è inferiore alla tua e quindi…

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  3. . Un post che è l’immagine di una bella anima! Condivido ogni tua riflessione e plaudo alla sensibilissima e bella poesia! Si, credo anche io che la resa alla creatività sia la porta per incontrare il trascendente e sentirsi pieni di gioia. Buona giornata e grazie!

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  4. Tra “me” e Dio esiste un Tempo ed uno Spazio non misurabile, che solo chi ha Fede lo accorcia. Anche se non si sa i più accaniti Comunisti si battevano il petto in chiesa alla domenica. I puù convinti Atei ………non lo dicono ma cercano anche loro.
    Ma voglio ammettere per un milionesimo di secondo che Dio non esiste ……… Posso pensare che tutto nasce per caso? ……….. dunque è un …………….. Caso Intelligente.
    Comunque un bel post …………….
    B.F.Settimana

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    1. Grazie per il commento! La certezza non è una mia qualità, piuttosto il bisogno e l’insicurezza nel percorrere il cammino che ci accomuna tutti. Quindi come spieghi nel tuo commento cerchiamo con idee differenti di andare avanti e trovare una risposta che renda la vita degna di essere vissuta sempre. In questo “caso intelligente” mi ritrovo anch’io, non riesco a pregare il Big bang, piuttosto che l’Evoluzione, quindi apro il mio cuore alla speranza… Ciao, verrò volentieri e leggeri sul blog

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  5. Ho sempre pensato che nell’arte ci sia del divino quando mi soffermo incantata ad ammirare ciò che ha espresso. Così come ho sempre pensato che il divino sia anche nella vita di ogni giorno, nelle persone, nella luce, nel buio, nel percorso che vogliamo o dobbiamo percorrere…ecco credo nei percorsi, solo andando avanti cerchiamo, sbagliamo e forse troveremo

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  6. “Una pausa del pensiero” sono attimi?! magici, ma così difficili da raggiungere, se li cerchi è peggio, arrivano…ed verissimo sei in contatto con l”oltre e ti senti vicino a Dio, più che vicino senti di farne parte!!
    Grazie dei tuoi scritti, grazie di cuore. Gio’

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