
Domani, 6 febbraio, è il 26° anniversario della morte di padre Turoldo! Uomo, poeta, sacerdote che attraverso la sua penna ha saputo celebrare la fede e l’amore verso Dio in modi unici e irripetibili. Sacerdote e poeta “ribelle” lo hanno definito in molti! In realtà è lui stesso a darci una corretta definizione di questa ribellione: “Perché del libro di Giobbe?… Perché di questo vecchio libro di millenni su cui tanto si è scritto, al quale tuttavia l’umanità riflessiva di quando in quando ritorna come a una fontana “di ribellione” e di lacrime…?”, qui la parola ribellione è stata aggiunta da padre David nel 1991, ben 40 anni dopo aver scritto il testo sopra citato. Continua a spiegare: “Tale la ragione che mi ha spinto nelle braccia di questo uomo, senza più carne, scheletrito, disegnanti nel vuoto della notte la danza della sua violenta e totale disperazione. Perché Giobbe, prima di dire con la parola, parla con il suo silenzio, con la sua faccia non più umana, con le sue ossa rosicchiate dalla lebbra, con i suoi occhi lucenti per la febbre che tentano di forare il tempo e il mistero fitto dell’esistenza” (citazioni tratte dal libro “La parabola di Giobbe. L’inevitabile mia storia” Ed. Servitium 2012). Questa identificazione di Turoldo con Giobbe è estesa da lui all’intera umanità! Perché noi umani non siamo esenti alla pena e alla disperazione alla quale inevitabilmente dobbiamo opporci e ribellarci con la forza della Speranza: Essa è presente nel cuore di ogni uomo e nel cuore segreto delle cose, Essa è ciò che ci apre al futuro e ad esso dà senso, Essa è in noi pur essendo altro, un gemito, una sofferenza, un dono inesprimibile che lascia lo spazio all’intervento di Dio! Per questi motivi anni fa ho scritto una poesia di ringraziamento a Padre Turoldo. La sua ricerca e la sua fede è stata una risposta a molte mie domande.
Non ci siamo mai conosciuti
guardandoci negli occhi
prendendoci per mano
scambiando opinioni
aiuti disinteressati
considerazioni di valore
che costituiscono amici.
Ma leggendo il tuo cuore,
parole, pensieri scritti
che esprimono tutto di te,
ho appreso molto
tutto ciò che ha valore
slancio vitale ed espressione,
intimità gridata
alla ricerca dell’Essere.
Verità gridano le tue parole!
Verità cerco io, aprendo il mio cuore a me stesso!
Aiutaci a sciogliere i nodi
affinché ogni uomo possa mostrare
sé stesso al mondo.
Grazie.
Caro Roberto, che piacere leggere, in questo mio passaggio mattutino e istantaneo, queste parole così amorevoli e profonde. Non conosco la figura di questo uomo di Dio, se così si può dire, ma sono affezionato alla figura di Giobbe e alla – rivolta come accadimento -, come processo naturale e spontaneo, dopo questa condivisione, certamente approfondirò l’esperienza che ci hai narrato attraverso gli occhi di Turoldo. Nel silenzio e nell’accettazione dei nostri limiti e della nostra finitezza umana e terrena, si trova l’esplorazione di un mondo altro… e le risposte arrivano, dapprima nel cuore di chi domanda, poi, nel cuore in cui queste riescono a riflettersi. E’ stato bello seguirti nelle parole amichevoli e spontanee che gli hai dedicato. Un dono prezioso. Buona giornata e buon inizio di settimana.
Benedetto.
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Ciao Ben, ti consiglio certamente di leggere Turoldo. Pensa che quelle parole sopra le scrisse nel 1951, aggiornandole poi nel 1991 quando un tumore al pancreas lo stava portando rapidamente alla morte. Un’identificazione, quella con Giobbe, che è l’inevitabile storia di ogni uomo, con la Speranza che s’impone nel nostro cuore e grida giustizia.
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Che dire? Le tue parole sono di conforto, di vigore e di aiuto. Grazie
Gio’
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Grazie Giovanna, ma le mie parole sono in realtà soprattutto le sue parole!
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Padre Turoldo evoca i grandi predicatori (non soltanto per la voce stentorea ) una bella immagine di sacerdote.
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Hai ragione, è stato un sacerdote esemplare nel comunicare la fede.
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L’ha ribloggato su Alessandria today.
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“l’umanità riflessiva di quando in quando ritorna come a una fontana “di ribellione” e di lacrime…”
Una definizione stupenda…
Bello il tuo ringraziamento. Veramente, amo questi personaggi e chi “sa soffrire”.
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In passato ho visto un video su you tube con una bellissima testimonianza fatta da Turoldo ormai lui stesso scheletrito e consumato dalla malattia ma pronto a quell’incontro che tutta la vita ha cantato nelle sue lodi poetiche. Purtroppo non sono riuscito a ritrovarlo, era davvero un’ emblema di quella Speranza che dà senso al tempi e alla storia degli uomini
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Bellissima poesia preghiera! I nodi della vita invincibili senza la fede…
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Grazie Elisa, sono nodi che poche persone hanno saputo sciogliere nei momenti più difficili e credo che Turoldo sia stato fra queste
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Lacrime che scendono delicatamente sul mio volto…
Non ho parole da poter aggiungere
parla la bellezza di chi ha scritto
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Grazie Adriana
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Un grido di speranza.
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Grazie, è bello sentire come una persona come Turoldo sia ancora così presente in chi si mette in ascolto delle sue parole!
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Grazie per questo omaggio alla figura di Padre Turoldo, grande uomo, sacerdote e poeta. E grazie per quello che scrivi. Guardare in se stessi è quello che ciascuno dovrebbe fare per cercare di dare un senso alla propria vita. La forza per accettare tutto ciò che incontriamo nel bene e nel male nel nostro vivere quotidiano, è dato dalla speranza e dal credere in quella vita futura che ci attende tornando alla casa del Padre quando sarà. Padre Turoldo in questo senso lascia a tutti noi una grande testimonianza. Personalmente per tutto questo lo amo molto Un abbraccio caro Roberto. Isabella
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Grazie Isabella, sono contento di scoprire che tante persone portano con se la testimonianza di padre Turoldo
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Una persona di una profondità unica. Grazie ancora Roberto. Isabella
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Che bello ☺️
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Questo è per te caro Roberto
Tempo del primo avvento
tempo del secondo avvento
sempre tempo d’avvento:
esistenza, condizione
d’esilio e di rimpianto .
Anche il grano attende
anche l’albero attende
attendono anche le pietre
tutta la creazione attende.
Tempo del concepimento
di un Dio che ha sempre da’ nascere.
(Quando per la donna è giunta la sua ora
è in grande pressura
ma poi tutta la sua tristezza
si muterà in gaudio
perché è nato al mondo un uomo.)
‘Questo è il vero lungo inverno del mondo:
Avvento, tempo del desiderio
tempo di nostalgia e ricordi
(paradiso lontano e impossibile!).
Avvento, tempo di solitudine
e tenerezza e speranza.
Oh, se sperassimo tutti insieme
tutti la stessa speranza
e intensamente
ferocemente sperassimo
sperassimo con le pietre
e gli alberi e il grano sotto la neve
e gridassimo con la carne e il sangue
con gli occhi e le mani e il sangue;
sperassimo con tutte le viscere
con tutta la mente e il cuore ‘
Lui solo sperassimo;
oh se sperassimo tutti insieme
con tutte le cose
sperassimo Lui solamente
desiderio dell’intera creazione;
e sperassimo con tutti i disperati
con tutti i carcerati
come i minatori quando escono
dalle viscere della terra,
sperassimo con la forza cieca
del morente che non vuol morire,
come l’innocente dopo il processo
in attesa della sentenza,
oppure con. il condannato
avanti il plotone d’esecuzione
sicuro che i fucili non spareranno;
se sperassimo come l’amante
che ha l’amore lontano
e tutti insieme sperassimo,
a un punto solo
tutta la terra uomini
e ogni essere vivente
sperasse con noi
e foreste e fiumi e oceani,
la terra fosse un solo
oceano di speranza
e la speranza avesse una voce sola
un boato come quello del mare,
e tutti i fanciulli e quanti
non hanno favella
per prodigio
a un punto convenuto
tutti insieme
affamati malati disperati,
e quanti non hanno fede
ma ugualmente abbiano speranza
e con noi gridassero
astri e pietre,
purché di nuovo un silenzio altissimo
-il silenzio delle origini –
prima fasci la terra intera
e la notte sia al suo vertice;
quando ormai ogni motore riposi
e sia ucciso ogni rumore
‘ogni parola uccisa
-finito questo vaniloquio! –
e un silenzio mai prima udito
(anche il vento faccia silenzio
anche il mare abbia un attimo di silenzio,
un attimo che sarà la sospensione
del mondo),
quando si farà questo
disperato silenzio
e stringerà il cuore della terra
e noi finalmente in quell’attimo dicessimo
quest’unica parola
perché delusi di ogni altra attesa
disperati di ogni altra speranza,
quando appunto così disperati
sperassimo e urlassimo
(ma tutti insieme
e a quel punto convenuti)
certi che non vale chiedere più nulla
ma solo quella cosa
allora appunto urlassimo
in nome di tutto il creato
(ma tutti insieme
e a quel punto)
VIENI VIENI VIENI, Signore
vieni da qualunque parte del cielo
degli abissi della terra
dalle profondità di noi stessi
(ciò non importa) ma vieni,
urlassimo solo: VIENI!
Allora come il lampo guizza dall’oriente
fino all’occidente così
sarà la sua venuta
e cavalcherà sulle nubi;
e il mare uscirà dai suoi confini
e il sole più non darà la sua luce
né la luna il suo chiarore
e le stelle cadranno fulminate
saranno scosse le potenze dei cieli.
E lo Spirito e la sposa dicano: Vieni!
e chi ascolta dica: vieni!
e chi ha sete venga
chi vuole attinga acqua di vita
per bagnarsi le labbra
e continuare a gridare: vieni!
Allora Egli non avrà neppure da dire
eccomi, vengo – perché già viene.
E così! Vieni Signore Gesù,
vieni nella nostra notte,
questa altissima notte
la lunga invincibile notte,
e questo silenzio del mondo
dove solo questa parola sia udita;
e neppure un fratello
conosce il volto del fratello
tanta è fitta la tenebra;
ma solo questa voce
quest’unica voce
questa sola voce si oda:
VIENI VIENI VIENI, Signore!
– .Allora tutto si riaccenderà
alla sua luce
e il cielo di prima
e la terra di prima
non sono più
e non ci sarà più né lutto
né grido di dolore
perché le cose di prima passarono
e sarà tersa ogni lacrima dai nostri occhi
perché anche la morte non sarà più.
E una nuova città scenderà dal cielo
bella come una sposa
per la notte d’amore
(non più questi termitai
non più catene dolomitiche
di grattacieli
non più urli di sirene
non più guardie
a presiedere le porte
non più selve di ciminiere).
– Allora il nostro stesso desiderio
avrà bruciato tutte le cose di prima
e la terra arderà dentro un unico incendio
e anche i cieli bruceranno
in quest’unico incendio
e anche noi, gli uomini,
saremo in quest’unico incendio
e invece di incenerire usciremo
nuovi come zaffiri
e avremo occhi di topazio:
quando appunto Egli dirà
«ecco, già nuove sono fatte tutte le cose»
allora canteremo
allora ameremo
allora allora …
Padre Davide Turoldo
Ciao. Isabella
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Bellissimo, solo padre Turoldo riesce al esprimere sentimento, poesia, preghiera trasportando chi legge nel suo stesso stato d’animo: una speranza che è la Speranza, di Dio che ci sostiene e ci rinnova dal di dentro. Padre Turoldo diceva che l’universo intero è contenuto nel grembo dell’uomo. Niente è escluso, nemmeno Dio, che pure rimane indipendente da noi. In questa dimensione interiore possiamo incontrarci e incontrare Dio. Grazie per aver avuto la pazienza e la voglia di scrivere questo testi che non conoscevo. Magari lo userò per una futura riflessione a cui t’invitero’ a partecipare sevti fa piacere. Ciao Isabella, a presto
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Grazie Roberto. A presto con simpatia. Isabella
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Isabelle oggi stesso visto l’inizio della quaresima ho usato la poesia di Turoldo che mi hai donato. Grazie ancora
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Un regalo il tuo per me che mi rende felicissima. Grazie. Isabella
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Ho letto delle poesie di padre David Maria Turoldo , anni fa, al cospetto di una persona particolare che mi ha accompagnata alla tomba di padre Turoldo.
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Dev’essere stata una scoperta davvero emozionante, soprattutto se accompagnata da chi lo ha saputo apprezzare!
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Quella persona, che mi accompagnò, era Monsignor Loris Capovilla, in seguito divenuto cardinale.
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Un personaggio carismatico che è stato testimone anche di cose straordinarie
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L’ho incontrato diverse volte.
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