Dalla de-creazione all’Apocalisse

 

Watts, George Frederic, 1817-1904; After the Deluge
G.F. Watts, After the Deluge: the Forty-First Day

Pensieri sparsi e poco chiari a me stesso, quindi immagino che gioia per chi proverà a leggere, ma provo lo stesso a scriverci su qualcosa.

Parliamo di discorsi escatologici in senso cristiano: la storia ha ricevuto il suo orientamento definitivo con l’apparizione di Dio-Gesù! Cristo è “l’ultimo”, nel senso che apre alle realtà ultime del mondo e dell’uomo attraverso la risurrezione, anche se in nessun altro modo è possibile per l’uomo descrivere o anche solo immaginare la rivelazione di Dio nella sua pienezza!

Ma la condanna dell’uomo è pur sempre presente nella sua vita perché essa è legata al rifiuto della grazia offerta a tutti da Dio. Ed è proprio grazie alla possibilità del rifiuto che, forse, possiamo concepire l’autenticità libertà umana! Ognuno di noi è veramente libero o meno di aderire all’invito di Dio in un’autentica comunione d’amore!

In ogni istante sperimentiamo il peso della morte, in un parodosso in cui si contrappone il presente con il futuro, o il paradosso della continuità che è al contempo anche la rottura tra questo mondo presente e i cieli nuovi e la nuova terra che è stata anticipata attraverso Gesù. Dio con il suo pieno dominio su tutta la creazione sarà “tutto in tutte le cose” e sarà la “piena salvezza dell’uomo” in tutte le sue dimensioni!

Ma se con la venuta di Cristo si realizzerà la fine e la distruzione di tutte le potenze nemiche di Dio e dell’uomo, compresa la morte, c’è da chiedersi che cosa ne resta della libertà! La libertà umana è anche rifiuto della grazia divina. L’uomo che compie il male può esserne intimamente consapevole e desiderarlo comunque? Può cioè l’uomo realizzarsi anche nel peccato e nel rifiuto di Dio? Oppure una tale scelta porterà al suo annientamento? Proviamo di seguito a leggere alcuni passi biblici dell’Antico e del Nuovo Testamento:

«È venuta per me la fine di ogni uomo…» (Gen 6,13)

21 Perì ogni essere vivente che si muove sulla terra, uccelli, bestiame e fiere e tutti gli esseri che brulicano sulla terra e tutti gli uomini. 22 Ogni essere che ha un alito di vita nelle narici, cioè quanto era sulla terra asciutta morì.
23 Così fu sterminato ogni essere che era sulla terra: con gli uomini, gli animali domestici, i rettili e gli uccelli del cielo; essi furono sterminati dalla terra e rimase solo Noè e chi stava con lui nell’arca.
24 Le acque restarono alte sopra la terra centocinquanta giorni.

Qui Dio sembra avere un rifiuto radicale dell’uomo in quanto si è fatto portatore del male e dell’ingiustizia su tutta la terra. E insieme all’umanità perisce anche la creazione, cioè ogni essere che ha un alito di vita. Tutti tranne Noè e gli abitanti dell’Arca, fedeli a Dio e pronti a ripopolare il mondo in una nuova creazione dopo la devastante de-creazione portata dal diluvio!

Nel libro dell’Apocalisse sembra esserci una interpretazione profetica della storia umana dove il bene e il male si incontrano e scontrano continuamente. E qui si afferma che il dolore e la morte verranno cancellati, anche se sembrerebbe che chi si è opposto fino alla fine a Dio avrà come destino la morte eterna!

“Poi vidi un grande trono bianco e colui che vi sedeva sopra. La terra e il cielo fuggirono dalla sua presenza e non ci fu più posto per loro. E vidi i morti, grandi e piccoli, in piedi davanti al trono. I libri furono aperti, E fu aperto anche un altro libro che è il libro della vita; E i morti furono giudicati dalle cose scritte nei libri, secondo le loro opere.” Apocalisse 20:11-15
“E tutte le genti saranno riunite davanti a Lui ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri; e metterà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra.” Matteo 25:31-46
“Poi la Morte e l’Ades furono gettati nello stagno di fuoco. Questa è la morte seconda, cioè lo stagno di fuoco. E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello stagno di fuoco.” Apocalisse

La morte seconda, appunto, quella definitiva che non ha appello alcuno, quella di chi ha voltato le spalle a Dio in un impeto finale di rifiuto. Una non-vita lontano dal bene che diventa una “morte seconda” e senza appello. Se nello svolgersi della creazione bene e male hanno costantemente coesistito, nella fine dei tempi  Dio risolve in sé ogni contrapposizione e accoglie chi liberamente e consapevolmente ha scelto il bene. Il male però è così radicale e radicato nella creazione da dover essere cancellato da Dio stesso. Sembrerebbe non bastare l’estasi della visione di Dio nella sua purezza. Questo è forse il più grande mistero della vita, della ribellione e dell’essenza umana!

Autore: opinioniweb - Roberto Nicolini

Sono un insegnante di religione di scuola primaria dal 1996. Nonostante tutto il dato di "fede" non ha mai prevalso sulla ricerca della verità. Del resto è l'unica cosa che al di là dei limiti oggettivi della nostra vita ci rende effettivamente liberi e quindi ci avvicina a Dio, in qualunque modo Esso si manifesti!

15 pensieri riguardo “Dalla de-creazione all’Apocalisse”

  1. “…in realtà NON MI PIACE”; permettimi di dire e di spiegare.
    (Non voglio banalizzare il tuo profondo ragionamento; il rispetto che porgo verso questi movimenti di pensiero rimane presente ed i primo piano, lasciami aggiungere con onestà e sincerità anche questo…)
    Detto questo, risulta a me molto semplice e non semplicistico “risolvere” i dilemmi che hai esternato con passione; tra i dogmi Cristiani (Cattolici in particolare) ed il misticismo, è assolutamente naturale che fuoriescano pensieri e riflessioni di tale portata che mostri,
    infatti e non solo per una lettura della cronistoria, l’Islam semplifica e risolve -senza togliere il Mistero della Fede ed il carattere dogmatico del Dio unico- i temi che hai con coraggio espresso.
    Il male, ad esempio (ed il peccato come prima origine) non esiste nell’essere umano che nasce libero e vivo nella ricerca del piacere, anche sessuale.
    Dio non lo puoi immaginare, riconoscere, semplificare e ridurre in un accostamento di pensiero proprio dell’umano; l’iconoclastia dell’Islam è appunto dogma anche per questa prima proposta di ragionamento; significa che ogni analisi che l’umano contempla non può mai avere una correlazione con il “pensiero” (Egli nemmeno pensa…!) divino, dove Colui che sa’ (ed altri 99 nomi per inizio…) non ha figura, non ha quindi figli, madri e tutte le caratteristiche che l’Uomo in vece ha nella gioia e nella sofferenza che gli è stata donata in favore degli Angeli.
    Non voglio ora addentrarmi nella escatologia, nell’ermeneutica ma, per inizio, se provi a non “immaginare Dio”… Dio lo percepirai e senza domande.
    Grazie del tempo; chi fosse interessato (escludo ogni forma di proselitismo 😉 mi venga a trovare, a chiedere e, supporti sì le mie necessità misere.
    https://www.gofundme.com/ma-sha039-allahxxi-schyzil-libro

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      1. Grazie e ate dello spazio; vedi… se mi permetti un ultima considerazione, in Occidente (il pensiero occidentale) purtroppo è molto difficile scansare -per dire malamente- certi sodalizi, anche quando tenti di liberarti per pensare all’infinito.
        Paradossalmente, in Occidente, nella filosofia, sono presenti unici ed immensi percorsi che l’Oriente non è stato capace di intravvedere.
        Il contatto può esistere?
        Certamente mai quando uno degli “opposti” ostenta un predominio…
        Grazie ancora; passo e chiudo così:
        https://mashallah-book.com/2017/06/05/essere-vivi-vivere-e-una-ragione-comportamentale-degna-di-elogio-del-pensiero-occidentale-being-alive-living-is-a-behavioral-reason-worthy-of-praise-of-western-thought/

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