Violenza di genere?

violenza

Stefano scrive ancora un post su temi attualissimi, quello della violenza sulle donne. Ora è vero che la storia dell’umanità ha avuto prevalentemente una lettura patriarcale, cioè maschilista degli eventi e delle usanze sociali! Ma quando si tratta di violenza ritengo anch’io che sia riduttivo assimilarla quasi esclusivamente (come fanno i media) al femminicidio. La violenza è un fenomeno complesso e oscuro, che richiede certamente analisi approfondite e non banali. Il rischio di radicalizzare a livello mediatico solo un tipo di messaggio è quello di mettere in ombra altre realtà scandalose come quelle degli abusi sui minori di cui secondo me si parla invece troppo poco e spesso in modo indiretto. E ci sono notizie come quella citata sotto da Stefano (di un marito ucciso a martellate dalla moglie) o come quella data ieri sera dai TG nazionali che parlano di una moglie incarcerata perché avrebbe tentato ripetutamente di avvelenare con topicidi il povero marito ricoverato in ospedale, sulle quali sembra che non valga proprio la pena pensarci troppo su! La violenza sulle donne è un dato innegabile e non va assolutamente sottovalutato, ma è giusto chiedere ai media di non minimizzare neanche le altre! Mi scuso con Stefano per essermi un po’ dilungato e vi lascio alla lettura del suo post…

Lo so che con questo post mi attirerò le ire di tutte le “femministe”, ma, come al solito, me ne frego delle versioni ufficiali e preferisco pensare con la mia testa.

Femminicidio, violenza di genere (sempre maschi carnefici contro vittime femmine)… eccetera… Ho un ricordo vivo di un paio di anni fa, perché lo notai. C’era stato il “solito” femminicidio da parte del solito marito separato che non accettava la fine del rapporto. Il fatto era riportato a grandi titoli su TUTTI i giornali e telegiornali. Nello stesso identico giorno ci fu un fatto, nella mia provincia, in cui una vecchietta prese a martellate in testa il povero marito ammazzandolo. Ne sono venuto a conoscenza solo perché, mentre facevo metano, sfogliavo il giornale regionale. Ma solo lì, nella cronaca locale, solo lì era riportato il fatto. Ora sorge spontanea una domanda: l’omicidio di una donna vale di più di quello di un uomo?

Non metto in dubbio il fatto che un uomo, mediamente, sia più forte fisicamente di una donna e che spesso se ne approfitti, per cui i fatti di violenza sono più frequenti nella direzione “maschi vs femmine”. Così come non metto in dubbio che c’è un retaggio culturale assurdo che pone l’uomo al di sopra, e depositario di libertà superiori a quelle di una donna, per diritto “divino”. Ed avallato anche dalla maggior parte delle grandi religioni organizzate. E sono anche d’accordo che i femminicidi avvengono con frequenza maggiore ai maschilicidi, per i motivi di cui sopra. Ma da qui a “legittimare”, di fatto, le martellate… E poi, bisogna per forza tenere la contabilità?

L’essere umano, in tutte le sue declinazioni, è violento. Non sono meno violente le maestre che prendono a calci, sberle e strattoni i bambini dell’asilo, arrestate recentemente. Non erano meno violente le infermiere che somministravano la “dolce morte” ai pazienti rompiballe… o la Direttrice del FMI che pretende l’austerità killer di intere nazioni o la non eletta (fortunatamente) alla presidenza USA che voleva fare la guerra contro tutto l’Islam.

Io sono contro la violenza! Di qualsiasi genere e tipo. In quanto cancro sociale. In quanto estrema forma di debolezza nei confronti di problemi percepiti come irrisolvibili in altra maniera. In quanto risultato di una cultura sociale che estremizza la competitività a danno della collaboratività.

Ma il “categorizzare”, l’evidenziare una categoria come più violenta… o anche semplicemente come “sbagliata” è una forma di razzismo. : L’Islam contro i Cristiani (come se i crociati, il Ku Klux Klan o gli esportatori di democrazia…) gli uomini contro le donne (come se la martellatrice…), omofobi quelli, come me, ai quali non gliene frega nulla delle preferenze sessuali di chichessia, purché siano dirette verso adulti e consenzienti, ma che ritengono che per un figlio è meglio avere una madre ed un padre piuttosto che un “genitore uno” ed un “genitore due”…

Parliamo quindi di violenza, non di violenza di genere! Questa enfasi nel colpevolizzare questa o quella “categoria” altro non è che un dividi, dividi… dividi ed impera! Con il beneplacito di chi muove i fili dell’informazione dall’alto.

O no?

Autore: opinioniweb - Roberto Nicolini

Sono un insegnante di religione di scuola primaria dal 1996. Nonostante tutto il dato di "fede" non ha mai prevalso sulla ricerca della verità. Del resto è l'unica cosa che al di là dei limiti oggettivi della nostra vita ci rende effettivamente liberi e quindi ci avvicina a Dio, in qualunque modo Esso si manifesti!

39 pensieri riguardo “Violenza di genere?”

  1. Molto interessante e grazie per lo spunto di riflessione (più che condivisibile). Verrà ad alimentare il nostro prossimo percorso formativo dedicato proprio al tema della violenza. Intendiamo estendere la riflessione a partire da un appunto di Giuseppe Ungaretti: ” Nessuna violenza supera quella che ha aspetti silenziosi e freddi”.

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    1. Si, forse Ungaretti parla di quella violenza che non è causata dalla rabbia o dell’impulsività, ma invece è studiata e voluta con fredda determinazione! E nell’animo umano è certamente presente la volontà di fare il male al di là di ogni ragionevole dubbio! Grazie e complimenti per il percorso formativo che volere iniziare su una tematica così difficile

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  2. Sono d’accordo. Il “divididi et impera” è ovunque e viene “somministrato” alle masse attraverso ogni mezzo informativo, più o meno subdolamente.
    Riguardo alla violenza e all’animo umano , invece, spesso rifletto sul quarto principio del Kybalion. “Nelle coppie di opposti, il simile ed il dissimile sono eguali. Gli opposti sono identici di natura ma differenti di grado” , come il caldo e il freddo, o il buio e la luce…

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  3. L’articolo è interessante, tratta l’argomento da ogni lato possibile. Concordo nel dire che violenza non è solo maschile, solo sulle donne…ci sono casi che non vengono citati. C’è la violenza psicologica anche, se ne parla pochissimo. Ogni situazione è un caso a sé.

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  4. Violências, isto no plural, eis os males da humanidade sempre a nos importunar… todo ato de uso indevido da força para subjugar outrem… me parece que a abordagem de sua introdução, Roberto, seja a recorrente mundo afora… pelo menos aqui no Brasil o é. A mídia gosta de temas que viram modismos e esquecem ou esconde outros tão ou mais sérios. Paz e Bem!

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  5. “0A fotografare un’Italia di vittime e assassini è stato l’Istat, che racconta come le 123 donne uccise nel 2017 (erano 149 l’anno prima), nell’80,5% dei casi è stata vittima di una persona che conosceva. In particolare, nel 43,9% dei casi si trattava del partner attuale (35,8%, 44 donne) o del precedente (8,1%, 10 donne). Nel 28,5% dei casi di un familiare e nell’8,1% dei casi (10 donne) di un’altra persona come un amico o un collega. Cresce anche il numero di omicidi compiuti da compagni ed ex: erano infatti gli autori nel 21,5% dei casi nel 2015 e del 30% nel 2016.

    Gli uomini infatti raramente vengono ammazzati dal partner, donna o uomo che sia: 8 casi su 237 omicidi. Secondo i dati ufficiali, nel 32,1% dei casi gl italiani morti ammazzati sono stati uccisi da una persona che non conoscevano, e per il 43,2% non si è addirittura trovato l’autore. Al contrario delle donne, uomini uccisi da conoscenti sono solo il 24,8%, un terzo del corrispettivo valore delle donne.”

    Dopo di che morte e violenza sono da cpndacondannare .

    shera

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      1. Che maschilista io vedo una visione univoca se vai su Google e cerchi donna uccide a martellate il marito ti compaiono molti casi dove avviene il contrario ed infine una vecchia signora ultrasettantenne che uccide il marito malato e si suicida…..
        Salutissimi

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    1. Penso che il messaggio che veicola non sia sbagliato in sé, condanna modelli comportamentali palesemente scorretti per qualsiasi persona di buon senso. È però un messaggio divisivo, lo dimostrano le reazioni negative al video. La mascolinità in sé, così come la femminilità, non sono all’origine delle violenze, casomai è la società ad esaltarne aspetti negativi e trasformarli in modelli ideali da seguire. E non credo che identificare un modello negativo con l’essere maschio e l’essere femmina, possa aiutare a risolvere i problemi della violenza di genere. Quindi non so dirti come veicolare un messaggio corretto, forse come dice il mio amico Stefano dicendo sempre le cose come stanno, condannando cioè ogni violenza in quanto tale senza ricamare sui singoli avvenimenti. Perché a me sembra che quando si divide l’opinione pubblica con messaggi che molti percepiscono troppo di parte il fine sia altro, forse addirittura fare in modo che certi atteggiamenti violenti e sbagliati vengano esaltati, che quel modello, anche se negativo, rimanga comunque “giusto” per chi si sente uomo “superiore” e sempre giustificato e giustificabile. Non so in realtà se sono riuscito a spiegare il mio pensiero, diciamo che ci ho provato!

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      1. Secondo me non parla della mascolinità in sé ma di quella che ricerca il vero uomo (quello alfa) come corretto: scopafemmine, territoriale e tutto d’un pezzo. Quindi uomini emotivi, tranquilli, femministi o lgbt sono merda perché non rientrano nel modello tossico.
        Si potrebbe fare lo stesso con la femminilità, senza l’impronta maschilista nel modello?
        La mascolinità sbagliata fa male sia agli.uomini sia alle donne e come hai detto è proposto dalla società ma bisogna combatterla

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  6. Ho capito a che tipo di mascolinità si riferisce il video, che come ho detto sopra condivido nel messaggio che veicola! Ma questo modello di uomo è davvero così diffuso nella nostra società? Magari in quella americana è la norma, in quella europea a me sembra, per fortuna, ancora minoritario rispetto a modelli più normali! Quindi bisognerebbe capire quali sono stati i messaggi veicolati dalla società che hanno portato a questo, per combattere efficacemente un modello maschilista cosi assurdo. E non so se la via tracciata dallo spot sia la migliore! Però va riconosciuto a Gillette di avere perlomeno provato a correggere il messaggio estremamente maschilista che aveva negli spot precedenti

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  7. la violenza…molti in questi giorni hanno nominato il giorno della memoria… una memoria che non si vuole dimenticare, perché le guerre ci sono ancora, i soprusi anche, la violenza contro le donne in aumento, per strada appena qualcuno fa uno sgarbo… già la VIOLENZA… quando verrà debellata solo allora potremo parlare di giornate della memoria..

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    1. Non credo che l’uomo riuscirà mai a fare a meno della violenza, è troppo radicata nella nostra natura. E per questo imparare a conoscerla, vederne i sintomi, informare correttamente la gente del male che ci circonda, può significare limitarne le conseguenze, mettergli un freno. Speriamo e grazie mille per i tuoi preziosi commenti Salvatore

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  8. La lettura distorta di violenze ed abusi crea pericolose discriminazioni tra minoranze riconosciute e “protette” e singole vittime costrette a rispondere con il solo silenzio a palesi evidenze che il sistema si ostina a non considerare probanti.

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