Bruxelles, reddito di cittadinanza e quota 100!

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Stefano ha scritto questa interessante riflessione sulle tanto discusse riforme del governo: reddito di cittadinanza e quota 100! Da parte mia aggiungo solo che il reddito di cittadinanza è essenzialmente uno strumento funzionale alla precarizzazione del lavoro! Serve cioè a livellare i salari sul “reddito” stabilito dallo Stato e ingabbiare, appiattire i lavoratori dentro questo sistema: accetti il lavoro offerto dall’impresa o sei fuori! Il problema è che sappiamo già che per gli imprenditori al Sud, i 780 euro, sono troppi!!! Ciò significa che lì i salari sono molto al di sotto di questa soglia e ciò ai generosi padroni non va assolutamente bene. Vedremo quindi quanto sarà redistributiva questa manovra, nel breve periodo certamente si, darà un po’ di respiro a molte persone, ma nel lungo non ha futuro, non è in grado di migliorare alcunché perché si basa su un sistema lavorativo che favorisce comunque la precarietà e lo sfruttamento. Dove ci sono le tutele e il lavoro è garantito il reddito di cittadinanza non serve, è un controsenso. Dobbiamo scegliere fra redistribuire il reddito tra e i lavoratori e i padroni (grandi aziende)  o lasciare tutta la torta in mano a quest’ultimi completando così il lavoro fatto dai governi precedenti. Basta con le prese in giro, con gli esperimenti contabili fatti sulla pelle della gente. Lo Stato torni a fare lo Stato, garantisca cioè equità e diritti sociali, in primis il lavoro. Tutto il resto, sistema pensionistico “umano” compreso, verrà fuori come logica conseguenza. Ma vi lascio al post di Stefano…

Ancora non ha potuto fornire alcun esito, ma la manovra finanziaria ha già i suoi effetti nefasti: per i burocrati di Bruxelles l’Italia non avrà crescita nel 2019 o ne avrà meno del previsto e bla bla bla.

Hanno detto che il “reddito di cittadinanza” va nelle direzione giusta, ma la “quota 100” mai e poi mai!!!

Traduciamo:

l’elemosina data a persone considerate incapaci di lavorare come matti e di produrre per tutta la vita per stipendi da fame, purché restino in vita e continuino ad essere consumatori, va bene.

Riconoscere che delle persone, stanche da una vita di lavoro, di solito stressante e disumanizzante, possano finalmente concedersi il lusso di riposarsi un po’, e magari curare di più i propri affetti ed interessi, no!

Premetto che non sono d’accordo né col primo né col secondo caposaldo del “governo del cambiamento” (solo a parole).

Cominciamo col secondo: non va bene né la quota 100 né la “Fornero”, era meglio prima, c’era la vecchiaia… tipo a 65 anni (e già sono tanti) o l’anzianità con 40 anni di lavoro… caspita!!! Quarant’anni di lavoro sono un’enormità!!! Non bastano? Quanto deve disumanizzarsi uno? No, uno deve restare almeno fino a 62 anni, e magari ha già lavorato per 45 anni!!! Fermo restando che se qualcuno era così fortunato da fare un lavoro che gli piaceva, particolarmente stimolante o creativo, nessuno lo obbligava a smettere.

Ma soprattutto col primo punto perché… perché che senso ha?

Ci sono due tipi di attività lavorative:

quelle che producono un reddito, un valore aggiunto monetizzabile e di solito sono appannaggio dei privati. Quindi tutto il mondo dell’imprenditoria e della produzione di beni e servizi.

E quelle che non producono un reddito, che sono anche loro servizi utili alla collettività, ma queste sono appannaggio degli stati.

Bene, visto che lo stato deve pagare questo reddito di cittadinanza, la disoccupazione, la cassa integrazione, eccetera… perché non utilizzare questa potenziale forza lavoro per le attività non redditizie?

Quanti anziani e bambini ci sono da accudire? Quante foreste, spiagge e fiumi ci sono da pulire? Quanti lavori imprevisti ed urgenti ci sono nell’amministrazione pubblica? Quante sistemazioni contro il dissesto idro-geologico? Per non parlare poi delle eventuali (non auspicabili) emergenze catastrofiche…

Inoltre, la dignità dove la mettiamo? Tornare a casa dopo aver lavorato e sentire di esserseli guadagnati quei soldi, piuttosto che ricevere un sussidio, un’elemosina appunto? Inoltre, continuare a stare in attività, magari imparare altre professioni… spendibili nel privato? Inoltre, e questo è il punto più importante, renderebbe la gente non ricattabile, eliminerebbe il caporalato e gran parte del lavoro nero.

Sono contrario al reddito di cittadinanza e favorevole ad un programma di lavoro garantito dallo stato!

Autore: opinioniweb - Roberto Nicolini

Sono un insegnante di religione di scuola primaria dal 1996. Nonostante tutto il dato di "fede" non ha mai prevalso sulla ricerca della verità. Del resto è l'unica cosa che al di là dei limiti oggettivi della nostra vita ci rende effettivamente liberi e quindi ci avvicina a Dio, in qualunque modo Esso si manifesti!

24 pensieri riguardo “Bruxelles, reddito di cittadinanza e quota 100!”

  1. Buongiorno!!! In Italia non funziona niente. Tutto deve rimanere com’è e sappiamo il perché, purtroppo!
    Chi vuole far qualcosa, viene bloccato.
    Abbiamo la più fiorente attività al mondo, il turismo, e guarda un po’….. cibo, vino, mari, laghi, monti, colline, piazze, monumenti….il tutto unico al mondo…. e guarda un po’ come siamo messi.
    Buona giornata 🌼🙏

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    1. Oppure potremmo dire che funziona tutto: il peggio del peggio, cioè la svendita dei cittadini ai padroni che speculano sul mercato, è stata realizzata in modo impeccabile!!Ma una luce rimane, quella della Costituzione: chi l’ha fatta sapeva bene cosa serviva alla gente per vivere dignitosamente! Grazie Titti per il commento

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  2. Questo reddito di cittadinanza è veramente una buffonata. Aggiungiamo che è difficile da controllare e si presta ad una infinità di sotterfugi: al centro per l’impiego (altra buffonata, ma è un’altra storia) mi dicono che aumentano vertiginosamente i casi di separazione per prendere il doppio reddito. Ma se non riusciamo neanche a controllare una cosa facile come le residenze dei cittadini che usufruiscono di tutti gli sgravi fiscali negli acquisti di immobili e nelle graduatorie come possiamo pensare di controllare se davvero due persone sono separate?

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  3. Sono poco convinta anch’io, ma ancor più preoccupata che non si intraveda una politica di sviluppo che porti davvero a farci ripartire (e non dimentichiamo che fino al 4 marzo scorso crescevamo, poco ma crescevamo). Da lì poi si può fare tutto, con giudizio

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    1. Paola, la crescita in Italia non è mai ripartita purtroppo! Quando gli altri crescevano del 2% noi a stento arrivavano all’1%. Oggi che gli altri vanno in recessione, la frenata della Germania è notevole, noi siamo in linea con i dati. Ma una crescita che si basa su una disoccupazione stabilmente sopra il 10% è chiaramente frutto di politiche criminali di precarizzazione del lavoro! Quello che spero io è che questo governo possa ripristinare gradualmente le tutele che garantiscano il lavoro stabile. Ma il RdC serve invece a rendere sopportabile la schiavizzaione e l’impoverimento! Del resto dentro l’euro non abbiamo spazi decisionali democratici per cambiare rotta, non ci sarà mai crescita che non sia sfruttamento. Speriamo che le europee siano effettivamente una spinta al cambiamento

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      1. Alla fine del 2011 eravamo così poveri che ci sono voluti anni per tirare un po’ su la testa, e quando finalmente il segno si è invertito, ci hanno pensato questi a farci di nuovo sprofondare. Quanto alla precarizzazione del lavoro, il discorso non è così semplice: il mercato globale richiede prodotti concorrenziali, e per avere queste condizioni le imprese hanno bisogno di alta resa e poco costo del lavoro. Diversamente è peggio, perchè se l’impresa non vende, chiude e lascia tutti a casa. Le condizioni generali sono diverse dal passato e bisogna accettarle. Del resto, lo sappiamo tutti: chi ha voglia di lavorare, lavora. Per questo dico che, più che politiche di tutela, ci vogliono politiche di sviluppo, le uniche in grado di assicurare stabilità nel tempo. Il RdC credo si annullerà da solo. Quanto alle europee, se la spinta verso il nuovo è il sovranismo, direi che per l’Italia c’è veramente da temere

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  4. La politica di sviluppo in questo Paese è solo a favore dello sviluppo politico e delle caste ad esso associate. Non vedo purtroppo l’uscita dell’Italia dal tunnell della disoccupazione, dell’inoccupazione e di altri grandi problemi che affliggono questo Paese. E’ difficile e forse non riesco nemmeno ad immaginare un governo che attui una politica di riconversione economica per un sano futuro…

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  5. Questa situazione viene da lontano. Pensioni, diciamoci la verità, la legge Fornero è stata fatta solo per accorpare l’Impdap all’Inps, cioè porre le pensioni dei dipendenti pubblici al pagamento della gestione dei privati, oggi tutte le pensioni in Italia vengono pagate coi contributi di dipendenti, artigiani e commercianti, bella furbata! Il reddito di cittadinanza, così come è fatto, non è fatto bene. E’ stato fatto solo a fini di sondaggi elettorali, però il principio è buono, poi, si sa, siamo in italia. Il marcio che c’è viene da tutti noi e non solo dagli altri.

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    1. Il buco dell’inpdap è iniziato dal 2005 quando la Gelmini ha imposto il blocco del turn over (3 in pensione e 1 assunto)! In pochi anni gli insegnanti (per fare un esempio) sono diminuiti di 100mila unità! Quindi il buco si è formato perché sempre meno persone lavorano e ciò non garantisce in alcun modo le pensioni future: chi lavora con lavoro retribuito equamente paga infatti le pensioni in essere! Se hai voglia sulle pensioni avevo scritto questi post tragicomici https://opinioniweb.blog/2017/11/14/67-pensionato-morto-che-parla/ oppure https://opinioniweb.blog/2018/10/25/leffetto-uscio-e-gli-anta-mila-miliardi-di-boeri/ .

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