I luoghi di confine: dal romito di Lampedusa al multiculturalismo globalista.

lampedusa
In continuità con il precedente post “Sul cibo, sulle religioni e sull’identità” ripubblico QUESTO articolo sui luoghi di confine…

Nel XV secolo esisteva a Lampedusa uno strano luogo di culto, una grotta dedicata alla Madonna, dove si depositavano sia cimeli cristiani sia quelli musulmani, a cui si rivolgevano in preghiera pescatori, naviganti, marinai, corsari, di entrambe le religioni. Era un luogo di culto “doppio” appartenente contemporaneamente all’islamismo ed al cristianesimo. Secondo la leggenda il compito di accendere il lume per i naviganti era affidato ad un romito che si presentava a seconda del bisogno o cristiano o musulmano: questo rappresentava un modello di sincretismo religioso, cioè una convergenza di culture e religioni diverse. Nel libro di Lucetta Scaraffia “Rinnegati” leggiamo che un avventuriero spagnolo a cavallo tra ‘500 e ‘600, cavaliere di Malta, presentava nelle sue memorie una descrizione di questo luogo: c’era un altare, posto sotto il quadro della Madonna, dove si trovavano << molti oggetti che vi hanno lasciato in elemosina i cristiani e vi è perfino del biscotto, del formaggio, dell’olio, delle carni salate, del vino e del denaro>> e dall’altra parte della caverna <<si vede una tomba dove è sepolto un marabutto turco, uno dei loro santi a quanto si racconta>>e accanto ad esso <<le medesime elemosine della nostra Immagine Santa>>.

Quindi ieri come oggi Lampedusa costituiva un approdo speciale grazie alla sua posizione geografica. Sempre nel testo della Scaraffia sopracitato leggiamo: almeno a partire dal XV secolo risulta che fu acceso un lume per guidare i naviganti. Secondo una leggenda siciliana il compito di accendere il lume era affidato ad un romito, che viveva nella grotta sacra e si presentava come cristiano o come musulmano, a seconda della provenienza dei naviganti che vi sbarcavano, <<da ciò il comune detto in Sicilia “il romito di Lampedusa” per indicare una persona dalla doppia fede>>. Possiamo parlare di multicultura e multireligione praticata già oltre 500 anni fa da chi viveva in questi luoghi di confine.

Isole poste al centro del Mediterraneo come Pantelleria, Lampedusa o Malta, videro convivere famiglie musulmane e cristiane e si parlava un dialetto arabo almeno fino a tutto il XV secolo. Si configuravano come luoghi “neutri” che riconoscevano tributi sia ai re cristiani sia ai califfi musulmani. Isole di libertà religiosa, politica, sociale dove si abolivano i confini fra l’islam e il cristianesimo e ciò era possible solo perché c’era un equilibrio di forze fra le due parti. Infatti nel XVIII secolo con la decadenza dell’impero ottomano i paesi barbareschi del nord africa persero la loro autonomia economica e iniziarono a diventare colonie degli stati europei, in particolare della Francia.Quando c’è qualcuno che comanda non si può più scegliere la neutralità, ma ci si deve decidere a favore di un’unica identità: quella che i colonizzatori imponevano con la forza della loro dominazione.

Nel mondo di oggi ha più senso parlare d’incontro tra diverse identità religiose? L’uomo occidentale ha in gran parte spezzato i legami identitari con la propria religione cadendo nell’individualismo e perdendo tutti quei riferimenti gerarchici di tipo morale e sociale dati prima dalla Legge divina. La stessa Europa ha rifiutato di riconoscere le proprie radici cristiane e visto quello che sta accadendo con l’accelerazione incontrollata dei flussi migratori sembra sempre di più finalizzata ad accogliere in modo indiscriminato gli apporti culturali e religiosi che vengono dall’esterno. Non sappiamo più se definirci cristiani o se alla fine sia davvero importante difendere le nostre tradizioni e la nostra cultura. Per i musulmani invece un’Europa islamizzata è un’opportunità anche per procedere ad un’innovazione culturale altrimenti impossibile nei loro paesi d’origine: questa religione può infatti rispondere all’ateismo, all’individualismo, al recupero dei valori tradizionali come quello della famiglia in modo altrettanto efficacie del cristianesimo!

Eppure la Chiesa cattolica, proprio nel Compendio della dottrina sociale della Chiesa relativamente alla difesa delle identità così si esprime: “La Nazione ha <<un fondamentale diritto all’esistenza>>; alla propria lingua e cultura, mediante le quali un popolo esprime e promuove la sua “sovranità” spirituale>>; a <<modellare la propria vita secondo le proprie tradizioni, escludendo, ovviamente, ogni violazione dei diritti umani fondamentali e in particolare, l’oppressione delle minoranze>>”. In sostanza nel Compendio si dice che l’accoglienza non deve mai essere indiscriminata, cioè non deve mai arrivare a minare quelle tradizioni e quella cultura che son alla base dell’unità sociale e del bene comune che questa unità garantisce!

Mettiamo ora a confronto le affermazioni del Compendio sopracitate, con quelle di una rappresentante del globalismo moderno in salsa eurista, la presidente(a) della Camera Laura Boldrini:
“I migranti oggi sono l’elemento umano, l’avanguardia di questa globalizzazione e ci offrono uno stile di vita che presto sarà molto diffuso per tutti noi”, “Dobbiamo dare – spiegava la Boldrini – l’esempio concreto di una cultura dell’accoglienza come un nostro valore a 360 gradi che sappia misurarsi con la sfida della globalizzazione. Una sfida che porta anche una maggiore opportunità di circolazione delle persone perché nell’era globale tutto si muove”. Qui l’articolo e il video.

Si augurava che lo stile di vita portato dai migranti si sarebbe sostituito al nostro: non diceva che i migranti avrebbero avuto maggiori diritti, ma anzi che la loro precarietà e povertà sarebbe diventata un modello anche nella nostra società. La religione eurista ha nella sua essenza la mercificazione del lavoro e per fare questo è necessaria la libera circolazione delle persone funzionale all’impoverimento collettivo e alla cancellazione dei diritti sul lavoro: ci deve sempre essere qualcuno così disperato da accettare un salario sempre più basso, l’importante è che chi lavora ad un costo più elevato sia immediatamente licenziabile senza troppi problemi (vedi Jobs act).

Se la Chiesa vuole recuperare il suo ruolo di evangelizzazione della società deve necessariamente opporsi a queste idee che invece di mantenere in vita il confronto fra culture e civiltà, rischia di annientarle. Per instaurare un dialogo non si può perdere di vista se stessi. E proprio un musulmano, Fuod Allam, in un articolo apparso sulla Repubblica del 23 settembre 2003 scriveva: “la questione delle radici cristiane dell’Europa, in un momento in cui si parla di eterogeneità delle culture e di multietnicità, suscita altre problematiche: come accogliere l’altro se si nega se stessi?… L’incontro è possibile soltanto se si è consapevoli delle proprie radici….L’Europa, faccia a faccia con se stessa, è ricca di saperi, ma restia ad accettarsi; ma per me essa rappresenta l’albero d’ulivo che nel Corano, al versetto 35 della Sura della luce, è né d’oriente né d’occidente”. Qui è evidente la preoccupazione nei confronti di una civiltà che sta perdendo di vista se stessa e i propri valori, che si riferisce solo a finalità utilitaristiche rischiando così di adottare stili di vita incompatibili con l’accoglienza e la pace, che spingono invece allo sfruttamento e all’odio reciprico.

In natura i luoghi di confine sono segnati dall’incontro degli elementi: l’acqua e la terra sul bagnasciuga di una spiaggia, le tenebre e la luce nel momento del crepuscolo e dell’alba…sono e rimangono linee di confine, d’incontro e separazione fra elementi diversi di due mondi! Come il romito di Lampedusa essi possono esistere e convivere solo in certi luoghi e in certi momenti. La civiltà occidentale è oggi indebolita dalla perdita della propria identità religiosa e culturale, non è in grado di dialogare ma solo di soccombere ad un modello che invece di integrare i popoli rischia di portare al rifiuto e all’odio, il tutto in nome della religione globalista che nega ogni forma di identità!

Autore: opinioniweb - Roberto Nicolini

Sono un insegnante di religione di scuola primaria dal 1996. Nonostante tutto il dato di "fede" non ha mai prevalso sulla ricerca della verità. Del resto è l'unica cosa che al di là dei limiti oggettivi della nostra vita ci rende effettivamente liberi e quindi ci avvicina a Dio, in qualunque modo Esso si manifesti!

13 pensieri riguardo “I luoghi di confine: dal romito di Lampedusa al multiculturalismo globalista.”

  1. Scusa, non mi è chiaro che cosa concretamente si intenda per “radici” nella locuzione “radici cristiane dell’Europa”. Il nostro Continente ha senza alcun dubbio una storia segnata dal Cristianesimo, ma “storia” è ben diverso da “radici”. Al di là dell’allegoria, in che cosa consistono queste radici dell’Europa?
    Non voglio far polemica, gli è che nessuno finora è stato in grado di dare una risposta concreta – non incentrata sull’allegoria – a questa mia domanda.
    Grazie in anticipo se vorrai provare a rispondere 🙂

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    1. L’ipotesi storica a cui faccio riferimento lega la nascita dell’identità dell’uomo moderno occidentale e della secolarizzazione proprio alle caratteristiche della religione cristiana. Gli studi partono dal fenomeno dei rinnegati, il periodo è quello delle invasioni barbaresche. Un testo interessante è proprio quello di Lucetta Scaraffia,. Rinnegati appunto. Essa definisce il cristianesimo la “religione dell’uscita dalla religione”! Diciamo che oggi questa identità o rifiuta qualsiasi riferimento alla religione ma paradossalmente ne è il frutto. Recuperare una consapevolezza delle proprie origini è la base di un qualsiasi dialogo visto la necessità d’integrazione fra culture diverse. Ma per non cadere nell’allegoria ti consiglio di leggere il libro citato, piccolo ma piacevole. Le tesi sono frutto di ricerche storiche limitate ad un periodo abbastanza circoscritto, ma risultano ugualmente interessante anche per chi non le condivide

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  2. The European history goes back long time and is a history of migration and change! So our real roots do not start with the spread of Christian belief what you simply ignore. And if you want to stop dialogues as a Christian this sounds quite extremist and medieval. Who should then listen to you? I am happy to live in a secular town where more than 40 % are not member of any church, saying that all these people have no identity is just stupid!

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    1. Being a Christian has nothing to do with the thesis of the article. The post is based on historical research that presupposes that the identity of modern man was also born from Christianity defined paradoxically “the religion of leaving religion” by the historic Lucetta Scaraffia. The book is titled Renegades. Historical research is based on the barbarian epoch. One of the many hypotheses on the birth of secularization that seemed interesting to me

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      1. I am happy to live in a society where belief is not reduced to a certain ideology or religion. And if we would only stick to traditions, human beings would still sit somewhere in Africa under a tree. Have a nice day!

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    1. Sono contento che trovi i miei post interessanti. Anni fa ho fatto la mia tesi di laurea sui “rinnegati”: cristiani e musulmani che diventavano schiavi durante le guerre barbaresche! Le conversioni, soprattutto dei cristiani all’Islam, fanno vedere come il cristianesimo sia aperto al confronto, all’integrazione più di quanto si pensi

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  3. Che scritto interessante!
    sai che in questi giorni con i miei piccoli artisti sto realizzando un mio progetto sulla bellezza.
    Progetto che punta soprattutto sulla bellezza della vita
    E sai qual è il momento che mi ha suscitato una forte emozione?
    Quando abbiamo scoperto che c’è cultura, quando c’è scambio di conoscenze tra i popoli.
    E questa è la vera BELLEZZA!

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  4. Bellissimo… non lo avevo ancora letto. Volo a condividerlo.
    P.S. Ma come che WordPress non riconosce più gli “esterni”? A differenza di prima, da un po’ di tempo ogni volta che devo commentare devo anche riscrivere daccapo tutti i miei dati. Una faticaccia!

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    1. Grazie Ivano per l’apprezzamento. In effetti i tuoi commenti finiscono sempre in moderazione, come se fossi nuovo (modero solo il primo commento, gli altri vengono subito pubblicati). Misteriose strategie di piattaforme rivali. Anche facebook da mesi si è scollegato da WordPress,ora non posso più pubblicare in automatico

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