
…che è in me!
Striscia, parla, si nasconde nelle fronde della mia mente. Nel mito mai è stato “fuori”, sull’Albero, essere o animale fra gli animali del Giardino! E’ sempre stato in noi il Peccato come frutto della Ragione, come opposizione all’Essere che è Vita, come baratro senza fine ed eterna solitudine. Franare nel proprio stesso io, morire e frantumarsi in infinite morti senza mai diventare Nulla assoluto, un’esistenza senza Essere o essere un non-Nulla! Mai più il Nulla, scintille, spirali, frammenti ma pur sempre essere un non-Nulla grazie a Lui!
Affidarsi all’Essere, atto di fede in quel principio luminoso che è sostanza della stessa ragione, ciò è l’inizio della Vita. Essere un non-Nulla, lontano da ogni fondamento che non sia Dio, è scegliere di morire in sé stessi nell’Eterna solitudine della ragione umana, ricolma di superbia e di falsità. Ne cogliamo i suoi frutti in ogni forma di potere sulla terra, si manifesta in ogni gesto e manifestazione della ragione separata dalla fede, essa ci divinizza ma crea al contempo un infinito vuoto di dolore e irrazionalità. Affidarsi alla grazia, al fatto che Dio segue in ogni dove, sostiene le sue creature pur allontanandole da sé a causa della disobbedienza della ragione!
Il fine della Storia è forse cogliere il nuovo frutto donato dall’Amore e riempire il vuoto di Dio con Dio, un Dio che si umanizza divinizzando l’uomo, donandogli quella che sarà la vera vita eterna?
Solo
tra milioni di esseri
Solo
sicuro che Tu
sia qui
ma rimane la paura…
Perché l’urlo
nel mio cuore
non ha mai fine?
*La donna è l’ultima e quindi la più perfetta tra le creature, l’anello che tiene unita l’intera creazione. Nudi e senza maschere o contorcimenti della mente, vagavano nel giardino, dove lo stesso Dio passeggiava. Dio li chiama… “Chi ti ha detto che eri nudo?”. Nudo in quanto pura esistenza in balia di sé stessa, ora divenuta conoscenza incarnata in un’essenza, il serpente, in grado di penetrare, strisciare, avvolgere con le sue spirali e dare la Morte! In questo male oscuro, in questo pozzo della conoscenza in cui si è calato l’uomo agli albori dell’esistenza rimane forse lo spazio per la salvezza dopo la creazione.