Un pianeta perfetto

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Saccaromiceti in azione: fermentazione alcolica!!!

Il racconto che segue è stato scritto da Stefano che lo ha sviluppato da un’idea originale del suo amico Tiberio, I due che si conoscono da una vita sono riusciti a sviluppare un breve racconto di fantascienza gradevole e soprattutto attuale. Buona lettura

«Lo so, lo so che la nostra è una razza “lenta”, che nella parte di universo che abbiamo esplorato la maggior parte delle razze intelligenti misurano il tempo considerando il giorno una rotazione del loro pianeta ed un anno la rivoluzione.»

Lo scienziato si guarda intorno per accertarsi dell’attenzione dei colleghi. «Lo so che noi, a differenza di molti altri, andiamo a dormire quando inizia l’inverno e ci svegliamo in primavera, mentre… pensate! Molte altre razze vanno a dormire di notte. Ogni notte!»

Sottolinea il concetto con un sorriso di sufficienza. «Quando per noi finisce un giorno per gli altri ne sono passati da 300 a 500. Quando li osserviamo muoversi sembrano delle formiche impazzite… ci pensate? Se loro potessero osservarci ci vedrebbero immobili come statue di pietra.»

Questi concetti, sul diverso scorrere del tempo a seconda del metabolismo dei diversi organismi, erano ben chiari a tutti i partecipanti della riunione, per cui ognuno si stava domandando dove volesse arrivare e lui era un tipo che non si faceva certo pregare.

«Questa cosa ci dà dei vantaggi innegabili: le razze veloci, per esempio, non possono viaggiare tra le stelle, visto che alla velocità massima possibile, che è circa il 90% di quella della luce, qualsiasi distanza interstellare sarebbe impercorribile da esseri che terminerebbero il loro ciclo biologico durante il viaggio. Mentre per noi qualsiasi distanza corrisponde solamente ad una piccola frazione della vita.»

 

In un altro tempo, sulla terra:

 

Fabio e Carlo stanno sorseggiando un bicchiere di ottimo rosso seduti sul divano, mentre le donne chiacchierano tra di loro in cucina.

Fabio, che è il vero intenditore di vini pregiati, alza il calice per un brindisi: «Agli antichi ed alla loro Ambrosia degli Dei.»

Brindando, Carlo, invece, propone una riflessione: «Sai cosa pensavo? Certamente sarà stato un caso, qualcuno avrà spremuto dell’uva per bersi un dolce succo, poi avrà lasciato l’avanzo da qualche parte e questo è fermentato…»

Fabio si intromette nell’ipotesi: «Ma non lui! Qualcun altro, per sbaglio, avrà bevuto il mosto andato a male e si sarà accorto che non era male per niente.»

«Perché non la stessa persona?»  

Col suo fare sempre sicuro di se, Fabio ribatte: «Gli antichi non avevano le nostre conoscenze, ma non erano scemi: lo sapevano benissimo che gli alimenti, dopo un po’, si deteriorano.»

Carlo assume un atteggiamento riflessivo. «Beh sì, certo, solo che pensavo ai saccaromiceti… che stupidi animali!» Conclude scuotendo la testa pensieroso.

«Perché?»

«Scusa eh? Prima si nutrono degli zuccheri del mosto, e si riproducono in una progressione geometrica, perché c’è tanto cibo, ma così facendo espellono l’alcool, che è un prodotto di scarto, ma che è anche velenoso per loro. Alla fine, quando c’è troppo alcool nell’ambiente in cui vivono, muoiono intossicati!»

Fabio guarda l’amico ammirato per l’acuta osservazione.

 

In un altro tempo, su un altro pianeta:

 

«Scusa collega, ma dove vuoi andare a parare?»

Il relatore sorride sicuro di se: «Ci arrivo, non vi preoccupate!: Allora, avete presente quel pianeta perfettamente abitabile, dove da poco è caduto un grosso meteorite che ha distrutto tutte le forme di vita più grandi di 10 Kg di peso?»

«Ah si, abbiamo capito… sarebbe molto utile per le nostre colonizzazioni. Ma gli studiosi di abitat esobiologici hanno già escluso che possa essere adatto alla nostra struttura metabolica.»

«Sì, certo, conosco bene i risultati di quegli studi: troppo ossigeno in atmosfera, troppo freddo, troppe foreste, troppa luce solare… eppure mi è venuta una idea!»

Tutti gli altri insorgono in un chiacchiericcio di disapprovazione: «E’ inutile anche parlarne, l’investimento che dovremmo fare per trasformare quel pianeta, in termine di risorse, di tempo e di fatica, sarebbe troppo grande e non ne varrebbe la pena!»

«Invece io voglio proporvi un sistema semplicissimo e geniale.» Sottolinea la frase con rapidi gesti delle mani.

«Sentiamo dunque! Ma spero proprio sia una proposta sensata, che qui di tempo ne stiamo sprecando anche troppo!»

Il relatore, per niente intimorito, si prende invece tutto il tempo per organizzare verbalmente la sua esposizione: «Bene, abbiamo visto che nel pianeta, finora, sono vissute solo razze “veloci”. Dovremo quindi aspettare poco tempo, per noi, fino a quando una razza non sarà promettente. A quel punto potremmo intervenire per modificare geneticamente quella razza.»

Si ferma come per organizzare tutto nella sua testa, poi riprende: «Possiamo fare così: ne creiamo uno… di sesso maschile. Gli diamo anche la caratteristica dell’intelligenza, ma non del tutto, non come la nostra. Non gli inseriamo il concetto di limite e di sostenibilità, anzi gli mettiamo dentro la cupidigia. Lo mettiamo in un ambiente favorevole e circoscritto. Sì insomma, un paradiso terrestre.  Vediamo come si comporta e lo adattiamo man mano. Se funziona bene, gli creiamo la femmina e li lasciamo liberi di scorrazzare per tutto il pianeta.»

«Esimio collega, non capisco dove vuoi arrivare!»

«Ma è molto semplice! Con quelle caratteristiche, in poche migliaia dei loro anni, si moltiplicheranno e raggiungeranno presto il numero e la tecnologia per trasformare l’intero pianeta come noi lo vorremmo: poco ossigeno, molta anidride carbonica, molto più caldo e con meno luce visto che ci sarebbero sempre le nubi. E non solo, a quel punto non riusciranno a sopravvivere alla loro catastrofe e ci consegneranno un pianeta praticamente perfetto!»

Autore: opinioniweb - Roberto Nicolini

Sono un insegnante di religione di scuola primaria dal 1996. Nonostante tutto il dato di "fede" non ha mai prevalso sulla ricerca della verità. Del resto è l'unica cosa che al di là dei limiti oggettivi della nostra vita ci rende effettivamente liberi e quindi ci avvicina a Dio, in qualunque modo Esso si manifesti!

14 pensieri riguardo “Un pianeta perfetto”

  1. Ottimo lavoro di riporto – visto che il racconto è d’altri,come dici; accurato e,per il mio gusto e pensiero, davvero appassionante! Bello! Un’aggiunta surreale e correlata all’attualità canora sanremese: potremmo ascoltare uno di quegli alieni in quell’assemblea interstellare,dire dei terrestri: “Non di solo gas vivono ma di ogni peto che esce dal culo di Albano e Romina” (chiedo venia per la piccola parola volgare usata). Ciao, Roberto! Complimenti per il tuo interessante blog!

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    1. Grazie per l’apprezzamento Elisa. Io sono portato a pensare che la regola sia l’estinzione, nel senso che la vita sulla Terra ha avuto innumerevoli “episodi” e innumerevoli specie comparse e sparite senza lasciare traccia o quasi. Che il progetto della vita vada oltre le specie e oltre l’uomo. Siamo importanti, ma forse sopravvalutati (dallo stesso Dio che ci ha creati)! Quindi intelligentemente ci faremmo anche noi da parte per fare spazio alla vita. Come un superorganismo il Tutto andrà comunque avanti. Verso una meta? Perderemo il nostro sapere di esserci? Non so, ma ripeto, quello che sento è che non ci vedo niente di strano nell’estinzione, in natura è la regola e perché mai l’uomo dovrebbe essere così stupido da fare eccezione?

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