Riflessioni filo-virologiche

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<a href="http://Foto di OpenClipart-Vectors da Pixabay“>Foto da pixabay

Riflessione interessante, alla quale aggiungo solo due parole. Se questo virus è un prodotto della natura, significa forse che essa sa fin troppo bene liberarsi di chi inizia a risultare un pericolo ai fini evolutivi. Non che sia questa l’ora della nostra estinzione, ma almeno impariamo a rispettarla (la natura)! Se invece il virus è un prodotto umano, finalizzato, fra le altre cose, a isolare e quindi a dividere le persone per meglio ottenere controllo e sfruttamento collettivo, ritorniamo comunque alla prima opzione: la natura sa bene come liberarsi di chi non è utile (evolutivamente parlando)! Cari controllori, se mai ci siete e soprattutto siete all’ascolto (modello Grande Fratello), siete sicuri di aver ben capito a che gioco state giocando?
Post di Stefano

La mia compagna mi ha fatto riflettere con una frase: “Questo è il virus dell’incomunicabilità!”. Effettivamente sembra quasi il tassello finale e, ad un paranoico come me, non poteva sfuggire. Dopo la diffusione dei mezzi di comunicazione di massa che fanno comunicare sì, ma da lontano. Dopo la diffusione dei sistemi di intrattenimento, dei giochi elettronici, che vengono usufruiti soprattutto in solitudine, questo regale vAirus sembra quasi la ciliegina sulla torta. Vietato avvicinarsi a meno di un metro… ho sentito anche dire a meno di 1,82 mt! Vietato darsi la mano, vietatissimo abbracciarsi e baciarsi, parlarsi solo attraverso lo schermo delle mascherine, restare più possibile confinati alla propria abitazione, con pochissime deroghe e solo per procurarsi il cibo ed i farmaci, ma ovviamente a distanza di sicurezza! Vietati gli assembramenti, le cene conviviali, le risate in compagnia, le partite di calcetto. Vietata la cultura di massa, cinema, teatro, concerti, musei. Vietato insomma il contatto umano. L’altro è vissuto come un potenziale nemico. In questo periodo la fanno da padroni il telefonino ed internet, in cui la comunicazione consta di soli suoni ed immagini, riprodotti, artificiali. Percepiti solo dal cervello razionale con rare deroghe verso la parte emozionale e praticamente nessuna verso la parte creativa ed intuitiva. Nessuna comunicazione non verbale, nessun contatto, nessun odore, anche perché coperto dal disinfettante. Comunicazioni robotizzate che preludono all’automazione dell’uomo stesso, al trans-umanesimo. Dicono che sono disposizioni temporanee, che passata l’emergenza tornerà tutto come prima… ma intanto un bell’esperimento è stato attuato. Intanto abbiamo imparato ad auto recluderci, abbiamo cominciato ad abituarci ai controlli di polizia. Eh… è per il nostro bene! Poi chissà? A volte niente è più definitivo del temporaneo. Il denaro contante potrebbe essere veicolo di contagio, lo vogliamo abolire? La geo-localizzazione obbligatoria sarebbe utile in emergenze future, la vogliamo concretizzare? Certo che questo virus, per le élite, se non ci fosse stato bisognava inventarlo!

Autore: opinioniweb - Roberto Nicolini

Sono un insegnante di religione di scuola primaria dal 1996. Nonostante tutto il dato di "fede" non ha mai prevalso sulla ricerca della verità. Del resto è l'unica cosa che al di là dei limiti oggettivi della nostra vita ci rende effettivamente liberi e quindi ci avvicina a Dio, in qualunque modo Esso si manifesti!

31 pensieri riguardo “Riflessioni filo-virologiche”

  1. Bravo, Roberto! Penso delle cose simili! L’isteria italiana su quest’argomento mi fa tristse. Ho pensato che ci siano più persone intelligenti….che possano al meno usare il cervello nel modo più giusto! 🙂 Speriamo la liberazione dal viru-finto di oggi!

    Saluti cordiali,
    Maria

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    1. Terribilmente vero! Che poi la morte è un muro, tra il qui e l’oltre (che sia esso il nulla o una nuova luce). Ma l’indifferenza dell’altro verso il destino di chi gli sta accanto, il lasciarlo andare in un mare d’indifferenza annienta ogni senso d’umanità. È la vera fine dell’uomo e con esso di Dio. Perché infondo c’è anche questo, hai perfettamente ragione. E forse ci stiamo già abituando a lasciar andare le persone nn El limbo dell’indifferenza e della solitudine

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      1. del resto è da un bel pezzo che siamo spinti a questo, dal tempo dell’allontanamento dei cimiteri dalle città, poi dei morenti delle case, con l’ospedalizzazione… (e sono innumeri gli studi che mostrano quanto invece noi si abbia bisogno sempre – ancora – di “morire-con”).

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  2. Rileggendo la tua ultima frase io ti domando:
    hai assoluta certezza che non sia proprio così ???
    Potrebbe non esserlo ma conoscendo i soggetti direi che è molto, ma molto possibile …
    sono sicuramente esseri ma sul fatto che siano ‘umani’ nutro parecchi dubbi.
    Ciao

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      1. Bella domanda …
        di sicuro sono una evoluzione di grandissimo rilievo;
        peccato che lo siano nella direzione del peggioramento (e non solo etico) di una razza che è disarmonica con il resto del pianeta ove vive (sempre che questo termine sia il più appropriato da utilizzare)

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      2. non so se la Natura si possa considerare matrigna … forse neppure madre.
        E’ semplicemente ‘natura’ e ha delle regole e delle leggi che le hanno permesso di esistere per milioni di anni; a volta le sue leggi possono sembrarci crudeli ma hanno sempre una logica; gli esseri umani spesso sono crudeli e spesso lo sono senza logica alcuna.

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      3. La storia naturale è una storia di “estinzioni”, lo diceva Ian Malcolm in Jurassic Park! Quindi l’evoluzione ha radici assai fragili, forse essa consiste semplicemente nel propagarsi della vita scartando nel cammino i vari vettori evolutivi. Ma anche in natura c’è un evoluzione nascosta, direi Spirituale e l’uomo per me ha la caratteristica di incarnare entrambi gli aspetti (materiale e spirituale o materia sottile). Il male fa parte di questa dimensione? Esiste un male umano, cioè cosciente di sé e in quanto tale indipendente dalla natura? O è anch’esso natura? Domande interessanti

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  3. Viviamo nell’era della comunicazione sociale di massa e spesso non ne possiamo farne a meno di tutte queste informazioni. Quando però ci sono condizioni per le quali dobbiamo rimanere a contatto metrico con altre persone, questa comunicazione perde quasi il suo senso, la sua essenza. Ci sembra di vivere in un mondo surreale e dipinto da tinte grigiastre. Ovattati.

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    1. Ciao Massi parlare a tutti significa in concreto parlare a nessuno. Questo perché i media, la rete,…hanno inventato la comunicazione senza ascoltatori. Recepiamo per inerzia e sempre per inerzia schiacciamo bottoni mentali. Capisco grazie al tuo commento la mia naturale repulsione verso video esplicativo sui svariati argomenti: efficaci certo, ma come dici te in mezzo alle troppe informazioni essi sfociano spesso nel surreale de-informando. Ecco perché i blog stanno implodendo sommersi dai social: laddove la riflessione passa attraverso la lettura e il dialogo la gente sempre più di trova davanti ad un muro, impotente

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  4. Uso de forma recorrente um provérbio chinês: “Deus perdoa sempre, o ser humano ás vezes, a natureza nunca”. Está dito… Fico, portanto, com a primeira opção. Como está aí, meu caro?

    Uso ripetutamente un proverbio cinese: “Dio perdona sempre, gli esseri umani a volte, la natura mai”. Si dice … Sono quindi rimasto con la prima opzione. Come stai, mia cara?

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  5. i complottisti sono un pericolo per il paese e per l’umanità di tutto il mondo di tutta la terra… noi umani abbiamo la presunzione di essere sopra la NATURA ma è la natura che detta le regole… quindi voglio invece pensare e credere che la natura si è stancata del “Virus umano” cioè di noi… visto che ha colpito quasi tutti e nessuno per ora ne è con assoluta certezza escluso… Questo virus ha messo in ginocchio l’economia italiana e a breve quella mondiale ha messo in ginocchio noi tutti ha messo in ginocchio quelli che hanno creduto una farsa, questo virus, tirando in ballo l’immunità di gregge visti i morti e le persone in ospedale e gli ospedali al collasso, qui non c’entrano solamente i rapporti sociali di ognuno di noi qui è in “gioco” o meglio è messa in discussione la nostra stessa vita… ci sono nei secoli stati precedenti casi di epidemie… e quello che trovo terribilmente vero è che non hanno preventivato un ripetersi di un epidemia virale letale e non aver preparato la popolazione a questo rischio, se da questo flagello della natura non riusciremo a trarne un modello di vita diverso ben presto la natura ci presenterà, spero di no, una altra volta il conto…

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    1. Sto leggendo un libro che secondo me centra molto con quello che dici “La rivoluzione dell’alveare” di Mauro Grasso. Lì dovrebbe leggere soprattutto chi non è apicoltore, proprio perché privo di preconcetti. Dal libro emerge la presunzione tutta umana che un organismo complesso come quello delle api non sarebbe più in grado di vivere in natura senza l’intervento umano che fa i trattamenti per permettere alle api di combattere le patologie sempre più aggressive che ci sono. L’autore giustamente afferma che le api esistono da milioni di anni e non hanno bisogno dell’uomo per continua a vincere. L’esistenza dell’as l’alveare è compromessa invece dall’intervento umano che lo indebolisce e impedisce loro di adottare le difese verso le malattie. Questa presunzione è tipica dell’umanità, sapere cosa fare ed imporre modi di vita collettivi che indeboliscono l’umanità intera mettendola in pericolo. Dobbiamo recuperare il senso del rispetto verso la natura e verso noi stessi, speriamo di essere ancora in tempo. Ciao Salvatore e buon fine settimana

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      1. siamo al limite Roberto, siamo al limite non abbiamo più molto tempo per cambiare rotta poi ci saranno conseguenze ben peggiori la guerra dell’acqua i ghiacciai soffrono non solo quelli alpini ma di tutto il mondo… i mari sono pieni di plastica i fiumi idem… forse molti non ci fanno caso intanto è diventata quotidianità ma dopo un po’ di vento anche le pante hanno nuovi fiori “le borse di plastica” appese ai rami …. Buon fine settimana a te.

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      2. Non essere troppo pessimista, anche se hai tutte le ragioni per esserlo. Se hai tempo e voglie leggi il libro che ti ho detto prima, è incredibile scoprire che risorse ha la natura per affrontare avversità che a noi sembrano insormontabili.

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