Inaspettato paradiso

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Faccio una specie di contro-introduzione al post di Stefano, non tanto per fare una critica a quanto dice, quanto piuttosto per leggere le sue considerazioni da un’altra prospettiva. Intanto io sono sempre molto sospettoso sull’efficacia di un’eventuale de-crescita (in)felice! Che guarda caso è uno degli slogan tante volte propagandati dal m5s o perlomeno dal suo vate Beppe Grillo. Per me la situazione attuale può avere certamente dei lati positivi, ma nella sostanza prevalgono gli effetti negativi non solo sulla salute pubblica, ma soprattutto sulla tenuta sociale. Partiamo dallo “smart working”, anch’io come insegnante lo sto praticando con i miei alunni, idem in altre situazioni è una soluzione “tampone” che permette di gestire tante situazioni lavorative. Ma senza considerare i pro e i contro delle varie situazioni dove esso è stato praticato (per la scuola potrei scriverci innumerevoli post) esso è un esperimento sociale che potrà avere come prime vittime proprio noi lavoratori, che di “smart” fra un po’ avremo solo stipendio (e di conseguenza anche le pensioni). Non ci sono i soldi e si delinea una sempre più probabile scelta di affidarsi a meccanismi europei di finanziamento che porteranno alle solite richieste di svendite dei beni pubblici, di tagli e devastazioni sociali in un contesto che più devastato non si può. I governanti nostrani ed europei anche in questo caso non sembrano proprio riuscire a vedere oltre la punta del loro naso. Ho letto una serie di punti pianificati in un recente incontro fra il governo e le parti sociali che prevedono un eventuale ritorno alla normalità nella “primavera 2021”!!! Stiamo parlano, ripeto, di un “eventuale” ritorno alla normalità. Nel frattempo tutto ciò che riaprirà sarà sottoposto a regole ferree, che sarebbero giustificabili se e solo se lo Stato andasse davvero incontro alle esigenze di supporto economico dei lavoratori (autonomi o dipendenti pubblici e privati che siano). Ma nulla di buono è stato fatto finora e nulla ci indica che sarà fatto nel prossimo futuro. La scelta di vivere diversamente da quanto la società mi propone è da tempo che mi affascina, mi sono avvicinato alla campagna, ho iniziato a coltivare l’orto, allevare galline per le uova, le api per il miele ed altri prodotti preziosi. Ci vorrebbe da parte mia molto coraggio per lasciare una strada certa per una con tante problematiche e difficoltà, ma tutto è possibile se davvero uno lo vuole. Penso però che una scelta di vita che ci riavvicini alla dimensione naturale sia difficilissima anche se possibile per il singolo, ma certamente impossibile per la collettività. Perciò dico anch’io “evviva il paradiso perduto” a patto che esso non si trasformi  nell’anticamera dell’inferno !

Post di Stefano

Io mi considero fortunato, specialmente in questo periodo di reclusione domestica forzata. Abito in un paesino piccolissimo, praticamente in campagna, ed ho un piccolo giardino. Ogni giorno, dopo lo “smart working” ne approfitto per lavorare in giardino, appunto, ed all’esterno di casa. Lavori di manutenzione che era da tanto tempo che rimandavo. Poi mi concedo una passeggiata sulle stradine intorno e me ne frego altamente dei divieti, visto che passeggio da solo o con la mia compagna, con la quale dormo insieme per cui… chi infetterei? Da chi verrei infettato? Per gli eventuali controlli ho pronta la scusa: il medico mi ha ordinato di camminare per almeno mezz’ora al giorno a passo veloce. Ed è esattamente ciò che faccio: motivi di salute! Oggi, ma sono già diversi giorni che lo noto, è stata una giornata stupenda, sole brillantissimo, cielo completamente azzurro, libero finalmente dalla cappa delle scie chimiche (si vede che, ora che nessuno vola, gli aerei sono praticamente fermi e costerebbe troppo far volare apposta dei cargo diffusori di porcherie chimiche). Aria pura, l’inquinamento è un lontano ricordo. La primavera che avanza maestosa regalandoci dei colori da favola. Pochissimi rumori: qualche cane che abbaia lontano, uccellini, bambini (pochi, ma qualcuno c’è… e meno male!) che gridano, sempre lontani. Niente auto. Insomma un paradiso!

Ora qualcuno dirà: “La fai facile tu che abiti in campagna e che hai uno stipendio assicurato, mentre chi abita in un condominio dormitorio di periferia e magari sta perdendo il lavoro…”

Vero!

Tutto vero, l’ho premesso: sono fortunato!

Ma il cielo azzurro? I cani/bambini/uccellini?

Ho visto dei daini in giro (veramente!), degli scoiattoli, un’istrice, gazze ladre…

Che cosa mi sono perso? Che cosa mi ero perso?

Ma davvero la vita normale che desideriamo tanto recuperare… è una cosa normale? Davvero non c’è un altro modo di intendere la vita e la società? Non si può cercare di eliminare il superfluo, l’inutile e cercare di concentrarci su ciò che veramente ci da la felicità? Rallentare? Evitare le code perditempo in auto ed i pomeriggi festivi nei centri commerciali?

Se questo enorme esperimento sociale del coronavirus è stato creato per scopi a noi negativi, come credo, per abituarci ad ulteriori perdite di libertà e di privacy, perché non trasformarlo, invece, in un’occasione di crescita?

Autore: opinioniweb - Roberto Nicolini

Sono un insegnante di religione di scuola primaria dal 1996. Nonostante tutto il dato di "fede" non ha mai prevalso sulla ricerca della verità. Del resto è l'unica cosa che al di là dei limiti oggettivi della nostra vita ci rende effettivamente liberi e quindi ci avvicina a Dio, in qualunque modo Esso si manifesti!

19 pensieri riguardo “Inaspettato paradiso”

  1. Io vivo in Belgio, e m’interessano i vostri commenti sull’attualitá di questi tempi. Per cui aggiungo i miei, sperando non disturbarvi.
    Quando si tratta di paradiso, è solo per qualche fortunato, per gli altri non è altro che inferno. Il proprio paradiso, lo pago a prezzo dell’inferno altrui. A livello personale, oggi posso mangiare al sicuro rinchiuso in casa solo perche altri lavorano a rischio della propria salute; a livello internazionale, siamo più o meno ricchi, qui in Europa, solo perché altre parti del mondo stanno morendo .
    Il paradiso lo sarebbe veramente solo se gli uomini fossero capaci di cambiare. Illusione !

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    1. Capisco e condizioni abbastanza ciò che dici. Io credo però che non sempre il paradiso di uno sia creato sulle sofferenze di qualcun altro. Una visione più equa del mondo secondo me è possibile. I miei nonni hanno vissuto due guerre mondiali ma mi hanno insegnato che anche quando erano poveri riuscivano a trovare un senso alla vita e addirittura ad essere felici. Forse la mancanza di fiducia nel futuro è il male peggiore delle nostre società del falso benessere. Grazie per il tuo commento, che non disturba affatto ma è molto gradito. Buona giornata

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  2. Leggo sempre le tue considerazioni con grande attenzione e curiosità, soprattutto perché so che le ragazze in una città più piccola lì in Italia e questo rende le loro conoscenze diverse, per coloro che vivono in una grande città, il mio caso, anche in Brasile. Ho vissuto in campagna e lavorato e sono sopravvissuto al fianco dei miei genitori e fratelli in una realtà totalmente rurale e riconosco che avrei avuto difficoltà ad adattarmi all’ambiente rurale. Quindi la mia famiglia non parla nemmeno. Ancora più difficile avrebbe o avrà quelli che non hanno mai vissuto in questa realtà.
    Pace e bene, mio caro fratello.

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    1. Anche per me è difficile tornare a vivere in campagna, ma i ritmi frenetici della nostra società e lo sfruttamento fisico e mentale a cui ci ha portato sta favorendo in me e in molte altre persone quest’ cambiamento. Anche perché Estevam è molto probabile che in Italia arriverà la troika, questo significa oltre alla distribuzione quasi totale delle imprese la perdita del lavoro e il taglio degli stipendi e delle pensioni. Per questo tornare alla terra fra un po’ potrebbe essere l’unica scelta sensata

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  3. Ho letto nel preambolo al post delle cose anche condivisibili ma con le quali non mi trovo completamente d’accordo.
    La considerazione finale è giusta: è difficile convertire miliardi di persone ad uno stile di vita diverso da quello consueto.
    Però …
    già perchè c’è un però.
    In qualsiasi tipo di discussione sulla “crescita” e sulla “decrescita” occorre tenere ben in mente un principio fondamentale su cui non si può derogare.
    Premetto che è ormai palese che le elite che governano il mondo “auspicano” (e qui ci sarebbe tanto da dire …!!!) che la popolazione mondiale si riduca del 60/70% … lo dichiarano ormai apertamente (Il problema è trovare il “come”).
    E’ altrettanto palese che la loro intenzione è di aumentare il loro potere ed il loro controllo (oltre che la loro ricchezza).
    Questa è la situazione oggettiva da cui partire, ma torniamo al “principio” di cui parlavo prima e che occorre considerare prima di intavolare qualsiasi tipo di discussione sull’argomento “crescita” oppure “decrescita” (fermo restando che comunque siamo destinati ad avere una forte decrescita, oltre che economica, di vari diritti, di libertà, di rappresentanza, di scelta):
    “una crescita infinita è impossibile in un mondo finito” …

    §§

    Sul post di Stefano dico solo una cosa (oltre che non sono così ottimista come lui su quanto scritto nell’ultima riga) :

    👌 … 👍👍👍

    §§

    😀👋

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    1. e quando si dice che
      “una crescita infinita è impossibile in un mondo finito”
      occorre obbligatoriamente considerare tutte le cose suscettibili di crescita:
      – popolazione umana
      – inquinamento per causa umana
      – inquinamento elettromagnetico
      – utilizzo delle risorse (fossili, animali, ambientali)
      ed anche quelle suscettibili di decrescita:
      – posti di lavoro
      – risorse alimentari sostenibili
      – acqua dolce
      – (ci mettiamo anche le libertà ed i diritti?)

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      1. Quello che va messo in discussione, oltre al globalismo che è ad esso collegato, è il modello feudale mercantilista. Esso è sempre il precursore delle guerre perché implica innanzitutto la compressione dei diritti (a partire dal lavoro e gli altri sono una sua conseguenza), poi rende la cosiddetta crescita impossibile propria perché se tutti siamo esportatori finché non andremo a vendere ai marziani culminerà in guerre (prima commerciali e poi..). La decrescita così come l’ambientalismo globalità è tanto funzionale ad un mondo di padroni e schiavi, basta che vedi ora come le élite europee ben poco preoccupate del crollo verticale del Pil recitano all’unisono con il plauso di Confindustria per fare venire la troika a casa nostra. Un capitalismo keynesiano con il recupero della sovranità monetaria permette di favorire una produttività nazionale con la bilancia commerciale che funge da fattore d’equilibrio fra l’import e l’export limitando fortemente ne speculazioni. In questo contesto è pissibe una almeno parziale redistribuzione dei profitti e una tutela sociale oltre che ambientale.

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      2. Tutto giusto … piacerebbe anche a me;
        ma se mi guardo intorno, apro gli occhi (quello che in pochi fanno, a quanto si può constatare) e penso …
        la prima parola che mi viene in mente è :
        “utopia”

        quello che dici penso che non lo permetteranno mai.
        Perché, per quanto siano istruiti e potenti, non avranno mai la saggezza di un selvaggio (mi riferisco a Toro Seduto …) a condizionare le loro scelte.

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      3. Dai che non ci sono solo selvaggi a condizionare le loro scelte, ESSI sono ben rappresentati ma non sono gli unici a comandare fra i potenti. Esiste sempre un’alternativa (è molto una questione di fede lo so, ma l’utopia per me è un’altra cosa)

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      4. Io veramente intendevo questo :

        ed anche se la speranza è l’ultima a morire …

        sai … essere accerchiati da un branco di leoni affamati non è sinonimo di essere sbranati, quindi la speranza di salvarsi ovviamente ci sarà pure … ma io fossi nell’esploratore non ci conterei poi molto (proprio perché conosco i leoni 😉 )

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  4. Carissimo Roberto, proprio ieri parlavamo in casa della necessità di pensare a un’economia non di decrescita, ma alternativa. Milioni di disoccupati, che priam producevano cose inutilie dannose per l’ambiente (vestiti sintetici e mobili usa e getta ad esempio) potrebbero essere impeigati nella gestione delle territorio, delle strade, che in Italia fanno proprio pena, dei beni culturali, del restauro. E ricordavo che molti grandi progressi sociali, la nascita stessa della democrazia, con Solone, è stata accompagnata da una cancellazione dei debiti…che dire? certe volte siamo più bravi degli economisti?

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    1. Lo Stato che gestisce l’emissione di moneta non ha alcun problema di debito pubblico. Purtroppo l’eurozona è nata per cancellare ogni possibilità di finanziamento dello stato ad esclusivo vantaggio dello strozzinaggio privato. Se come sembra anche in questo caso ci affideranno al “sistema UE” non ci sarà alcuna possibilità di economia alternativa, i giovani verranno gettati definitivamente in pasto allo sfruttamento e alla precarizzazione, i vecchi sempre più abbandonati a se stessi… Sono davvero angosciato di percepire una realtà così pervasa dal male a dall’egoismo. Scusa lo sfogo, speriamo che il mio pessimismo sia ingiustificato ed esagerato perché le persone non meritano tutti ciò

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      1. Credo, e spero, che tu sia troppo pessimista. Non dobbiamo mai perdere la speranza. Purtroppo credo anche che l’Italia negliu ultimi decenni, a prescindere dal colore politico del governo, non abbia affatto dimostrato di lottare efficacemente contro evasione e corruzione, rendendo così possibili sarcasmi e dinieghi mittel e nord-europei…Come sempre, è un problema di etica.

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  5. Io abito in campagna, quindi non ho cambiato abitudini. Passeggiate nei boschi e incontri con caprioli, tassi, castorini e falchi, sono quotidiane. Una scelta fatta quando sono andata in pensione. Credo anch’io che il futuro sereno sia di chi opta per un ritorno alla natura. Se non altro metterà al riparo dalla fame.
    Credo anche che il ritorno alla vita di prima sia ormai impossibile, almeno fino a quando non saranno proibiti esperimenti biologici, e fino a quando non ci toglieremo dal pasticcio Europa.
    Sono anch’io convinta che finiremo per diventare sudditi di un potere elitario. Siamo in trappola purtroppo, fino a quando non sarà palese a tutti che ci stanno manipolando.
    I nuovi schiavi accolti riducono i costi di produzione, e quelli dell’occupazione italiana, così come le importazioni libere a concorrenza sleale annientano la produzione essenziale ad una indipendenza sicura. Tutto ciò per la ferrea volontà dei burocrati europei, che elargendo prestiti, mirano ad acquistare l’Italia in svendita.
    E siamo in trappola, per la miopia ed individualismo sfrenato dei nostri politici.
    Però fino a quando non sarà palese a tutti, e perciò annientato a favore davvero dell’Italia e degli italiani, saremo davvero con le mani legate.

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    1. Non è palese a tutti ma a tanti che ogni giorno diventano sempre di più! Ciò è evidente proprio perché dopo aver compresso per decenni i salari e i diritti dei lavoratori ora si vedono costretti a comprimere i diritti democratici esautorando il parlamento da decisioni come quella del mes nonostante il pressing dell’opposizione e addirittura una parte del governo: il signor Conte parteciperà alla riunione dell’eirogruppo il 23 andando in parlamento solo per semplice informativa quando invece la legge gli imporrebbe di avere un mandato ricevuto attraverso la votazione! Ma nei fatti è un segno di debolezza di un’élite che deve manifestarsi per quello che è, meschina, senza scrupoli e soprattutto stupida. Non possono fermare il vento con le mani e la verità per quanto possa essere mistificata ha il dono di rimanere luminosa pronta a risorgere

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  6. in questi giorni di quarantena, oltre al mio lavoro di libero professionista che fortunatamente riesco a svolgere nel mio ufficio grazie alla tecnologia moderna, mi dedico alle mie grandi passioni come la lettura, la musica, l’enigmistica, il modellismo statico, tutti elementi positivi che mi aiutano moltissimo ad uscire da questo contesto. Credo che per trovare un pò di serenità in momenti cosi delicati ed insicuri la cosa migliore da fare è mettersi in gioco con quelle attività che prima della quarantena erano stati accantonati. Di ogni necessità si fa virtu’.

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