
Di solito con l’espressione “addomesticare” si intende il processo che rende un animale o una pianta dipendente dall’intervento umano. L’uomo addomestica la natura, cioè predispone l’ambiente che lo circonda in funzione delle sue necessità: attraverso il progresso, soprattutto quello tecnologico, la società umana è stata modellata in funzione di un ambiente sempre meno naturale. Ciò significa anche che l’uomo stesso è diventato sempre più parte di questo “ambiente addomesticato” e da esso è sempre più dipendente.
In natura lo stato “selvatico” implica la vittoria del più forte sulle avversità. Anche gli esseri umani sono stati selvatici, probabilmente essi saranno stati straordinariamente forti e dotati, i loro sensi super sviluppati per affrontare le avversità della natura. Poi è subentrata la sedentarietà e come sua conseguenza la domesticazione umana. Le nostre società prediligono individui docili, che non significa affatto buoni e gentili, semmai poco capaci di far prevalere l’istinto sulla ragione o la forza sulla mitezza…
Ma la domesticazione presuppone anche ulteriori responsabilità.
Addomesticare significa affezionarsi e addirittura amare chi ti sta accanto. Una responsabilità enorme su cui si struttura la nostra società, che dovrebbe basarsi sulla fiducia e sulla conoscenza reciproca. La Volpe, per esempio, spiega così l’importanza dell’addomesticare al Piccolo Principe: << Non si conoscono che le cose che si addomesticano>>, disse la volpe. <<Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla…Se tu vuoi un amico addomesticami>>. Leggi qui il post La volpe insegna l’amore.
C’è poi la responsabilità di aver creato un mondo dove vincono tutti, nel senso che non c’è una selezione fra i più “naturalmente” dotati, perché è la società ad adattarsi a noi e non il contrario. Quindi se comunque ci sono degli esclusi, questa è una responsabilità di tutti. Il dovere dell’uomo è appunto modellare una società dove nessuno deve essere tagliato fuori.
Ma questo umanizzare il mondo è esso stesso natura o invece è un modo che l’uomo usa per sovrastarla? Forse ogni azione umana tende alla liberazione dal male e dalla sofferenza, quindi anche dalla natura che si pone a volte come madre, a volte come ostacolo. Una realizzazione dell’uomo nella storia che non può che culminare in un evento trascendente.
Ci vorrebbe equilibrio…e personalmente un ritorno al “selvaggio” lo auspicherei in determinato ambiti
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Il problema è che ormai siamo tutti fin troppo addomesticati. Basta vedere come consideriamo gli animali di compagnia (e non solo quelli), spesso anche loro poverini dell’animale hanno solo l’aspetto esteriore, vivono come umani in un mondo umanizzato.
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Concordo…
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🤔perché il culmine in un evento trascendente? Questo equilibrio creato dall’uomo per poter avere tutto sotto controllo è molto precario.Basta una piccola variante per riportare tutto sotto il controllo della natura e far ripartire tutto da zero. Interventi del trascendente oltretutto ce ne sono già stati per orientare l’addomesticamento globale verso il rispetto, l’amore e l'”eliminazione della sofferenza”….
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Credo di capire quello che dici, ma il trascendente di cui parlo io non è quello a cui ti riferisci te: l’umanizzazione del trascendente è proprio il culmine dell’addomesticamento globale. Io intendo invece il trascendente come rottura con lo status Quo e non credo in una natura indipendente dall’uomo. L’uomo secondo me, anche come animale sociale, è natura e la direzione seguita dall’umanità attraverso l’addomesticazione non può più di tanto andare oltre questa stato di cose (come dici giustamente è un equilibrio precario)! Quindi per trascendente intendo un intervento che dia compimento alla creazione, in cui l’uomo e la natura realizzino un’armonia che vada oltre la contingenza attuale. Una prospettiva di fede che mi rendo perfettamente conto può non essere condivisa da molti.
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Capito. Ma in questo trascendente che dici tu l’uomo ritorna ad avere il ruolo da essere primitivo al pari degli altri animali in un mondo rinnovato oppure mantiene la posizione privilegiata acquisita?
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Io non parlerei di posizione privilegiata, se si concepisce la creazione come un tutto possiamo dire che non c’è natura senza uomo e non c’è uomo senza natura. L’uomo ha il privilegio (o la dannazione) di sapere di esserci, la cosiddetta coscienza che si estende all’esterno e all’interno in maniera totalizzante. Quando questa consapevolezza sarà tale essa saprà vedere il giusto equilibrio delle cose senza prevaricare. Questo “paradiso” per me non può essere frutto di una coscienza evolutiva, quanto piuttosto di un intervento trascendente che possiamo chiamare Dio. La necessità della creazione da parte di un essere superiore e perfetto in sé stesso è il mistero profondo che sta alla base della vita. In questa concezione della storia lineare, che ha un inizio e una fine, non ci può essere alcun ritorno alle origini.
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La locuzione “non c’è natura senza uomo e non c’è uomo senza natura” , almeno nella prima parte mi sembra un pò incauta. Ti ricordo come l’uomo sia apparso sulla terra solo 200 mila anni fa, quando la natura con i suoi abitanti prosperava rigogliosamente e manteneva da più di 400 milioni di anni l’ambiente in un perfetto equilibrio. L’uomo (sapiens?) in poche centinaia di anni inseguendo un sogno di onnipotenza, ha piegato territorio e animali ai suoi voleri, ha dilapidato i tesori che la natura aveva accumulato in milioni di anni, ha distrutto l’ambiente in cui vive e sta preparando in pompa magna la sua estinzione di massa. Perciò ho specificato che dire “non c’è natura senza uomo ” mi è parso un pò incauto. Per dirla con Giovanni Soriano: ” L’effetto più evidente esercitato dall’umanità sulla Terra nel corso della sua storia e che perdurerà per qualche tempo ancora dopo la sua provvidenziale estinzione, è sicuramente quello di averla resa più brutta e invivibile”.
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Giustissimo ciò che dici, ma la mia risposta parte da un presupposto di fede, cioè che la natura e la vita sia frutto della creazione e che Dio sia ad essa trascendente. Se si crede a questo allora bisogna pensare che solo l’intervento divino è in grado di cancellare il male fatto dall’uomo e soprattutto innalzare l’umanità verso un nuovo orizzonte di amore e perfezione. Natura ed umanità sono qui frutto di un unico progetto, ma ripeto la mia è una concezione che ha come presupposto un atto di fede e in quanto tale non voglio imporre certo le mie idee a nessuno
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Rispetto chi ha fede e forse un pò lo invidio, perchè anche quando è alle strette ha sempre la speranza che Qualcuno possa salvare lui e l’intera umanità, magari sovvertendo le leggi della natura, visto che in altro modo ormai è un pò difficile. Purtroppo io non sono così ottimista, ma paradossalmente l’ipotesi di una prossima estinzione non mi spaventa; sono portato addirittura a credere, vista l’impressionante velocità con la quale siamo riusciti praticamente a distruggere il meraviglioso ambiente che ci ospita, che un tale evento sia provvidenziale per le altre specie e che forse si è già verificato innumerevoli altre volte. Inoltre credo che in un universo infinito, esistano miliardi di altre realtà in altrettanti pianeti, simili alla nostra, che sistematicamente si estinguono e si ricreano. Infine che il nostro universo che ha solo 13,8 miliardi di anni, sia solo uno dei tanti universi che sistematicamente, dalla notte dei tempi si sono susseguiti a fronte di collassi e successivi big bang. In tutto questo Dio c’entra? Se ce lo vogliamo far entrare, perchè no? Ma in fondo a noi, atomi sperduti nell’universo, cosa ci cambia?
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Bella riflessione la tua! Quello che dici forse apre la porta a quello che siamo: l’universo intero, per quanto grande è infinito lui possa essere, è comune contenuto nell’uomo. Questa apertura all’infinito è ciò che ci costituisce e in qualche modo ci proietta oltre l’esistenza spazio-temporale. Quest’istante che ci è stato donato, la nostra esistenza, è in realtà infinitamente presente: rimbalza avanti e indietro nella linea del tempo oppure è in un certo senso già eterno ma noi lo percepiamo in divenire nella dimensione spazio temporale in cui siamo immersi. Come ti dicevo verrò a leggere l’intro del tuo sito solo che in questi giorni arrivo a controllare il mio a sera inoltrata tanto sono incastrato con impegni vari. A presto e grazie per il commento
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Se e quando aprirai il mio blog, oltre all’intro che non è altro che mezza paginetta, sarei lieto se potessi dare una scorsa anche ad uno studio che svolto sulla possibilità di raccordare la teoria dell’evoluzione con le sacre scritture, giungendo infine ad una conclusione, sconcertante nella sua semplicità. il link, per semplificarti la vita è: https://ilpensieroliberoblog.wordpress.com/2020/07/04/e-possibile-raccordare-teorie-evoluzionistiche-e-sacre-scritture/
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