
Quando ci poniamo di fronte alla realtà come osservatori consapevoli, sorgono una serie di problemi: vediamo ciò che ci mostrano gli occhi oppure ciò che appare alla nostra mente? Alla nostra parte logica e razionale basta ben poco per riconoscere un oggetto, essa si limita a simbolizzare e classificare, quanto basta per riconoscerlo. Vi accorgete di ciò proprio quando provate a disegnare quello che avete di fronte. Quanta fatica far corrispondere il vostro disegno con l’oggetto o la persona che provate a ritrarre. Allora subito diciamo: “Io non so disegnare!”. Ma è davvero così? Oppure il problema è che non sappiamo più vedere con chiarezza le cose? Sembra proprio che molti di noi vagano nelle strade della vita affetti da miopia causata da un eccesso di logica e simbolismo. Ogni dibattito, ogni confutazione avviene sempre e solo a questo livello, ma ciò spesso non aiuta a vivere con chiarezza e soprattutto consapevolezza, perché ci sono costrutti falsi ma ben congeniati che fanno presa sulla nostra mente e ci fanno cadere nell’errore. Vedere le cose con altri occhi, quelli che si soffermano a guardare e osservare tutti i particolari andando oltre il simbolismo, può aiutarci a far cadere molte maschere mentali.
L’artista olandese Frederick Franck nel suo libro The Zen of Seeing relativamente al ritrarre i volti scrive:
<< Quando disegno un volto, un volto qualsiasi, è come se cadessero l’uno dopo l’altro tutti i diaframmi, tutte le maschere… finché non resta che l’ultima maschera che non può essere rimossa né alterata. E quando ho terminato il ritratto so molte cose di quel viso, poiché nessun viso può rimanere a lungo nascosto. Ma sebbene nulla sfugge all’occhio, tutto viene perdonato a priori. L’occhio non giudica, non fa apprezzamenti morali, non critica…>>
L’occhio non critica, ma poi di fronte ad un bel ritratto interviene anche la nostra parte razionale che con certezza può affermare: <<Si, è proprio lui, non ci sono dubbi!>> La percezione visiva e logica qui si saldano e si impongono con forza ai più.
Ecco perché dovremmo dedicarci di più all’arte in una delle sue innumerevoli espressioni! Ma non solo come fruitori, anche come esecutori, di un disegno, una melodia, un ritmo, un’armonia, un espressione poetica… Imparare a vedere, ad ascoltare servirebbe a molto nella nostra società delle icone. Usciremmo da molti stereotipi e da molti inganni, soprattutto capiremmo quanto sia inutile cercare una propria verità e farla vedere agli altri in un mondo dove la maggior parte di noi non è in grado di vedere con chiarezza neanche ciò che ha di fronte.
Quanto è vero tutto ciò che hai scritto… Anch’ io sono convinta che l’ arte anche soltanto intesa come passione nel fare una qualsiasi attività che piaccia, ci possa aiutare e salvare da tutto questo … stereotipi icone etc che ci hanno fatto perfette il senso del dove, del quando e del perchè..
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Grazie per l’apprezzamento. Hai perfettamente ragione quando dici che l’arte è passione, la vita stessa dovrebbe essere vissuta con passione e giustamente basterebbe questo ad aprirci gli occhi. Ed è così triste vedere invece che le nostre società si basano sempre più sulla paura e l’oppressione
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Anche io penso che la gente dovrebbe lasciarsi più coinvolgere nelle Arti ma non perché così facendo cadono i veli ma proprio per avere una visione esternalizzata e chiara della propria interiorità, le luci le ombre,i dubbi ,le paure,i desideri… Ciao!
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Giustissimo, avere una visione migliore della propria interiorità è certamente uno dei motivi per farsi coinvolgere dall’arte.
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