
Post di Stefano
È in atto una vera e propria trasformazione antropologica. Oggi mi è capitato un evento apparentemente scollegato dalla narrazione diffusa sul Covid, ma ormai, è più forte di me, non riesco a non fare collegamenti. Stamane, approfittando della bella giornata di sole, sono andato con la mia compagna a fare una passeggiata al porto. Nella mia città c’è un grande porto commerciale e uno dei posti più magici, poiché si trova in mezzo al mare e da lì si può ammirare gran parte della città vecchia col Duomo in cima alla sua collina, è il molo della lanterna rossa. Ho visto della gente che ci passeggiava e ne abbiamo approfittato subito dato che, fin dalla chiusura per le restrizioni da Covid e per qualche motivo assurdo, il molo era stato chiuso al pubblico. All’ingresso c’era un cancelletto aperto con affissi dei cartelli che non ho neanche letti, tanto, ho pensato: “saranno le solite pippe sul distanziamento e sulle mascherine”. Mentre tornavamo dalla passeggiata percorrendo il molo, ci sentiamo fischiare e subito dopo redarguire da un lavoratore portuale, ad alta voce e col tono arrabbiato: «Non avete visto il cartello? Qui è vietato l’ingresso!» Abbiamo chiesto spiegazioni, giustificandoci che c’era pochissima gente e che il “distanziamento” era garantito. Ma lui aggiunge: «Non c’entra niente il Covid, è una questione di sicurezza, VI HO SALVATO LA VITA… » ha detto proprio così: «… se una nave in avaria va a sbattere sul molo e lo demolisce, voi rischiate di morire, il molo non sarà più aperto al pubblico!» Ha continuato dicendo che a Genova è avvenuto questo tipo di incidente e, pur se le cause legali sono ancora in corso, i responsabili del porto andranno in galera. Io ho prontamente ribadito che ho più di 60 anni e che mio padre mi portava al porto fin da quando ero bambino e che non è mai successo niente: deve succedere proprio ora? Ed ho concluso con la frase di Franklin che amo molto: “Chi rinuncia alla propria libertà per la sicurezza non merita né la sicurezza né la libertà.» Lui ha bofonchiato qualcosa mentre noi ce ne andavamo tra l’approvazione di altri ragazzi presenti. Ora: quando si attraversa la strada si rischia la vita con una probabilità un milione di volte superiore, forse un miliardo. Quando si guida un’auto? Quando si passeggia per un sentiero di montagna… quando si fanno milioni di altre attività qualsiasi? Non dobbiamo più fare niente e chiuderci dentro casa? Molto bene, quindi per il canarino è preferibile stare in gabbia, così il gatto non lo mangia… no?
Libertà!
La libertà è da persone adulte, persone che si assumono le proprie responsabilità, persone pronte a pagare per i rischi corsi. Tutto è cominciato con gli anni ‘80, a me viene da pensare all’obbligo per le cinture di sicurezza e per il casco in moto. Non metto in dubbio che siano presidi indispensabili per la sicurezza, ma perché obbligarli? Perché trattarci da bambini? Tu puoi consigliarmi di farlo, mostrarmi le conseguenze derivanti dal non uso… un po’ come si fa con le sigarette. Ma non puoi obbligarmi. I genitori obbligano o vietano qualcosa ai loro figli, poiché sono per definizione degli irresponsabili: i minori non rispondono alla legge come i maggiorenni. Lo Stato potrebbe farti pagare le spese provocate dai tuoi comportamenti irresponsabili, non l’ha mai fatto, ma, con tutti i distinguo, potrebbe farlo: il tuo trauma cranico è derivato dal tuo non uso del casco, ti curo ugualmente, ma poi mi paghi tutta l’assistenza! Ti viene un tumore al polmone per via del fumo… uguale! Magari potrei farmi un’assicurazione privata per coprire i danni da comportamenti irresponsabili, in un contesto civile di rapporti tra adulti. Voglio essere trattato da adulto! Non mi faccio quella merda di terapia genica chiamata impropriamente vaccino. E se poi mi viene il Covid? Bene, non voglio che il servizio sanitario mi curi. A condizione però che non siano più curati anche i tumori da fumo, le cirrosi epatiche degli alcolisti e le crisi d’astinenza dei tossici. I paracadutisti sportivi non lo sanno che è infinitamente più pericoloso lanciarsi che stare seduti sul divano? Vogliamo vietare il paracadutismo? Anche io da giovane ho “starnazzato” col deltaplano, ho praticato l’arrampicata libera, eccetera. Sapevo benissimo i rischi che correvo, ma volevo essere LIBERO di farlo. Se l’autorità si vuole coprire le spalle mette un bel cartello: quel sentiero è pericoloso per frana o per caduta massi; quella pista da sci è per sciatori estremamente esperti, se non lo sei caxxi tuoi! Su quel molo una volta ogni 200 anni si può incagliare una nave, vedi tu. Il Giudice rappresentante di uno Stato “adulto” condanna “l’adulto”, che era stato avvertito, a pagarsi le spese di assistenza sanitaria. Invece no, come dice Noam Chomsky, al potere piace che noi restiamo con la testa di dodicenni e ci tratta da tali. Purtroppo molti ci cascano e si comportano da dodicenni.
Io, seduto sotto quella lanterna rossa, ci passai delle notti intere a piangere quando mi lasciò la donna che amavo. Il pensiero di non poterci tornare più mi manda in bestia!
La questione è un poco più complessa e riguarda il “chi ne risponde”. Purtroppo in Italia, vedi ad esempio il processo agli esperti del terremoto dell’aquila, c’è una allergia ad assumersi le proprie responsabilità e quando succede l’incidente si cerca qualcuno cui scaricare le colpe. Per dire: io salgo le scale, scavalco la balaustra e mi butto nel vuoto ma la colpa è di chi non ha chiuso a chiave la porta della terrazza.
E chi “gestisce” la terrazza per evitare rogne la chiude con tre lucchetti…
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Lo so che è complessa, (grazie per la risposta) infatti per me si dovrebbe tornare, come ho cercato di spiegare nel post, ad un rapporto adulto tra stato ed individuo e la legislazione dovrebbe pretendere che in caso di responsabilità diretta il “responsabile” paghi. Senza se e senza ma. Senza avvocati e giudici sempre pronti a far pagare a “pantalone”, cioè lo stato. Cosicché lo stato stesso non si troverebbe costretto a fare leggi liberticide per non rimetterci di persona.
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Nulla da eccepire. È tutta la vita che dico le stesse cose, ma più passa il tempo e più ma rendo conto che è fiato sprecato.
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Sai Come si Chiama? Responsabilita Civile quella che ci manca oggi sotituita da una legge una volta si facevano le gite SAT o CAI e chi partecipava non si sarebbe mai sognato di denunciare un capo gita oggi si fa con facilità estrema.. anche se si strappa un pantalone quindi è arrivata la responsabilità civile regolamentata per legge per colpa di qualcuno leggi su leggi… chi denuncia perché si rompe una caviglia perché la strada non è abbastanza diritta chi denuncia perché il cartello del divieto è storto (non lo ha visto ma ha fatto il menefreghista) potrei farne milioni di esempi mi fermo qui e se hanno vietato un accesso è perché siamo pronti a denunciare per un nostro errore una terza persona estranea al tuo esserti fatto male perché dobbiamo inserire in ogni contesto un responsabile delle azioni dei menefreghisti dei negazionisti di chi va troppo veloce e di chi va piano
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Sono d’accordo con te sul fatto che ognuno di noi è pronto ad incolpare terzi, che non sono i veri responsabili, per le proprie carenze. Questo ovviamente risiede nei piccoli egoismi di ognuno di noi. Però lo stato non si sogna nemmeno, attraverso delle giuste leggi, di “dire” al vero responsabile: «Nino… hai fatto lo stupidotto, lo splendido… ti sei fatto male? Ora sono caxxi tuoi!» E perché non lo fa? Perché lo stato non siamo noi, ma è manovrato dai soliti poteri forti che hanno tutto l’interesse a trattarci da dodicenni. Questa per lo meno è la mia analisi. Un saluto.
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Mais uma vez esta conversa rende muito assunto. Sempre procuro distinguir as coisas (talvez, isto seja demasiado cartesiano) para saber o que fazer. Em relação á liberdade, por exemplo, sempre digo que a liberdade (isto é sartriano) não em limites, mas as pessoas livres, têm. Neste caso, referindo-me a uma das comparações feitas no texto, será que o uso obrigatório de cinto de segurança tira a liberdade de alguém? Afinal, o obrigatório não significa forçado, ou seja, a pessoa, pode optar por não dirigir, e, inclusive a andar de carro. Portanto, a liberdade permanece, mas, se a pessoa quer mesmo andar de carro, a liberdade pressupõe responsabilidade, já que o não do cinto não coloca apenas a vida dela em risco, mas, de tantas outras também.
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O problema da liberdade é certamente complexo, mas eu distinguiria entre regras e imposições: ser homem significa ter uma sociabilidade e ser capaz de expressar emoções e afetos. Qualquer regra que imponha o cancelamento de tudo isso com a desculpa de uma emergência é algo questionável, ela questiona o direito do homem de ser plenamente humano e impõe novos modelos de sociedade baseados no medo e na desconfiança mútuos. Parece-me claro que tal sociedade só pode gerar injustiça, desconfiança e ódio. Este hoje me parece o risco real que a humanidade corre, se não fizermos os reparos logo, o futuro próximo poderá ser verdadeiramente dramático. Olá Estevam e tenha um bom final de semana
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Excelentes ponderações. Ainda teremos de nos encontrar pessoalmente e discorrer sobre estes temas tão instigantes. Fraterno abraço meu caro.
Aproveito a oportunidade para deixar-lhe dois links de venda do meu livro sobre Alteridade e Sentido Ético da Religião na Filosofia de Emmanuel Lévinas.
Se puder dar uma olhada e ajudar na divulgação fico muito grato.
Fraterno abraço:
https://www.estantevirtual.com.br/mod_perl/info.cgi?livro=2680474742
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Vou com certeza Estevam e com muito prazer
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Caso não consiga abrir os links, me avise, posso enviar-lhe, por exemplo, por e-mail.
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Meglio che mi invii il link per email su tovatino@gmail.com
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Muito obrigado. Já lhe enviei o link. Não sei se tens instagran. Se tiver, o lançamento do livro será numa live pelo instagran no dia 24 de fevereiro às 18h aqui do Brasil.
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Meglio che mi invii il link per email su tovatino@gmail.com
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Exceptional!💓🔔🍂🍮🍮🍂
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Thank you!
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boinjour bonne journée , belle saint valentin dans votre couple sincère amitié belle journée à vous sincere amitié bonne st VALENTIN
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Io ricordo perfettamente quello che accadde a Genova qualche anno fa. Fu un gramma terribile, morirono delle persone giovani ( uno degli ufficiali aveva sostituito un collega, lasciandoci la vita.Era diventato papà da poco tempo. L’incidente ebbe una grande risonananza e ancora le persone non l’hanno dimenticato. Forse quel marinaio sarà stato troppo brusco nell’avvertire i ragazzi, ma di certo l’gìha fatto con buoni motivi. Credo che il mare sia bello da ogni parte e se guardandolo nono si rischia niente, sarà anche più bello!
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Si può ragionare su tutto ma in Ancona è stato lo stesso comune a fare un percorso pedonale che attraversa il porto fino alla lanterna rossa, da sempre meta di pescatori e amanti del mare. Se ci fosse stato un pericolo oggettivo si suppone che tale passeggiata frequentatissima non sarebbe mai stata fatta
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Superb
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Grazie
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