
Alberto Moravia ne Gli indifferenti diceva che ” Quando non si è sinceri, bisogna fingere e a forza di fingere si finisce per credere. Questo è il principio di ogni fede.”
Il libro è del 1929 e Moravia presenta i personaggi come impotenti di fronte ad una vita concepita come un destino da subire, qualcosa di ineluttabile da cui farsi travolgere tentando magari di seguirne l’onda per mantenersi a galla senza troppi sforzi.
Sopportare una vita simile significa proprio accettare di vivere nella finzione e trasformare la menzogna in una fede cieca e incrollabile, un vero e proprio totem sacro! Mi chiedo anch’io se questa non sia diventata davvero il fondamento delle società occidentali: il motore delle guerre, dell’odio sociale, della povertà culturale, della rassegnazione al meno peggio, della sottomissione alle regole irrazionali, della paura del presente che annienta ogni prospettiva e impedisce la vita e l’evoluzione collettiva e personale.
Nel 1939, assistendo al comizio di un antifascista, Orwell fece un’affermazione incredibile: «Non è la guerra che conta, è il dopoguerra. Il mondo nel quale stiamo precipitando, il mondo a base di odio, il mondo a base di slogan».
Un mondo dove regna l’incertezza e la verità è nascosta nel profondo, impossibile da trovare. Il mondo che abbiamo costantemente davanti, così incrinato dalla menzogna da spingerci a fare l’unica cosa “giusta”, per tornare a vivere, abbracciarla con intensità!
Proprio come Winston Smith, il protagonista del romanzo di Orwell 1984. Lui viene indotto con la violenza a mentire costantemente a sé stesso, fino a rinunciare alla propria identità. Così la verità diventa menzogna e due più due a volte fa tre e altre volte fa cinque. Quando? Lo decide il Partito. Il Grande Fratello, che lo libera solo quando Winston è pronto ad amarlo con sincerità.
Non resta che domandarci: chi è “veramente” Winston?
Nell’indifferenza continueremo a naufragare, ogni parola, azione, pensiero verrà portato via, senza ricordi non avremo più nulla da rimpiangere e forse cominceremo anche noi ad amare quella menzogna che prima ci indignava impedendoci di vivere!
La nostra vita è da secoli solo menzogna.
L’unica cosa vera è la morte. Forse.
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Verissimo Maurizio, infatti la morte non fa più veramente paura, ciò che ci terrorizza davvero è la vita con le sue spinte evolutive. La morte ha per molti solo certezze e ben pochi difetti, il diritto alla morte sta diventando e diventerà sempre più un segno di civiltà (eutanasia e aborto senza più nessun limite morale o religioso che sia). Però come ben dici più che la morte è la stupidità umana ad essere la vera certezza di ogni epoca, incarnata in guerre, genocidi e aberrazioni. Ciao e buona domenica
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La morte dà un valore alla vita, solo l’amore rende sopportabile la morte e di conseguenza la vita.
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Gli Indifferenti è un romanzo che nasconde una drammaticità unica, e forse dovrebbe farci aprire gli occhi sui pericoli che corriamo se non cambiamo niente di questo mondo..
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Hai ragione, il mondo degli uomini è un mondo-prigione dove la vita è spesso rassegnazione. Moravia ha visto lungo ne Gli indifferenti, lo squallore di una classe borghese in declino destinata all’autoestinzione
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Volere è potere. Possiamo usare il nostro cervello nel migliore o nel peggiore dei modi. Interessantissimo spunto di riflessione. Ciao.
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Grazie a te Nadia. Il problema è proprio la volontà, non lasciarsi trasportare dall’onda della rassegnazione
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Già. Un caro saluto.
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…. ma forse non è solo rassegnazione, a me pare proprio che siamo anestetizzati…
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Credo che hai ragione, diciamo che i rassegnati sono quelli che almeno un tentativo di ribellarsi allo status Quo lo hanno fatto
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Belle riflessioni: il destino di Winston, annientato e riallineato dal lavaggio del cervello, è davvero angosciante
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Verissimo Luisa, per questo motivo mi sono chiesto chi è veramente Winston, nel senso di iniziare a vedere in lui il destino di molti
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🙏
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Sarebbe realmente triste se la fede fosse solo una finzione alla quale si finisce per credere…. speriamo non sia così per tutti.
Bel post., fanno sempre riflettere 🙂
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Hai perfettamente ragione, la vera fede non dipende da noi, essa è un dono. Ma accettarlo comporta un impegno continuo a vivere nell’amore nonostante tutto. Esattamente il contrario di quello che ci propone la società, sottomissione e uniformismo
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Comunque si è ridotta a questa la fede… A credere… Ma non nella verità e ricerca di questa.
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Penso anch’io che credere sia percepire la Verità che ci costituisce e affidarsi ad Essa in ogni istante della nostra vita. Quindi non fede cieca, ma consapevole e spinta dalla conoscenza e dall’Amore.
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Sempre interessanti i tuoi contenuti caro Roberto
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Grazie davvero, in questo caso io mi sono limitato a pubblicare le riflessioni di Stefano, l’amico filosofo a sua insaputa!
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