Una grande perdita, per ora

Bell’articolo su Franco Battiato, però nel finale ti lasci tentare dal peso di una vita che gravita verso il basso, impedendoci di vedere la luce. Sei sicuro Stefano che in questa vita (o in queste vite se preferisci) ci si possa davvero incontrare?

Post di Stefano

Questo è un articolo molto difficile da scrivere per me, ma sento che lo devo fare. Ne ho avuto la necessità fin da quando c’è stato l’evento. Voglio parlare di Franco Battiato, di quello che ha rappresentato per me e con la speranza di poter esprimerne almeno una frazione di quello che ha rappresentato per il mondo intero. Conobbi Battiato negli anni ‘70, quando chiesi ad un mio compagno di scuola se sapesse indicarmi qualche autore di musica elettronica: così, tra i vari Tangerine Dream, Popol Whu, Klaus Shultze e Kraftwerk, inserì anche questa speranza italiana.
Lo ascoltai allora e rimasi affascinato solo da alcuni pezzi, mentre la maggior parte li giudicai come musica inascoltabile, definizione poi data dallo stesso Battiato al suo periodo elettronico.
Nel ‘79, stanco della sperimentazione pura e dell’inevitabile insuccesso, decise che era ora di avere popolarità per poter parlare a più gente possibile, perché di cose da dire ne aveva davvero tante. Con la collaborazione di Giusto Pio, violinista dell’orchestra sinfonica della RAI con cui condivideva, tra l’altro, la passione per la cultura esoterica, fece uscire un album di musica pop: L’Era Del Cinghiale Bianco. Anche io, insieme a tanti, considerai questa svolta come un tradimento. Smisi di ascoltare Battiato… o per lo meno “ufficialmente” perché, quando capitava di sentire qualche brano in radio, restavo inevitabilmente attratto da quelle sonorità sempre peculiari e soprattutto da quei testi così strani e così sempre affascinanti. Per fortuna avevo già superato il pregiudizio contro i “cantautori non di sinistra”, avendo apprezzato tanto Lucio Battisti. Ma Battiato non era né di destra né di sinistra, almeno credo, poiché lui volava davvero alto, sopra a queste stupide dicotomie. Arrivarono quindi i primi anni ‘90, quando una mia amica, interessata come me ad argomenti esoterici e spirituali, mi consigliò di ascoltare attentamente tutti i lavori di Battiato, anzi fece di più: mi prestò tutti gli album, dal Cinghiale Bianco all’ultimo che, a quel tempo, era Come un Cammello in una Grondaia.

In questo, mi colpirono brani quali Povera Patria, una graffiante denuncia contro la politica più deteriore, Le Sacre Sinfonie del Tempo, un testo profondamente spirituale in cui mi sono riconosciuto appieno, ma soprattutto L’Ombra della Luce, la prima preghiera che io abbia mai fatto mia, le prime parole che io abbia mai sentito vere, da rivolgere ad una divinità per come la intendo io.
Mi conquistò! Cominciai ad ascoltare vorace ed assiduo ogni sua canzone, iniziai ad apprezzare anche le musiche e gli arrangiamenti, che sembravano banali al primo ascolto, ma che davvero non lo erano. Per la prima volta in vita mia, dopo i 14 anni di età, smisi per un po’ di ascoltare Pink Floyd, Genesis, eccetera… Divenni drogato. Battiato giocava con la musica leggera, ci inseriva il Rock Progressivo, la Musica Classica, L’Elettronica, la Dance, la Musica Etnica… tutto! Sapeva farlo, era padrone. Ma soprattutto “parlava”, diceva cose e, secondo me, le sapeva dire ad ogni livello di comprensione. Come ogni buon Maestro Spirituale sapeva inserire contenuti buoni per ogni livello evolutivo. Ecco che cosa è stato e che cosa è per me: un Maestro Spirituale. Per quanto mi renda conto di aver appreso soltanto un milionesimo dei suoi insegnamenti, quella briciola ha fatto evolvere la mia anima più di qualsiasi libro abbia letto. Non passa giorno senza che abbia a citare qualche sua frase, era per me una fonte di saggezza assoluta. Sapeva sintetizzare in pochi versi dei concetti universali. Da allora non so neanche quanti concerti abbia visto, dagli anni ‘90 in poi, ho viaggiato per l’Italia per applaudirlo. Successivamente, da cantante, ho cantato migliaia di volte le sue canzoni, ho organizzato degli “One Man Tribute”: la mia voce sulle basi musicali. Ora sto tentando di organizzare un evento tributo nella mia città, Ancona: a proposito e per chi fosse interessato, ho ancora bisogno di gran parte dei musicisti!
Chi era Franco Battiato? Prima di tutto un artista, a tutto campo, ad ampio raggio: dalla musica, tutti i generi musicali, alla poesia, dal cinema alla pittura, eccetera. Un uomo schivo e timido, ma in grado di distruggere chiunque tentasse di ridicolizzarlo, investendolo con la sua cultura e la sua ironia. Un comico: tuttora mi ritrovo a sbellicarmi dalle risate ascoltando i suoi testi. Collaborava con chiunque glielo chiedesse e non voleva niente in cambio: ho letto ed ascoltato decine di interviste a tal proposito. Era un talent scout: ha fatto esplodere la meravigliosa Alice, già conosciuta, ma non a quel livello; ha fatto esplodere quell’altra voce meravigliosa e semisconosciuta di Giuni Russo e tanti altri ancora. Diffondeva l’esoterismo ed ha reso popolari concetti come la reincarnazione: ha dimostrato come Cristo ne parlasse nei suoi Vangeli. Ha parlato della meditazione e dei suoi benefici, l’ha anche insegnata su un documentario e su alcune interviste. In un altro documentario ha spiegato che cosa avviene al momento del trapasso. Ha approfondito e diffuso saperi antichi e moderni, cercando soprattutto le sintonie tra diverse tradizioni e religioni, senza mai contrapporsi ad alcuna ed evidenziando i punti in comune: da Gurdjieff al Sufismo; da Yogananda all’Induismo; da René Guénon a tutte le tradizioni religiose e filosofiche. Ha demolito sarcasticamente ogni vizio della nostra società, è impossibile elencarli tutti, ma mi piace citare la New Age, ridicolizzata ancora prima che si manifestasse in pieno, nella canzone Magic Shop del 1979. Concetto ripreso, ma con netto ritardo, da Francesco Gabbani nel 2017 con la sua Occidentali’s Karma. Insomma un gigante… buono, ma che si faceva rispettare: una volta Dario Fo lo avvicinò e gli disse che i suoi testi non gli piacevano, lui, candidamente, rispose al grande attore: “E chi cazzo se ne frega?”. Famosi poi i suoi aforismi, a me piace sempre citare: “Io non amo sentirmi intelligente ascoltando dei cretini parlare, preferisco sentirmi un cretino ascoltando parlare uomini eccelsi.”.
Potrei continuare all’infinito, ma credo di avervi annoiato.
Arrivederci Franco, ti ho amato tanto, se non riuscirai, come ti auguro, a “lasciare questo ciclo di vite” spero di rincontrarti in una prossima.

Autore: opinioniweb - Roberto Nicolini

Sono un insegnante di religione di scuola primaria dal 1996. Nonostante tutto il dato di "fede" non ha mai prevalso sulla ricerca della verità. Del resto è l'unica cosa che al di là dei limiti oggettivi della nostra vita ci rende effettivamente liberi e quindi ci avvicina a Dio, in qualunque modo Esso si manifesti!

9 pensieri riguardo “Una grande perdita, per ora”

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