
Le grandi angosce dell’animo sono sempre dei cataclismi. Quando si verificano il sole s’inganna e le stelle si turbano. Per ogni anima sensibile arriva sempre il giorno in cui il Destino dipinge un‘apocalisse dell’angoscia: come se i ciele e l’universo si rovesciassero nel nostro sconforto.
Sentirsi superiore e vedersi trattato dal Destino come il più infimo degli infimi: nessuno in questa situazione, può dirsi fiero di essere uomo.
Tratto da Il libro dell’inquietudine, di Fernando Pessoa
Ho l’impressione che questo DESTINO sia comune all’essere umano; nella Babele in cui siamo destinati a vivere prima o poi subiremo il crollo delle nostre idee e convincimenti, ci dispereremo e disperderemo in un mondo che ci sembrerà infinitamente piccolo rispetto al vuoto, al baratro buio e senza fine che possiamo arrivare a sperimentare nel nostro animo. Ma questa umanità, lasciata a sè stessa, ha come unico rimedio l’oblio? Sembra qui l’eterna scelta fra Essere e non Essere, una non-scelta in realtà visto che in qualche modo noi già siamo, substrato vivente e immateriale, pensante, proiettati verso mete irraggiungibili e plasmati da un Destino che mostra le nostre miserie come ombre della Luce vera ed eterna.
Il destino.
Il destino è dietro l’angolo della nostra vita. Noi percorriamo una strada, ci sembra che tutto stia andando alla perfezione poi però…Ecco che qualcuno ci fa inciampare e ruzzoliamo a terra. A volte ci facciamo male, altre volte un pò meno ma comunque quella strada che stavamo percorrendo non sarà piu’ la stessa; qualcosa è stato modificato, aggiornato. Il destino è questo.
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