
Dico solo che il dogma nella religione non ha necessariamente un’accezione negativa, anzi! Una verità di fede implica un sentire, un adesione interiore a quella verità che si percepisce appunto come vera pur non sapendola spiegare o dimostrare razionalmente. Ben altri significati hanno invece i dogmi di cui parla Stefano nel suo post qui sotto.
Post di Stefano
Vorrei riprendere il discorso già in precedenza affrontato nel post “La nuova religione” pubblicato su questo stesso blog. Allora feci notare che la nuova religiosità espressa soprattutto dagli atei e materialisti è quella inerente la scienza. Sento spesso ripetere da queste persone frasi del tipo: io mi adeguo a queste disposizioni ed a queste cure preventive perché io credo nella scienza… anzi ne Lascienzah! (Come dice Stefano Re). Bene, ma non so se tutti si rendono conto che l’espressione “credo nella scienza” è un ossimoro. Credere in qualcosa, di per sé, presuppone un dogma. Credere è un atto di fede e la fede si ripone, appunto, su qualcosa di indimostrabile, ma di profondamente sentito a livello emozionale o spirituale. La scienza, quella vera, è tutto tranne che dogma. La scienza evolve di continuo, è un continuum di nuove scoperte, di nuove osservazioni, di nuove intuizioni e di nuove dimostrazioni. Spesso, quasi sempre, le nuove teorie vanno a distruggere le vecchie. Sempre, le nuove costruzioni teoriche smontano il castello di certezze costruito prima:
Newton è stato superato da Einstein, a sua volta superato dalla fisica quantistica…
È sempre stato così e molto probabilmente sarà ancora così. L’ipotesi di poter mettere la parola fine a scoperte, invenzioni e nuove teorie scientifiche rischia di risultare fortemente presuntuosa e finora chiunque abbia tentato di farlo è stato sempre e puntualmente smentito dai fatti.
E fin qui ho parlato solo della scienza “genuina” cioè di quella onesta intellettualmente e non manipolata dai vari interessi in gioco.
Nel mondo attuale di economia neo-liberista, la ricerca non è più indipendente, ma finanziata esclusivamente dalle grandi corporazioni che, proprio dalla scienza e dai suoi sviluppi tecnologici, traggono profitto. C’è un problema di “committenza” in un mondo in cui, per giunta, gli organi di controllo sono finanziati proprio da quelle strutture che devono controllare. Proporre questa scienza come la nuova divinità in cui credere è veramente arduo.
Pur non essendo io ateo, preferisco rivolgermi agli atei con i quali, in genere, riesco a confrontarmi più facilmente rispetto a tanti interlocutori credenti che spesso risultano bigotti.
Per cui, non mi resta che rivolgermi a tutti gli esseri umani senzienti e coscienti: vi prego, non sostituite un dogma con un altro, ma …. eliminateli direttamente, tutti.
L’ha ripubblicato su Il mio viaggio.
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Grazie per il reblog
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interessante riflessione
cmq credo che chi dica ‘credo nella scienza’ intenda proprio nella sua continua evoluzione e nelle maggiori possibilità di successi che essa propone
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Certamente ma purtroppo la propaganda la trasforma in dogma e la usa per imporre verità discutibili che non si possa mettere in discussione
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Mi permetti di modificare le tue osservazioni sia sul dogma che sulla scienza?
Come giustamente suggerisci, il dogma richiede un atto di fede, cioè un atto di profonda fiducia in quella che è l’espressione di una verità di ordine trascendente. Se prendiamo l’esempio della Santissima Trinità, la ragione umana non è in grado di capire cosa sia perché è abituata a categorizzazioni, classificazioni e collegamenti logici. La nozione dell’unico Dio in 3 persone è da un punto di vista razionale un’assurdità; o Dio è uno o ce ne sono tre ma facciamo fatica a concepire i 2 contemporaneamente. Per risolvere il problema, il devoto deve prima accettare il dogma così com’è, per così dire, depositarlo nel suo cuore spirituale e lasciarlo agire da solo. Per dare una sfumatura al tuo soggetto, non c’è nulla di emotivo in questa operazione, è un lavoro puramente concettuale o addirittura meditativo.
Col tempo, con la frequentazione di questo dogma, inevitabilmente appariranno dei significati, perché il dogma è un contenitore simbolico infinitamente superato dalla realtà che esprime. Potresti paragonarlo a una relazione amichevole o romantica; all’inizio non conosciamo la persona ma ne siamo attratti e poco a poco la scopriamo, la capiamo e lei ci rivela cose che non sospettavamo.
Alla fine, ciò che è iniziato come un atto di fede si trasforma in seguito in una conoscenza certa.
Per quanto riguarda la scienza moderna, sono d’accordo con te quando dici che crederci è assurdo, così come è appunto una pseudo religione. Questo perché questa scienza, come ha dimostrato René Guénon, non si basa su alcun principio trascendente e quindi non può portare ad alcuna certezza se non in modo molto parziale. D’altra parte, l’obiettivo degli scienziati non è la Conoscenza ma solo le applicazioni pratiche che la loro ricerca può generare.
Dal punto di vista tradizionale, ci facciamo un’altra idea della Scienza di cui il famoso Rabelais diceva che senza coscienza, è solo la rovina dell’anima. La scienza e le scienze devono necessariamente portare alla Conoscenza, cioè alla certezza. Quest’ultimo è il risultato di un lungo cammino interiore che si avvale di mezzi come la preghiera, la liturgia, la meditazione e anche l’invocazione. Ciò è reso possibile perché il dogma, in realtà, crea un legame diretto tra il credente e Dio.
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Bellissimo commento, ti ringrazio per le tue osservazioni molto interessanti.
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Reflexão mais do que necessária e sempre atual..
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Credere o non credere ad un dogma è commisurato alla capacità di avere una fede oppure di non averla. Un essere senziente che ha fede e la prova dentro il suo più recondito spirito, può credere ad un dogma e idolatra quel dogma perchè è la sua stessa fede che lo porta davanti all’ “altare” che lo mette di fronte a ciò che lui ha sempre creduto. La scienza non agisce per dogmi, la scienza agisce per certezze comprovate e dichiarate che paradossalmente sono anch’esse dogmi.
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Dobbiamo fare distinzioni fondamentali quando si parla di spiritualità !
Nel tuo commento associ la fede alla sensibilità, il che equivale ad assimilarla alla credenza.
Tuttavia, una credenza è sempre accompagnata da una parte di dubbio che non è il caso della fede che è il risultato di una certezza insita in ogni essere umano. Con ciò intendo dire che ogni uomo, che ne sia consapevole o meno, è costituito dall’idea che esiste un’infinita verità trascendente che le religioni monoteistiche chiamano Dio.
Un dogma non ha nulla a che fare con una credenza; è un punto della dottrina religiosa che esprime simbolicamente una realtà divina.
La comprensione di un dogma è un’operazione intellettuale e anche qui non si può parlare di idolatria perché quest’ultima è strettamente legata al sentimentalismo che si colloca al di sotto della ragione. Se mi permettete un confronto scientifico, il dogma sta alla religione come l’assioma sta alla matematica.
Come l’assioma da cui il matematico costruisce la sua teoria, il dogma è un punto di partenza, una base da cui il credente costruisce e approfondisce la sua fede e non un obiettivo che cerca di raggiungere.
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