
Genesi 32,25-34
25 Giacobbe rimase solo e un uomo lottò con lui fino allo spuntare dell’aurora. 26 Vedendo che non riusciva a vincerlo, lo colpì all’articolazione del femore e l’articolazione del femore di Giacobbe si slogò, mentre continuava a lottare con lui. 27 Quegli disse: «Lasciami andare, perché è spuntata l’aurora». Giacobbe rispose: «Non ti lascerò, se non mi avrai benedetto!». 28 Gli domandò: «Come ti chiami?». Rispose: «Giacobbe». 29 Riprese: «Non ti chiamerai più Giacobbe, ma Israele, perché hai combattuto con Dio e con gli uomini e hai vinto!». 30 Giacobbe allora gli chiese: «Dimmi il tuo nome». Gli rispose: «Perché mi chiedi il nome?». E qui lo benedisse. 31 Allora Giacobbe chiamò quel luogo Penuel «Perché – disse – ho visto Dio faccia a faccia, eppure la mia vita è rimasta salva».
Scossi da Dio gridiamo giustiz ia affinché la sua voce emerga dalla profondità del suo silenzio! Del resto un Dio che libera dal male non può che fondare il suo amore verso le proprie creature attraverso una vera e propria ribellione amorosa! La nostra opposizione e ribellione è il fondamento del nostro essere liberi, del nostro essere diversi ma complementari al suo amore.
Giacobbe secondogenito di Isacco e fratello di Esaù infrange la Legge ingannando la propria famiglia e andando contro il volere dello stesso Dio, il tutto per diventare la guida del suo popolo. Non una scelta dettata dall’egoismo ma piuttosto da una consapevolezza interiore che lo guida e gli infonde coraggio in questa impresa disperata. E Dio premia questa sua caparbietà e lo benedice. Ma questa lotta è anche l’emblema del nostro rifiuto di Dio, del nostro volere fare da soli ed ergerci al di sopra delle nostre nullità. Dio, in questa lotta, riconosce e mantiene il nostro essere, dà dignità e vita alle nostre pretese.
La vita dello spirito implica una continua lotta interiore. Anche il pittore Delacroix sembra impegnato in una lotta contro Dio e nel 1 gennaio del 1861 durante la realizzazione della sua opera nella chiesa di Saint Suplice diceva: “… Le cose che sembravano essere le più facili da superare presentano difficoltà sconvolgenti e interminabili. Come è, allora, che invece di buttarmi giù, questo combattimento eterno mi solleva, non mi scoraggia, ma mi consola?”
Qui c’è tutto il tormento di vivere, il tormento di lottare incessantemente alla ricerca di Dio e una volta trovato non aver paura di gridargli in faccia le proprie ragioni, l’esigenza infinita delle sue benedizioni affinché ogni vuoto diventi pieno e ogni ingiustizia venga finalmente colmata.
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https://www.bbc.com/culture/article/20220105-the-underrated-genius-of-david-bowies-acting
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Caro Roberto,sai la miriade di articolazioni che può suscitare il capitolo citato dal primo libro della Bibbia! Là,Giacobbe – proveniente da un rancore serbato verso Esaù – lotta con Dio o un Angelo di Dio; una colluttazione che può leggersi emblematica, tra che chi e cosa? La durezza delle prove per l’uomo che nutre animosità verso il prossimo? L’angelo o Dio stesso, intraprende un combattimento per poter poi benedire Giacobbe; Israele ha un significato letterale: “Lottare con Dio” . L’Israele,nuovo nome di Giacobbe dopo l’episodio in questione, è l’appellativo del Popolo Eletto di האלם’ה ,El-o-him , ma la Battaglia, per coloro che vogliono Salvarsi deve avere come obiettivo il Maligno. Ma il discorso è immenso.
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Mario riguardo alla battaglia ti rispondo con le parole di San Paolo nella lettera agli Efesini: “Indossate l’armatura di Dio per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti non è contro la carne e il sangue, ma contro i Principati e le Potenze, contro i dominatori di questo mondo tenebroso, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti.
Prendete dunque l’armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno cattivo e restare saldi dopo aver superato tutte le prove. State saldi, dunque: attorno ai fianchi, la verità; indosso, la corazza della giustizia; i piedi, calzati e pronti a propagare il vangelo della pace.” Ed ora più che mai queste parole sono attuali
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Il contenuto della Lettera di Paolo è condivisibile e “chiaro”, però non è il Paragrafo di Genesi.
A presto, Roberto!🖐️😊☃️🌲
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Vero Mario ma mi era piaciuto il tuo riferimento alla battaglia, interiore ma anche reale, fra il bene e il male
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Instigante… Mas, também, paradoxal, aliás, como é a vida!
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Solo AMEN!
Buona domenica 😊 Ciao Roberto 🌹
Vicky
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Buona domenica anche a te Vincenza
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Com’è poetico ed intenso quel pezzo
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La Bibbia è poesia, ma anche avventura, c’è tutta la drammatica bellezza della vita!
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La lotta è interiore noi stessi.
Dipende da noi scegliere di lottare per cercare e trovare Dio, in ogni sua espressione.
Personalmente la lotta mi rende forte in Lui.
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