
Racconto fanta-ironico e/o semi-serio di Stefano. Sono tante le riflessioni che si potrebbero fare, aggiungo solo che il cosiddetto “cluod” secondo me, più che uno spazio sicuro dove archiviare i dati, altro non è che il computer di qualcun altro. Ma tranqui, è sicuro! Sicuro esattamente come la Posta Elettronica (Email), per esempio, oppure i vari social come Facebook, Instagram o Twitter, ecc. ecc. ecc. Applicazioni dove gestiamo un nostro spazio privato, sul quale condividiamo ogni tipo di informazione, personale e non. Riflettiamo gente, riflettiamo…
Racconto di Stefano
Ormai è quasi una tradizione, pressoché tutti i sabati mattina Alberto ed io ci incontriamo vicino alla darsena, dove è possibile parcheggiare, poi, dopo una lunga, ma piacevole passeggiata nel lungo-porto arriviamo in centro, ci sediamo nel nostro bar preferito, dove il caffè è delizioso, e dopo una pasta, una sfogliata di giornale ed una chiacchierata con i camerieri, condita da qualche risata, riprendiamo la nostra passeggiata verso il corso e il viale. Alberto è un mio ex collega, ma ancora amico… anzi, sicuramente amico, anche se non credo abbiamo mai avuto un’opinione in comune, però che dire, non litighiamo mai seriamente, sicuramente ci rispettiamo e poi: la diversità è una ricchezza, questo concetto almeno lo condividiamo.
Poche settimane fa litigavamo, come al solito amichevolmente, su un argomento: era capitato che, disordinato come sono, non trovavo più il mio portadocumenti ed ero partito in macchina, per il mio solito appuntamento, senza la patente in tasca. Ovviamente, quando poi tornai a casa, mia moglie mi fece trovare il portafogli sulla cassettiera…
Passeggiando piacevolmente lui esordisce: «Caro Silvio sei un troglodita!»
«Ah sì… e perché?» Ormai sono rassegnato ai suoi attacchi.
«Uno sbadato come te dovrebbe arrendersi e portare tutti i suoi documenti sul cellulare, come ho fatto io.» Gongolante mi mostra il suo smartphone con tanto di QR Code visualizzato.
«Cioè, fammi capire?»
«Ma lo sanno tutti, ora si possono portare tutti i documenti sul telefono, così non te li perdi di sicuro!»
A me viene di provocarlo con l’ironia: «E se poi ti perdi il telefono? Perdi tutto.»
Per un attimo si fa serio: «Ma ti pare? E poi tu hai perso i documenti mica il telefono, ce l’hai sempre con te, quello non lo perdi mai! Ormai ce l’abbiamo sempre in mano per i messaggi, per internet, per i social…»
Godo nel provocarlo: «E quando si scarica?»
Mi guarda con un’aria di compassione: «Si scaricherà a te! Il mio è l’ultimo modello e dura 3 giorni poi ci sono le Power Bank, ne ho una sempre carica in macchina.»
Lo schernisco io: «Ah così, per evitare che si scarichi una batteria te ne porti un’altra… poi per evitare che si scarichi la seconda puoi portarne una terza, una quarta e così via?»
«Ah, ah, ah, spiritoso, invece tu sei preistorico, non ti rendi conto della comodità!» Prende fiato come per fare una lunga esposizione: «Ormai faccio tutto con il cellulare: apro la portiera ed accendo la macchina, pago qualsiasi cosa, se qualcuno mi chiede un documento gli mostro il QR Code.»
Resto molto stupito: «Non mi dire che hai tutti i documenti lì dentro?»
«Beh certo! Cioè, non stanno “fisicamente” qui dentro, stanno in un qualche data base, ma io, e solo io, posso accedervi con le mie password.»
Sono un po’ incuriosito: «Ma tanto avrai il cartaceo dei documenti a casa?»
«No, certo che no, quando passi all’Identità Digitale non ne hai più bisogno. Fine delle code agli sportelli, fine dei rinnovi… cioè quando qualcosa scade ti arriva un avviso e di solito basta compilare un questionario, sempre online. A volte purtroppo, unica scocciatura, tocca andare a fare qualche visita medica…»
«Scusa eh, no seriamente, può capitare che ci si perda il cellulare, a me potrebbe capitare di sicuro, oppure che ti cada e si rompa, o che te lo rubino…»
«Eh, allora non c’è problema, basta fare una denuncia online… lo troverai un cane che ti presta il suo cellulare no? Poi ogni cosa è collegata al tuo numero di telefono ed alla tua I.D. ed in men che non si dica recuperi tutto.»
«Ma tu hai tutti, tutti, i documenti nel telefono?»
Resta pensoso mentre enumera con le dita: «Dunque, mi restano fuori il passaporto… era scaduto e adesso non mi serve e l’assicurazione della macchina, ma appena la dovrò rinnovare lo chiedo all’agente e se non ce l’ha cambio compagnia!»
«Ma è pazzesco… anche il bancomat?»
«Certo, quella è stata la prima cosa.»
«Ma non ti tieni qualche soldo a casa? Non si sa mai.»
«Macché, basta con il contante! Tanto, molto presto lo aboliranno, ed io sono d’accordissimo, così niente più pagamenti in nero e le tasse le pagheranno tutti!» Sottolinea con un aria cattiva.
«Questa è una enorme baggianata! Le evasioni erariali, quelle grosse, avvengono con denaro virtuale appoggiato nei paradisi fiscali e così anche le grandi corruzioni. Poi, ti pare che se qualcuno vuol pagare in nero non trova qualche sistema? Ci sono sempre l’oro ed i gioielli, le criptovalute e, immagino, altri mille sistemi.»
«Sì, sì, lo so che sei sempre il solito complottista, ma io sto parlando soprattutto della comodità: ho le tasche sgombre dalle mille cose che sei costretto a metterci tu, ho un unico aggeggio con cui faccio tutto…»
«Io non lo so, ma affidare tutta la mia vita a qualche entità, esterna a me, mi angoscia un po’, per carità sarà tutto affidabilissimo, però…»
Alberto si limita a scuotere la testa con fare paternalistico.
Questa piacevole discussione avveniva un mese fa circa, ma oggi, di mattina presto, mi arriva una strana telefonata da un numero sconosciuto: «Pronto, scusa non mi conosci, sono la compagna di Alberto, ti vorrebbe parlare.»
«Beh certo, passamelo, ah, piacere di averti conosciuta finalmente.»
Non mi risponde Lucia, ma la voce preoccupata dell’amico: «Senti, non so da dove cominciare, ma è pazzesco!»
«Cosa ti è successo? Perché non parli dal tuo numero, dal tuo inseparabile cellulare?»
«Dunque, ti racconto tutto: ieri pomeriggio sono andato al supermercato, ho pagato, come al solito con lo smartphone, tutto regolare, poi quando volevo aprire la macchina lei non si apriva. Sono rimasto lì come uno scemo e con due borse della spesa pesanti in mano. Provo a chiamare Lucia, niente, provo a chiamare te… niente. Sul telefono appariva il tuo numero, ma la chiamata si chiudeva subito come se non avessi campo, ma lì il campo c’è.»
Se non fosse per la situazione tragica mi verrebbe da ridere, mi trattengo: «Quindi come hai fatto?»
«Sono tornato dentro al supermercato, dove mi conoscono, ed ho chiesto alla cassiera di chiamarmi un taxi, lei gentilmente lo ha fatto. Aspetto il taxi, ma poi l’autista vuole sapere come intendo pagare, ovviamente gli mostro il QR Code, lui lo inquadra e poi mi dice: “il suo telefono non è abilitato al pagamento, non ha il bancomat o i contanti?” io rispondo di no. Lui mi guarda interrogativo, io riesco a convincerlo che dopo a casa c’era la mia compagna che avrebbe potuto saldare, un po’ scocciato ha accettato ed eccomi qui.»
«Ok, bene, ma questo è successo ieri, sei riuscito poi a scoprire l’arcano?»
«Veramente vorrei che mi aiutassi tu.»
«In che modo?»
«Beh, Lucia deve andare a lavorare, io non ho né la macchina né il telefono, visto che non funziona…»
«Anche io ho un impegno, va bene, cerco di liberarmi e poi ti richiamo.»
Rapidamente come se temesse che io chiuda: «No, no, non puoi richiamarmi, Lucia ora esce ed il mio telefono non riceve neanche.»
Io resto basito: «Boh, va bene, aspettami lì, appena posso arrivo.»
«Tanto dove vado? Grazie mille!»
Un’ora dopo sono a casa di Alberto: «Scusa se te lo dico, ma mentre venivo qui mi è tornata in mente la nostra discussione riguardo l’Identità Digitale.»
«Ti prego non infierire visto come sono incasinato, e poi sono sicuro che non c’entra niente, è un malfunzionamento del cellulare, forse passeggero…»
«Dunque, tu mi dicesti che basta una telefonata, una denuncia e poi tutto si risolve… ci hai provato?»
«No, finora no, speravo si risolvesse da solo, ma forse ormai è ora?»
«Eh, direi di sì.»
«Ah ecco, nella rubrica ho il numero, ma non posso chiamarlo…»
«Dai, dettamelo che lo chiamo io.»
Risponde la solita voce elettronica: digita 1… digita 2… mi ci vuole la bellezza di 20 minuti solo per sentirmi dire che i servizi telefonici e di identità del numero di Alberto sono stati disabilitati. Questo lo sapevamo già! Anzi no, speravamo fosse un malfunzionamento ed invece è qualcosa di peggio.
«Che facciamo ora?» Chiedo pensoso.
Dal volto di Alberto comincia a trasparire una certa disperazione: «Non so, proviamo a chiamare la mia Banca, il Comune, la Motorizzazione, l’Agenzia delle Entrate…»
Non so perché, ma l’unico soggetto che mi affascina è un altro: «Scusa, ma da quando hai la partita IVA non hai un Commercialista? Chiamiamo lui.»
«Perché?… Di certo lui non c’entra niente col blocco del cellulare.»
«Che ne so, però lui lo conosci, è un essere umano e non una entità, magari parlandone, lui ha qualche esperienza in più.»
«Boh, forse, proviamo.»
«Ciao Carlo, scusa se uso un telefono diverso dal mio, sono Alberto, mi trovo in questa situazione…… chissà se mi puoi aiutare?»
Carlo resta in silenzio, troppo a lungo, poi esordisce: «Vuoi vedere che…»
Alberto resta molto stupito: «Cosa?»
«No, è che circa 15 giorni fa scadeva il pagamento delle tue tasse, io ero incasinatissimo col lavoro ed ho pensato, se pago domani non succede niente, già lo so che se si paga anche con tre giorni di ritardo neanche se ne accorgono, solo che dopo mi sono dimenticato completamente, ti chiedo scusa, davvero…»