Ramo di mandorlo in fiore di Van Gogh

Mandorlo di Van Gogh

“Ho iniziato subito una tela per il figlio di Theo da appendere nella loro camera da letto, una tela azzurro cielo, sulla quale si stagliano grandi fiori di mandorlo bianchi. Il ramo di mandorlo è, forse, il dipinto migliore che ho fatto, quello a cui ho lavorato con più pazienza e con più calma”. 

Laborioso, vigilante, simbolo di speranza che Van Gogh ha colto nella nascita del nipote. Una speranza fragile come lo sono questi fiori all’inizio della Primavera, ma forte perché si ripete con la costanza della vita che non si arrende mai di fronte alle difficoltà. La natura ci lascia il segno da seguire, l’esempio da imitare, la forza da trovare di fronte ad ogni ostacolo. Affinché mai nulla vada perduto e nessuno venga mai lasciato solo. E i fiori del quadro di Van Gogh sono davvero un inno alla vita, oltre la disperazione che lui stesso ha tante volte vissuto, quella luce misteriosa che non si è mai spenta.

Umiliazione?

Ho messo il punto di domanda perché c’è chi dice che qui Benedetto XVI non voleva stringere le mani ai cardinali, ma semplicemente fare un gesto di presentazione. Fatto sta che alcuni la mano gliela stringono e altri sembrano proprio scansarsi alla suo passaggio. Ognuno faccia le proprie considerazioni, se davvero dentro la chiesa c’era chi lo rifiutava come papa potrebbe capirsi meglio la fatica di continuare un percorso davvero difficile. Rimane il fatto che oggi la chiesa celebra la sua morte in tutto e per tutto come quella di un papa, emerito e assai meno evidentemente “dimissionario”!

Eremo di San Silvestro

In realtà si chiama eremo di Grottafucile e si trova sul monte Revellone vicino Serra San Quirico in provincia di Ancona. Ma il suo fondatore fu proprio San Silvestro come si può vedere dall’effige incastonata nella roccia

Certo questo non è San Silvestro I la cui ricorrenza capita proprio nella notte di San Silvestro, cioè il 31 dicembre, ma San Silvestro Guzzolini che nel 1200 circa di ritirò in questa grotta come potete leggere qui: https://it.m.wikipedia.org/wiki/Eremo_di_Grottafucile

Diciamo che la bellezza dei luoghi e la giornata gradevole ci ha portato a passeggiare proprio in questo Eremo.

E con questa bellissima immagine fatta proprio al ritorno dalla passeggiata vi auguro di cuore un meraviglioso Anno nuovo!

Buon 2023 a tutti!!!!

Paramenti e abiti sacri

Spesso siamo soliti dire che “l’abito non fa il monaco”, ma in realtà nella sacralità dei riti le cose non stanno proprio così. L’abito talare infatti, è lungo proprio perché il sacerdote possa passare fra la gente come “spirito”, coprendo la propria materialità! Ma sul sito Vatican.va possiamo leggere molto altro sul simbolismo della vestizione sacra.

I paramenti sacri hanno una funzione importante nelle celebrazioni liturgiche: in primo luogo, il fatto che non sono portati nella vita ordinaria, e perciò possiedono un carattere cultuale, che aiuta a staccarsi dalla quotidianità e dai suoi affanni, al momento di celebrare il culto divino.

Tali vesti “mimetizzano” l’individuo e il suo corpo materiale, evidenziando invece il vero protagonista del rito, Gesù Cristo!

Il sacerdote diventa così un vero strumento nelle mani del Signore.

Da, Domine, virtutem manibus meis ad abstergendam omnem maculam; ut sine pollutione mentis et corporis valeam tibi servire.

(Dà, o Signore, alle mie mani la virtù che ne cancelli ogni macchia: perché io ti possa servire senza macchia dell’anima e del corpo).

All’abluzione delle mani, segue la vestizione.

Il camice o alba è la lunga veste bianca indossata da tutti i sacri ministri, che ricorda la nuova veste immacolata che ogni cristiano ha ricevuto mediante il battesimo. Questo si esprime nella preghiera detta dal sacerdote, mentre indossa il camice, orazione che fa riferimento ad Apocalisse 7,14:

Dealba me, Domine, et munda cor meum; utin sanguine Agni dealbatus, gaudiis perfruar sempiternis.

Purificami, Signore, e monda il mio cuore, perché purificato nel Sangue dell’Agnello, io goda degli eterni gaudi.

La stola è l’elemento distintivo del ministro ordinato e si indossa sempre nella celebrazione dei sacramenti e dei sacramentali. È una striscia di stoffa, di norma ricamata, il cui colore varia secondo il tempo liturgico o il giorno del santorale. Indossandola, il sacerdote recita la relativa preghiera:

Redde mihi, Domine, stolam immortalitatis, quam perdidi in praevaricatione primi parentis; et, quamvis indignus accedo ad tuum sacrum mysterium, merear tamen gaudium sempiternum.

(Restituiscimi, o Signore, la stola dell’immortalità, che persi a causa del peccato del primo padre; e per quanto accedo indegno al tuo sacro mistero, che io raggiunga ugualmente la gioia senza fine).

http://Vestizione dei paramenti liturgici e relative preghiere

Guardate le stelle

Nella notte dell’8 dicembre 1937, nei pressi dell’allora Leningrado veniva ucciso durante una sanguinosa purga staliniana Pavel Florenskij, matematico, filosofo, teologo, sacerdote, sposo, padre di 5 figli.

Queste le ultime parole che rivolse ai figli:

“Era tanto che volevo scri­vervelo: guardate più spes­so le stelle. Quando provate dolore nell’anima, guarda­te le stelle oppure l’azzurro del cielo. Quando vi sentite tristi, quando qualcuno vi offende, quando non vi rie­sce qualcosa oppure vi so­praffà la tempesta interiore, uscite fuori e rimanete a tu per tu con il cielo. E allora la vostra anima si placherà.
Non rattristatevi e non da­tevi pena per me. Se sarete lieti e coraggiosi, ne sarò confortato anch’io. Sarò sempre con voi nell’anima, e se il Signore lo permetterà verrò a voi di frequente per vegliare su di voi. La cosa più importante che vi chie­do è che facciate sempre memoria del Signore e cam­miniate al Suo cospetto. Con questo, vi ho detto tut­to quello che ero in grado di dirvi. Il resto non sono che particolari secondari. Ma questo non dimenticateve­lo mai.”

Guardate più spesso le stelle

Le stelle guidano chi ha l’umiltà di alzare la testa al cielo e affidarsi al mistero di salvezza racchiuso nel bambino di Betlemme. Dal buio della grotta, terrestre e primordiale, alla luce della stella, lontana e irraggiungibile ma capace di farsi vedere e farci vedere! Lì c’è ogni origine e ogni fine, lì c’è l’unica risposta in grado di placare l’animo umano.

Buon Natale

Immacolata

Tutta santa e immune dal peccato! È con il dogma dell’Immacolata concezione proclamato da Pio IX nel 1854 con la bolla Ineffabilis Deus, che si chiarisce che Maria è stata concepita senza essere stata toccata dal peccato.

Questo dogma, proclamato dal papa in piena epoca illuminista e positivista, vuole affermare con forza che la salvezza. (dal peccato in ogni sua forma interiore ed esteriore) può venire solo da Dio e non certo dalla scienza o dal progresso!

La scienza e il progresso, pur essendo luminosi segni dell’intelligenza umana, cadono facilmente preda di distorsioni e ne abbiamo avuto chiari esempi anche nella gestione dell’esperienza del covid: imposizioni spesso sbagliate calate dall’alto in nome di forme distorte di scientismo collettivista!

È proprio il “contratto sociale” di Rousseau , alla base di ideologie collettiviste nel XIX secolo, ad aver poi ispirato sia società di stampo socialista-comunista, sia società basate su nazionalismi dittatoriali quali quelle dell’Italia fascista o della Germania nazista. In queste società il ruolo dello stato è “totalitario” e schiaccia l’individuo in nome di un “bene superiore” imposto dalla propaganda.

Invece nel cristianesimo Dio chiama per nome ogni essere umano, la Grazia è rivolta a tutti e possiamo riceverla attraverso la fede e le opere.

La solennità dell’Immacolata Concezione della Vergine Maria si inserisce nel contesto dell’Avvento e del Natale, congiungendo l’attesa messianica e il ritorno glorioso di Cristo con la memoria della Madre. Questo dogma appare nella storia proprio alle soglie di un’era dove il delirio di onnipotenza dell’umanità è suo massimo e così anche il suo bisogno di salvezza.

A noi, uomini di poca fede, non resta che pregare affidandoci a Maria e alla Grazia.

Prigioni

The best way to keep a prisoner from escaping is to make sure he never knows he’s in prison.


Il modo migliore per impedire a un prigioniero di scappare è assicurarsi che non sappia mai di essere in prigione.

Fëdor Dostoevskij 

Ma la porta è sempre aperta, non ci sono sbarre o muri a dominarci. La mente e il suo eterno vagare fra passato, presente e futuro non ha vie d’uscita dalla schiavitù.

Sant’Agostino sulla speranza

La speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno e il coraggio. Lo sdegno per la realtà delle cose; il coraggio per cambiarle.

Se ami la vita e temi la morte, questo stesso timore della morte è come un inverno quotidiano.

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