Blackout Natale?

Premessa: ma te pare? Natale è la festa della Luce, mai e poi mai passeremo questo periodo al buio! La nascita del Salvatore illumina i cuori e dovremmo augurarci che arrivi anche alle menti ottuse dei governanti del nostro mondo. Perché lì dentro (alle loro teste) buon senso e soprattutto amore non trovano mai ospitalità!

Il costo del gas ha raggiunto livelli 7 volte superiori rispetto ad un anno fa. Il 30 novembre il ministro Giorgetti parlando all’assemblea di Confartigianato proprio del costo elevato dell’energia ha detto che in Italia e più in generale nell’UE non possiamo escludere il rischio di possibili blackout generali. E siccome l’Italia fa parte di un sistema di rete elettrica interconnessa che mette insieme oltre 30 paesi, un eventuale blackout non sarebbe facilmente gestibile e potrebbe durare per molti giorni. Questo evento potrebbe essere causato da una molteplicità di fattori: un eccesso di domanda di energia rispetto a quanto viene effettivamente prodotto oppure proprio dalla criticità sul fronte delle scorte e l’aumento dei prezzi dei combustibili. Riguardo alle scorte di gas naturale l’UE sembra aver scelto di tagliare i rapporti commerciali con la Russia ostacolando eventuali incremeti di produzione. Peccato che attualmente l’alternativa al gas siano proprio i blackout programmati sempre più probabili. Per capire la criticità della situazione potete leggere questo articolo Enel, riacceso il gruppo a carbone e sospeso lo sciopero Sospendono lo sciopero e interrompono la procedura di spegnimento della centrale elettrica a carbone per far fronte ad eventuali emergenze nazionali! Ma mi raccomando non ditelo a Greta!!

Un altro tema caldo è anche l’aumento dell’inflazione: possiamo affermare che un blackout insieme ai lockdown potrebbe far comodo per calmierare le impennate inflazionistiche dovute proprio al costo dell’energia. Perché? Perché ridurre i consumi è un ottimo sistema per riequilibrare la bilancia dei pagamenti di uno stato fortemente indebitato con l’estero come l’Italia.E fra i beni importati che pesano di più c’è proprio -guarda un po’ il caso – l’energia elettrica! Se il pil non cresce come possiamo pagare i beni importati? O facendo politiche espansive, in cui lo stato investe soldi in infrastrutture, messa in sicurezza del territorio, scuole, sanità, pensioni, contratti di lavoro, ecc., ecc. ecc. Oppure continuando a bastonare i cittadini, imponendo tasse e/o restrizioni, precarizzando il lavoro, finendo di distruggere un’economia già agonizzante. Direte: ma chi potrebbe essere così pazzo da fare una cosa del genere? Purtroppo avete la risposta sotto ai vostri occhi: lo stanno già facendo, anzi lo HANNO GIA’ FATTO!!! Pochi consumi= poche spese= conti in ordine! La chiamavano AUSTERITÀ ESPANSIVA, poi divenuta CRISI SANITARIA, che forse diventerà CRISI ENERGETICA! Perché non so se vi siete accorti che da ormai un decennio i conti in ordine li fanno sulla pelle di noi cittadini? Quindi non dovreste avere tanti dubbi su quale strada continueranno a seguire per mantenerci in uno stato di repressione permanente. Ricordo infine che l’euro fino ad oggi è stato il principale strumento di controllo delle democrazie europee. Questo strumento lo possono mantenere solo grazie all’austerità e continuando ad impoverendo la gente, ma – ripeto – senza crisi economica, sanitaria o energetica le folli imposizioni a cui ci stanno sottoponendo come le giustifichi? Ecco a cosa servono greenpass e vaccini loro collegati, a pilotare il gregge e renderlo mansueto in qualsiasi situazione. Ormai perfino l’euro è diventato superfluo, se la crisi lo spazzerà via per le élite finanziarie forse non sarà più un grande danno. E fino ad ora abbiamo visto solo la punta dell’iceberg, ci aspettano tempi bui (in tutti i sensi).

Bottinatrici d’autunno!

Se fossimo stati in Sicilia avremmo potuto fare il raro miele di nespolo, ma pazienza, ci accontentiamo vedere le api fare l’ultimo e prezioso bottino di stagione!

Siamo quasi al tramonto di questa bella giornata di novembre, le api amano uscire con il sole ma le temperature miti per il periodo, intorno ai 15 gradi, le spingono fuori per succhiare fino all’ultima goccia di nettare da mettere come scorta nell’alveare.

Quando poi le temperature scenderanno costantemente sotto i 10 gradi, le api formeranno il glomere e non usciranno quasi più dall’alveare. Il loro compito sarà quello di mantenere in vita la regina, il glomere vibrerà costantemente come un vero e proprio cuore pulsante creando il calore necessario alla sopravvivenza. Qui vediamo proprio cosa significa il concetto di superorgamismo alveare: ogni ape è come una cellula di un organismo superiore con compiti ben precisi, compresa la futura riproduzione di un’altra famiglia attraverso la sciamatura primaverile. Ma questa è un’altra storia e avremo modo di riparlarne in futuro.

Sul grafene

Leggiamo un estratto di un articolo pubblicato nel 2014 sul sito Scienza in rete: << Il super materiale (ossido di grafene) può nascondere però delle insidie, proprio in campo ambientale.
E’ quanto affermano i ricercatori del Riverside Bourns College of Engineering dell’Università della California in un lavoro pubblicato sul numero speciale di Environmental Engineering Science, i quali hanno studiato gli effetti dell’ ossido di grafene, un composto che si lega bene a materiali polimerici nano strutturati e diventa quindi molto utile per le applicazioni in biologia, medicina, stoccaggio energetico, conduzione (laddove un materiale ibrido con una protezione isolante è ottimale per le celle solari, i sensori chimici, gli antibatterici eccetera).
Ebbene, questo composto potrebbe diventare tossico per l’uomo, soprattutto per la sua mobilità in acqua e l’impatto ambientale che ne deriva. Le nano-particelle di ossido di grafene, se scaricate in acqua, possono avere una sorte diversa a seconda della profondità e tipo di bacino idrico dove sversate, e ciò che preoccupa i ricercatori è che sono le acque superficiali le più a rischio.
Nelle acque più sotterranee, infatti, l’ossido di grafene col tempo diventa meno stabile a causa dell’elevata durezza (ovvero la presenza di ioni di sali sciolti in acqua) e col tempo si ‘decompone’, non rappresentando più una minaccia per l’ambiente. L’esatto contrario avviene invece in laghi, fiumi – acque superficiali – dove le nano-particelle possono rimanere integre e mobili, minacciando così l’ambiente e la salute.  Lo studio, in realtà, è già il secondo allarme, dopo quello della PNAS pubblicato nel luglio 2013 dalla Brown University. In quel caso si metteva in guardia sulle possibili perforazioni di membrane e tessuti umani a causa delle irregolarità strutturali inevitabili dei fogli di grafene (sulla carta e secondo modelli matematici, invece, praticamente perfetto e innocuo), una minaccia per tutte le possibili applicazioni in biomedicina. >>

Leggiamo ora un estratto di un recente articolo che parla di uno studio italiano sull’utilizzo del grafene per fare le mascherine che potete trovare su Quotidiano sanità: <<Mascherine “imbastite” con il grafene per dare scacco al Sars-Cov-2.
È questa la mossa dei Ricercatori dell’Università Cattolica, campus di Roma – Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs che hanno scoperto un modo per sviluppare mascherine e altri strumenti di protezione a prova di coronavirus: hanno dimostrato che tessuti “imbastiti” (funzionalizzati) con il grafene e con ossido di grafene possono eliminare il Sars-CoV-2 con un’efficacia fino al 99%.
 
I risultati dello studio coordinato da Massimiliano Papi, associato presso il Dipartimento di Neuroscienze dell’Università Cattolica, Campus di Roma son stati pubblicati sulla rivista “iScience”.>>

Ma già nell’aprile 2020 Repubblica parlava di una mascherina cinese al grafene: <<L’ossido grafene ha proprietà antifungine e antibatteriche. Questa mascherina in grafene sfrutta l’effetto dei cosiddetti “nano-coltelli” (in inglese: nanoknife), basati su nanotubi di carbonio, per distruggere la parete cellulare dei batteri. Rispetto al tessuto termo-saldato utilizzato nelle mascherine tradizionali, lo strato di grafene e polipropilene permette al dispositivo protettivo una permeabilità unidirezionale, offrendo maggiore comfort a chi la indossa. Inoltre, questo nuovo genere di mascherina presenta una vita utile superiore alle 48 ore, sensibilmente maggiore rispetto ai modelli tradizionali.>> Leggi qui

Ora per concludere a me viene da chiedere: appurato che l’ossido di grafene ha applicazioni tecnologiche incredibili in ogni campo scientifico e tecnologico compreso quello medico, rimane il fatto della sua possibile tossicità, dato che gli studi sopracitati dimostrano che frammenti di grafene possono facilmente penetrare nelle cellule danneggiandole. Oggi cosa è cambiato dato che questo materiale viene disinvoltamente utilizzato addirittura nelle mascherine come filtro antivirus e nei tamponi naso-faringei? Chi garantisce che i “nanocoltelli” di cui parla l’articolo di Repubblica oltre ad attaccare la parete cellulare dei batteri non possano attaccare attraverso l’inalazione anche le cellule sane delle persone che tali mascherine le indossano? Gli studi del 2013 mettevano in guardia proprio su questo. Sicuramente la scienza ha fatto passi da gigante e tutto sarà stato risolto mettendo in sicurezza le problematiche esistenti, ma avendo io vissuto nell’epoca dell’eternit qualche dubbio lo ritengo più che lecito e risposte che mirano a sminuire il tutto gridando al gomblotto non le considero soddisfacenti. Anche perché Lascienza – che sarebbe la branca fideistico-mediatica de la scienza, oltre che sua vera e unica antitesi – è sempre in agguato e con i suoi sacerdoti non c’è dialogo possibile.

Propoli

Pro polis, che in greco significa davanti alla città o meglio a difesa della città! La propoli è una sostanza prodotta dalle api a difesa dell’alveare, proprio perché essa ha un’azione disinfettante e serve fra le altre cose a rivestire l’interno dell’arnia cementandola. Ma le api la utilizzano in vari modi, mescolandola al nettare e al polline o addirittura mummificando eventuali predatori entrati nell’arnia, magari uccisi dalle api ma troppo grossi per essere trasportati fuori: rivestiti di propoli essi si conserveranno senza esporre l’alveare a pericoli dovuti alla decomposizione. Quindi la propoli è certamente un potente battericida! Non è ancora chiaro come le api la estraggono, si pensa derivi dalle gemme delle piante, esistono oggi industrie che provano ad imitarne la produzione estraendo dei preparati simili al propoli dai pioppi, ma questi non saranno mai uguali all’originale. Soprattutto perché essa dipende da vari fattori, il periodo di estrazione che è prevalentemente la primavera e l’autunno e le piante presenti sul territorio. La propoli primaverile è di solito più chiara e viene mischiata con della cera, prodotta in gran quantità dalle api proprio in primavera; la propoli autunnale è più scura e forse più pura, esente da residui cerosi. Insomma La propoli è un prodotto sempre unico e inimitabile!!

La soluzione idroalcolica che ho preparato è composta per il 30% da propoli primaverile, poi c’è un 20% d’acqua e il 50% di alcool a 90 gradi. La raccolta è avvenuta per mezzo di reti plastiche poste fra il tetto di legno e l’arnia, esse hanno tanti buchini che le api tendono a propolizzare proprio perché vogliono che nulla entri nella loro casetta, né luce, né correnti d’aria, né insetti indesiderati. Quando la rete è stata completamente chiusa con la propoli l’apicoltore la toglie mettendola in surgelatore per un paio d’ore. La propoli con il caldo è appiccicosa e difficile da trattare, quindi appena tolta dal frigo quando ancora è dura va scrollata su un foglio di carta da forno e frantumata velocemente con un batticarne per poi essere messa in un recipiente di vetro con la soluzione sopra esposta fatta di acqua e alcool. Lasciata macerare per tre settimane oggi l’ho filtrata ed estratta con una siringa da 10 ml travasandola in una boccetta oscurata dotata di contagocce. Adesso è pronta per essere usata come integratore e per combattere raffreddori o mal di gola. Personalmente ne prendo 20 gocce al giorno diluite in un po’ d’acqua, ma una potente e gradita ricetta per il mal di gola può farsi sciogliendo le gocce insieme ad un cucchiaino di miele e al succo di uno spicchio di limone. Provare per credere!

Lascienza!!!

Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio.

Ti libero dalla testa al piede. Chi ti ha fatto del male deve farti del bene. Occhio, contr’occhio, schiatta malocchio; Occhio, contr’occhio, crepa malocchio.”

E si, in questi giorni stiamo assistendo agli studi di grandi scienziati che propagandano la necessità di una terza dose come afferma Ricciardi: “: “Bisogna aumentare per tutti la quantità di vaccini perché un richiamo alla fine sarà necessario, visto che abbiamo evidenza che l’immunità scema con il tempo” (Leggi qui) o addirittura di una quarta e così via andare come dice Silvestri : “La terza e la quarta dose di vaccino anti Covid serviranno “e non credo sarà la fine del mondo, specie se questo riuscirà a ridurre i morti e a far circolare di meno il virus” (Leggi qui)! E niente, diventerà un elisir di lunga vita, in grado di scacciare il male e ogni male a venire (altrimenti chiamate varianti). Non ci devono essere dubbi sul potere preventivo e curativo dei vaccini, ormai essi sconfinano nella taumaturgia, è una questione di fede, fede ne Lascienza appunto! Ed è proprio in nome di questa fede che attraverso il greenpass stanno spingendo gli scettici verso la giusta via. La fede è dono, c’è chi c’è l’ha e chi invece è roso dal dubbio. Ma anche per quest’ultimi c’è rimedio e verranno toccati dalla salvezza. Ormai non è un problema di covid, siamo oltre, in un mondo migliore.

Relatività quantistica

 

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foto da pixabay

Post sempre stimolanti quelli di Stefano, anche senza pretesa di scientificità danno lo spunto per interessanti riflessioni:

Premetto: la mia preparazione scientifica è del tutto autodidatta e gravemente carente, ma a me piace il ragionamento scientifico e sono avido di ogni occasione mi capiti a tiro per imparare qualcosa. Una volta sono andato ad una conferenza sulla Relatività tenuta da un professore di fisica dell’università di Ancona. Ad un certo punto lui disse che nella Fisica attuale l’estremamente grande è regolato dalla Relatività, appunto, mentre l’estremamente piccolo è codificato dalla
Meccanica Quantistica. Essendo una persona intellettualmente onesta ha ammesso subito che in futuro sarebbero state necessarie nuove scoperte per unificare le due teorie in apparente ed assoluta opposizione.
Ora cercherò di spiegare in che cosa consistono alcune incompatibilità tra le due teorie.
Nella Relatività si presuppone che la velocità della luce, per quanto sia enorme, è il limite massimo.
Non può esistere nulla che vada più veloce e, addirittura, che un corpo qualunque, dotato di massa (quello che qui sulla terra chiamiamo peso), non può neanche raggiungerla quella velocità. In pratica solo il fotone (la particella fondamentale della luce) può andare a quella velocità, ma… e già qui c’è una prima considerazione da fare: se E=MC2 e cioè che la massa è solo un concentrato di energia. Ma se la particella più piccola dell’energia è il fotone… per quanto piccola, un po’ di massa ce l’avrà no? Tant’è vero che la luce viene deviata dalla gravità delle stelle e quindi un po’ pesa! Come fa ad andare alla famigerata velocità? Ma a parte questo, sin da quando usiamo i fari marittimi, noi adoperiamo i fotoni per comunicare, anche la radio funziona emettendo un tipo di fotoni, perché è il modo più veloce che c’è. Però è una velocità finita, non è istantanea, infatti il nostro Rover marziano ha bisogno di alcuni minuti prima di rispondere ai comandi terrestri e la luce
del sole impiega otto minuti per giungere a noi. Nessuna informazione, secondo la Relatività, può arrivare più veloce della luce. Quindi, tra l’altro, il concetto di spazio e di distanza è ben solido secondo Einstein. Ma anche quello di tempo, perché sono collegati! Perché ho bisogno di misurare, sì, un certo tempo che trascorre tra quando l’informazione parte e quando arriva. Ma quando andiamo nel piccolo che succede? Se prendiamo due elettroni… diciamo gemelli (ogni elettrone ha il suo gemello!) uno gira in un senso e l’altro nell’altro, per forza! Se prendiamo uno dei due e lo portiamo lontanissimo dall’altro e poi lo costringiamo a cambiare il senso di rotazione,ISTANTANEAMENTE l’altro fa lo stesso! Ma non dopo un po’… SUBITO!!! Ma, un momento: come fa l’altro a sapere di suo fratello nello stesso istante? Abbiamo visto che l’informazione, al massimo, va alla velocità della luce e quindi? Magari il concetto di spazio è… relativo? Eh sì, perché la distanza a cui abbiamo separato gli elettroni non è infinitesima, ma di migliaia di Km, e quindi sottoposta alla tesi Einsteiniana. Questo fenomeno si chiama Entanglement. Un bel problema per le nostre menti Relativistiche! No, anche perché insieme allo spazio si va a incrinare anche il concetto di tempo, perché se quelli (gli elettroni) reagiscono istantaneamente… è come se fosse tutto qui e adesso… è come se l’universo sia non spaziale e non temporale!
Ma c’è di più: ogni atomo od ogni molecola si scuote sempre, vibra. Anche dentro un solido di cui è parte, dentro al suo spazio di pertinenza, va a sbattere continuamente ed a casaccio contro lo spazio occupato da altri atomi o molecole. Questo è quello che noi chiamiamo calore e quelli sono i moti Browniani (dal nome del suo scopritore). All’aumentare della temperatura i moti aumentano, infatti il corpo si dilata poiché le particelle si allontanano tra loro per via degli sbattimenti più forti e reciproci. Al raffreddamento estremo, allo zero assoluto (la temperatura teorica di ­273 gradi  centigradi) gli atomi cadrebbero gli uni sugli altri fino a compattarsi all’infinito in un unico punto, ma questo non è possibile… anche se… il concetto di spazio? Comunque, dicevamo, vibrano in direzioni casuali… e se per caso… vibrassero tutti insieme nella stessa direzione? Magari verso l’alto. All’improvviso ci potremmo trovare con una forchetta che si solleva dal nostro tavolo e va a spasso per la nostra cucina volando qua e la… Possibilissimo! Non si violerebbe nessuna legge della termodinamica, la quantità di calore (che è energia) contenuta nella nostra forchetta è una forza più che sufficiente per permetterlo. Ok, normalmente non può succedere, poiché se un atomo va verso l’alto, l’altro va verso il basso… e statisticamente tutti i moti si annullano a vicenda.
Però che succede nella fisica quantistica?
Che non si può determinare la posizione di una particella o di un atomo, con precisione, attraverso dei calcoli matematici, perché la presenza stessa dello strumento di misurazione o dell’osservatore influisce e varia l’esperimento. L’osservatore diventa attore e parte dell’esperimento! Anche attraverso la volontà stessa dell’osservatore! E’ dimostrato che se l’osservatore vuole provare che un fotone sia una particella, il fotone diventa una particella. Se invece lo stesso vuole controllare che sia un’onda il fotone diventa un’onda. Badate bene che le due cose non sono compatibili! In
pratica, nell’infinitamente piccolo, la volontà dello sperimentatore condiziona l’esito
dell’esperimento.
Ora si potrebbe dedurre, tornando alla nostra forchetta, che se uno sperimentatore avesse la capacità di condizionare contemporaneamente tutte le particelle che compongono l’attrezzo da tavola, magari con uno sforzo di volontà ben direzionato, la forchetta potrebbe adempiere al suo compito senza l’uso delle mani… o no?
Come si chiamava una volta questa cosa? Ah… magia!
Quindi non si potrebbe dedurre che la fisica vera è quella quantistica e che nel grande non funziona solo per motivi statistici?
O solo per una scarsa forza di volontà?
Quella carenza che non ci permette di essere quegli Dei che meriteremmo di essere?

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