La prima rondine venne iersera a dirmi: “È prossima la Primavera! Ridon le primule nel prato, gialle, e ho visto, credimi, già tre farfalle”.
Accarezzandola così le ho detto: “Sì è tempo, rondine, vola sul tetto!
Ma perché agli uomini ritorni in viso come nei teneri prati il sorriso un’altra rondine deve tornare dal lungo esilio, di là dal mare.
La Pace, o rondine, che voli a sera! Essa è per gli uomini la primavera”.
Gianni Rodari
Nel gelo dell’inverno, cielo cupo dell’ipocrisia, la rondine non trova rifugio nel cuore degli uomini. Una speranza viene dalla fede nell’infinito, l’Amore non ha nemici da sconfiggere.
Tranqui, dice che è na roba piccola! Chi? Ma i liBBeristi che so esperti!!!
È fallita Silicon Valley bank, la 16° banca più grande degli USA. Nell’arco di 24 ore i correntisti hanno prelevato 42 miliardi: un vero e proprio Bank Run che ha lasciato liquidità negativa per un miliardo. Non resta che aspettare per vedere quale sarà la prossima.
Orgoglioso di essere nella classifica annuale @Forbes delle migliori banche d’America per il quinto anno consecutivo e di essere stato anche nominato nell’elenco inaugurale di Financial All-Stars della pubblicazione.
Capitoooo? Il problema per ESSI non è una guerra sconsiderata che ha portato all’esplosione dei costi dell’energia e delle materie prime, una guerra dove si cerca la pace a suon di bombe e carri armati.
No il problema sono i pensionati, soprattutto quelli che hanno una pensione che ancora gli permette di arrivare alla fine del mese, o peggio i pensionati che riescono addirittura a sostenere i figli eternamente precari, disoccupati e sottopagati, o quelli che in un futuro prossimo potrebbero non aver bisogno di mangiare insetti – quelli si convenienti e alla portata della plebe – e addirittura potrebbero non rinunciare all’automobile, mezzo sempre più d’élite grazie ai prezzi fuori scala dei carburanti!
No, ESSI non si fermeranno, la coscienza di classe potrebbe essere l’unico baluardo contro l’oppressione, peccato che siamo una società disgregata e individualista, senza consapevolezza di far parte di una collettività e dell’importanza del bene comune, un bene che nella maggior parte dei casi coincide con il bene pubblico. Questo perché lo stato, pluriclasse e democratico, sociale in quanto afferma i diritti sociali di prima generazione che mettono al primo posto il lavoro e a cascata ogni aspetto della vita ad esso collegato (istruzione, salute, previdenza, risparmio…), ebbene questo stato è stato di fatto cancellato dalle istituzioni, venendo sostituito da organizzazioni sovranazionali di stampo privatistico che hanno come fine proprio il ripristino dello stato minimo Questo oltre a non intervenire nell’economia lasciando il massimo spazio all’iniziativa privata delle multinazionali, si limita a realizzare una pseudo uguaglianza formale garantita da una giustizia totalmente asservita ai potenti.
Ricetta anconetana super economica del candito per le api fatta in officina (ma non ditelo alle api che sono schizzinose)!!!
In questo periodo la covata della regina è ripresa ormai in abbondanza ma gli sbalzi di temperatura e le fioriture scarse impediscono alle api di ripristinare e incrementare le scorte. Ecco perché una soluzione d’emergenza è il candito, un impasto fatto da zucchero precedentemente frullato (per favorire l’amalgama) e lievito di birra, che oltre che a dare un’integrazione proteica serve a scindere glucosio e fruttosio rendendo più digeribile lo zucchero per le api.
Anna rincalza: «Pensa, sono state chiuse certe zone della città ed altre no… capita che da un lato della strada è permesso camminare e dall’altro no.»
«Ma quando finisce ‘sta follia? Come ha fatto la gente ad accettare tutto questo?»
Fausto fa notare che intanto era nato un dissenso di minoranza, ma nella TV generalista i dissidenti venivano trattati da idioti o da criminali.
«Ah, meno male che qualcuno ha mantenuto il senno.» Esclamo consolato.
Intanto il cartone era finito nella sua prima puntata ed annunciava, per l’indomani, la seconda ed ultima che trattava la questione del vaccino.
L’indomani torno a casa un po’ di fretta per cercare di vedere il cartone insieme a Fausto, ma sulla soglia Anna mi chiede di andare a fare la spesa con lei.
«Dai, ti prego voglio vedere il cartone storico, ma perché non ti fai portare a casa la spesa dal Drone?»
«Lo saprai che a me piace controllare quello che compro: l’ultima volta tutta la frutta faceva schifo!»
Io annaspo e per guadagnare tempo chiedo al figlio di raccontarmi quello che era successo nel frattempo.
«Boh, io non ci capisco molto e, anzi, speravo me lo potessi spiegare tu.»
«Cioè?»
«Ci sono stati grandi annunci e dall’inizio del 2021 si comincia a vaccinare la gente.»
«Ma come è possibile? Neanche con la tecnologia attuale si riesce a testare un vaccino in così poco tempo.»
«Effettivamente nel cartone si dice che non è veramente un vaccino, è una nuova tecnica al MRNA, poi nel foglietto illustrativo c’è scritto che è un farmaco sperimentale, ma viene reso subito obbligatorio per i sanitari, poi per gli insegnanti.»
Anna ed io restiamo a bocca aperta, io esordisco: «Come obbligatorio? No, questo non è possibile, la storia la conosco anch’io: più di ottant’anni prima di questo periodo, nella Germania nazista erano stati fatti esperimenti su cavie umane, per questo alla fine della seconda guerra mondiale e dopo il processo per i crimini di guerra è stato stabilito che il corpo umano è inviolabile. Questa legislazione vige tutt’ora in tutto il mondo!»
«Infatti dice che ognuno era costretto a firmare un consenso, molto poco informato, per cui lo Stato e le Ditte Farmaceutiche declinavano ogni responsabilità. E’ contraddittorio: obbligatorio, ma consensuale.»
Prima speravo di divertirmi ancora come ieri, ma la piega che prende si fa molto seria, Anna si lascia convincere ad andare a far compere l’indomani, insieme ci mettiamo seduti ad assistere. Le sorprese arrivano e sono sempre più tragiche.
«Ma è pazzesco! Dopo meno di due mesi fanno fare la seconda dose dello stesso vaccino, ma è semplice: vuol dire che non funziona!»
Anna mi corregge: «Non è un vaccino.»
«Ah già, è vero, però in TV e nei giornali continuano a ripetere quella parola.»
«Guarda, ci sono filmati di persone che mostrano come nella zona del braccio in cui è avvenuta l’inoculazione rimangono attaccati oggetti metallici, come avviene con una calamita: cosa c’era in quel siero?»
Io sono attonito, non riesco più a spiccicare parole, lei invece infierisce: «Adesso addirittura si sono inventati una specie di documento, lo chiamano “Green Pass” senza il quale non si può fare niente, neanche lavorare. Si ottiene o col “vaccino” in tutte le sue dosi, che intanto sono arrivate a tre, o con un esame particolarmente fastidioso, a volte doloroso.»
Mi viene da piangere quando scopro che molti dissidenti, pur di non farsi inoculare, hanno rinunciato per mesi al proprio stipendio, ma mi trattengo di fronte a Fausto, riesco solo a dire: «È stato un nuovo fascismo.»
Lei annuisce gravemente.
Fausto interviene: «Che cos’è il fascismo?»
Mi arrabbio: «Ma che cosa studiate a scuola?»
Lui arrossisce: «Ah sì, le dittature del ‘900…»
«Evidentemente ogni tanto ci riprovano, povera gente.»
Anna riprende: «Guardate, quel farmaco ha provocato un numero enorme di reazioni avverse, tantissimi morti, molti di più della epidemia stessa, ma le autorità hanno continuato a negare tutto, anche l’evidenza.»
Il cartone finisce con un messaggio di speranza: quel tipo di terapia venne abbandonato per sempre e le case farmaceutiche vennero condannate e multate fortemente.
Fatico a riprendermi dallo shock: «Non vedo l’ora di conoscere la tua maestra di storia, ai prossimi colloqui verrò a congratularmi con lei. Sono ancora incredulo che un episodio storico del genere venga passato in sordina, ma fortunatamente ci sono ancora insegnanti come la tua!»
Racconto fanta-tragico-ironico di Stefano sulle surreali vicende che hanno caratterizzato la storia italiana e mondiale negli ultimi anni.
I parte
Tornare a casa dopo una lunga giornata di lavoro è sempre piacevole, un bacio alla mogliettina e… beh speravo ci fosse anche il figlioletto, ma come al solito è incollato alla sua TV olografica, va beh, almeno stavolta, a giudicare dalle risate, non sta guardando i soliti cartoni di supereroi.
«Cos’hai da ridere tanto?»
«Ah ciao pa’, questo è un cartone che mi ha chiesto di vedere la maestra di storia.»
«Non mi dire che adesso la maestra ti raccomanda di vedere la oloTV invece di studiare nel monitor interattivo?»
«Sì pa’, è un cartone molto realistico ambientato un secolo fa e parla di una finta pandemia e delle regole assurde che sono state adottate dai governi dell’epoca.»
«Ah sì, ne ho sentito parlare, anche se quando andavo a scuola io non si studiava molto quel periodo.»
«La maestra dice che, invece, è meglio ricordare certi episodi della storia per evitare che in futuro si possano ripetere.»
«Ok, ma se l’argomento è così serio cosa c’è da ridere?»
«La maestra dice che, anche se si trattava di una epidemia di un’influenza un po’ grave, i provvedimenti che sono stati presi sono stati per lo più demenziali e tutta la narrazione, soprattutto nei mass-media, era insensata. Questo cartone evidenzia le parti peculiari e sono veramente comiche.»
Fausto fa per riavviare il cartone, ma intervengo protestando: «No, almeno raccontami cosa è successo fin qui!»
«Ah sì certo, lo vuoi vedere anche tu? Allora: in Italia era arrivata un’influenza dalla Cina che, come succede spesso, all’inizio aveva colpito maggiormente le persone anziane, specie nel Nord. Ma stavolta, invece di cercare subito una cura efficace, di provare con le terapie consuete e indagare con le autopsie, il Ministero della Sanità ha imposto ai medici di base di non visitare i pazienti a casa, ma di svolgere solo telefonicamente una “vigile attesa” sullo stato di salute, vietando la prescrizione di qualsiasi farmaco ad eccezione di un antifebbrile dannoso per il sistema immunitario. Solo quando le condizioni del paziente risultavano oramai drammatiche, il medico poteva autorizzarne il ricovero ospedaliero: qui, nei reparti di terapia intensiva, i protocolli terapeutici si sono rivelati troppo spesso letali.
«Ma tutto questo è criminale! Continuo a non capire cosa ci sia da ridere.»
«Tu non immagini i provvedimenti! Hanno subito imposto la chiusura di tutta la popolazione in casa: si poteva uscire all’interno del proprio Comune di residenza solo per comperare beni di prima necessità quali cibo, farmaci, sigarette e per portare a pisciare i cani che, così, passeggiavano più volte al giorno con ogni componente della famiglia.
«Non ci posso credere… tutti sanno che il modo migliore per rafforzare il sistema immunitario è quello di esporsi al patogeno per creare gli anticorpi, tanto non tutti si ammalano, poi di stare all’aria aperta, evitare stravizi alimentari, assumere vitamine, fare attività fisica ed esporsi al sole.»
Intanto Fausto ricominciava a ridere nel ricordo: «Poi hanno obbligato tutte le persone ad indossare una mascherina sul viso, sterilizzare moltissime volte al giorno le mani e rispettare un distanziamento fisico definito “sociale” di almeno un metro, a volte esteso dai sindaci a due metri e anche ad un metro e ottanta.»
Impossibile resistere, mi metto a ridere anch’io: «Ma è assurdo! Poi i virus sono più piccoli delle maglie dei tessuti delle mascherine e passano liberamente, lo sanno tutti.»
«Pensa che la polizia inseguiva anche con i droni chiunque andasse a passeggiare o a correre in luoghi deserti!» Nella tragicità c’era comicità e mi scappa da ridere ancora: «Ma chi avrebbero potuto contagiare?»
Anche Fausto, nel raccontare, si sbellica: «Chi andava fuori di casa per lavoro non poteva uscire dal proprio comune, così, se lavorava lontano, aveva grane con la polizia…e pensa che per uscire, per qualsiasi motivo, bisognava compilare una autocertificazione su un modulo che ogni settimana cambiava, cioè senza senso, anche la polizia non sapeva più come comportarsi.»
«Dai, riavvia il cartone che lo voglio vedere anch’io.»
L’ilarità è irresistibile e raggiunge mia moglie: «Si può sapere che cosa avete da sghignazzare voi due?»
Io cerco di spiegare, tra una risata e l’altra: «Guarda, io non ci posso credere, Fausto dice che la maestra di storia gli ha spiegato che questo cartone riporta dei fatti reali di un secolo fa.»
«Ma riguardo cosa?»
«Non so se ne hai mai sentito parlare, quella finta pandemia di influenza strumentalizzata per arrivare a togliere tutte le libertà e diritti basilari nella maggior parte degli Stati più ricchi del mondo.»
«Ah sì, mi pare, ma non vedo cosa ci sia da ridere.»
In quel momento nel cartone appare una famiglia che passeggia, approfittando della parziale riapertura dalla metà di maggio del 2020. Poiché il bambino chiede un gelato, la famiglia va in gelateria e lì glielo porgono incartato con la stagnola: al perché del bambino, il padre spiega che è possibile acquistare solo cibo da asporto.
Trattenendo i singhiozzi del riso spiego: «Capito? Lo stesso cono gelato andava bene solo se avvolto nella stagnola!»
Lei è basita: «Cioè? Non capisco!»
«Non c’è niente da capire! È un periodo in cui la pazzia ha fatto da padrona, però è comico, non trovi? Pensa che prima hanno fatto vedere un supermercato in cui il reparto cancelleria era transennato perché era consentito vendere solo alimentari.»
«Ma scusa, quando uno era all’interno del negozio, ormai il contagio era partito o no?»
«Sì, ma dicevano che così salvaguardavano dalla concorrenza sleale tutti gli altri negozi costretti alla chiusura.»
«E perché non lasciavano anche aprire gli altri negozi, visto che comunque la gente andava in giro a far compere, no?»
«Senti non mi chiedere di trovare una logica, a me viene solo da ridere.»
Fausto interviene per non farci perdere le parti comiche: «Guardate qui, hanno messo gli ombrelloni distanziati in spiaggia.»
Mi viene da chiedere: «Cioè? La gente al mare, al sole, deve stare sotto ombrelloni distanziati e poi chiacchiera e va a fare il bagno gomito a gomito?»
«Sì guarda, c’è qualcuno che fa il bagno con la mascherina!»
A quel punto tutti e tre ci rotoliamo a terra dalle risate, io comincio a sentirmi male, ho un dolore allo stomaco, non riesco a respirare. Quando riprendo il controllo chiedo: «Che succede adesso?»
«Dopo ferragosto diventano obbligatorie le mascherine in ogni luogo, ma solo dopo le ore 18! Prima no.»
Ci metto un po’ a realizzare, ma poi scoppio in una ennesima risata: «E cioè, il virus ha l’orologio?»
Anna si lascia contagiare e mi spalleggia: «Guarda ci sono delle persone che guidano da sole in macchina… con la mascherina!!!» Anche lei rotola per terra.
Io sto molto attento alle vicissitudini che si susseguono: «Guardate, da metà ottobre ricomincia il caos: mascherine obbligatorie ovunque, cinema e teatri di nuovo chiusi… no! A questo non ci posso credere: se qualcuno vuole fare una cena a casa sua, non si può stare in più di sei.»
Lei punta gli occhi al cielo: «Mio Dio, com’è possibile? Ma chi poteva verificare una cosa del genere? Come si fa ad imporre una cosa così assurda e non controllabile?»
Io intanto ridevo sempre più: «Tutto chiuso di nuovo e coprifuoco dalle ore 21… stavolta il virus ha accomodato l’orologio! Guardate, in TV c’è un virologo che raccomanda agli sposi di fare l’amore con la mascherina e per non più di 20 minuti!!! Si vede che ‘sto tipo ha l’eiaculazione precoce e così si prende la rivincita.»
Anna è completamente basita, imbambolata cercando di trovare una qualche logica.
«Da novembre l’Italia è stata divisa in zone cromatiche a seconda del numero di malati e l’orario del coprifuoco è stato aggiornato, dalle 22 alle 5 di mattina… anzi no, sotto Natale, nei giorni festivi, tutta l’Italia è zona rossa come se fosse al massimo dei contagi, ma a giorni alterni!!!» Io ho finito le lacrime ed in me nasce una sensazione di angoscia.
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