
Non si può propriamente dire che i tempi siano tre:
passato, presente, futuro.
Sarebbe più proprio dire:
il presente del passato,
il presente del presente,
il presente del futuro.
Essi sono tutti e tre nell’anima.
Il presente del passato è la memoria.
Il presente del presente è la visione.
Il presente del futuro è l’attesa.
Nel libro le Confessioni Agostino relativamente alla suo modo di concepire il tempo dice:
«Se nessuno me lo chiede, lo so; se cerco di spiegarlo a chi me lo chiede, non lo so».
Agostino conclude poi che il tempo è in realtà una dimensione dell’anima:
<<È in te, spirito mio, che misuro il tempo.>>
Qui la coscienza umana si dilata sino ad abbracciare nel presente la dimensione del passato e del futuro, il soggetto raccoglie in unità le esperienze altrimenti disperse nel tempo, il quale si traduce quindi in una relazione tra le cose.
La dimensione temporale è perciò per Agostino una dimensione soggettiva e compito dell’essere umano è puntare a trascendere questa dimensione puntando all’unione con Dio, l’Eterno:
«Il tempo è perciò il luogo della perdizione, ma anche della salvezza, perché in esso l’uomo decide se attaccarsi ai beni di questo mondo o servirsene per elevarsi a Dio»