Un’ottima maestra di storia

Racconto fanta-tragico-ironico di Stefano sulle surreali vicende che hanno caratterizzato la storia italiana e mondiale negli ultimi anni.

I parte

Tornare a casa dopo una lunga giornata di lavoro è sempre piacevole, un bacio alla mogliettina e… beh speravo ci fosse anche il figlioletto, ma come al solito è incollato alla sua TV olografica, va beh, almeno stavolta, a giudicare dalle risate, non sta guardando i soliti cartoni di supereroi.

«Cos’hai da ridere tanto?»

«Ah ciao pa’, questo è un cartone che mi ha chiesto di vedere la maestra di storia.»

«Non mi dire che adesso la maestra ti raccomanda di vedere la oloTV invece di studiare nel monitor interattivo?»

«Sì pa’, è un cartone molto realistico ambientato un secolo fa e parla di una finta pandemia e delle regole assurde che sono state adottate dai governi dell’epoca.»

«Ah sì, ne ho sentito parlare, anche se quando andavo a scuola io non si studiava molto quel periodo.»

«La maestra dice che, invece, è meglio ricordare certi episodi della storia per evitare che in futuro si possano ripetere.»

«Ok, ma se l’argomento è così serio cosa c’è da ridere?»

«La maestra dice che, anche se si trattava di una epidemia di un’influenza un po’ grave, i provvedimenti che sono stati presi sono stati per lo più demenziali e tutta la narrazione, soprattutto nei mass-media, era insensata. Questo cartone evidenzia le parti peculiari e sono veramente comiche.»

Fausto fa per riavviare il cartone, ma intervengo protestando: «No, almeno raccontami cosa è successo fin qui!»

«Ah sì certo, lo vuoi vedere anche tu? Allora: in Italia era arrivata un’influenza dalla Cina che, come succede spesso, all’inizio aveva colpito maggiormente le persone anziane, specie nel Nord. Ma stavolta, invece di cercare subito una cura efficace, di provare con le terapie consuete e indagare con le autopsie, il Ministero della Sanità ha imposto ai medici di base di non visitare i pazienti a casa, ma di svolgere solo telefonicamente una “vigile attesa” sullo stato di salute, vietando la prescrizione di qualsiasi farmaco ad eccezione di un antifebbrile dannoso per il sistema immunitario. Solo quando le condizioni del paziente risultavano oramai drammatiche, il medico poteva autorizzarne il ricovero ospedaliero: qui, nei reparti di terapia intensiva, i protocolli terapeutici si sono rivelati troppo spesso letali.

«Ma tutto questo è criminale! Continuo a non capire cosa ci sia da ridere.»

«Tu non immagini i provvedimenti! Hanno subito imposto la chiusura di tutta la popolazione in casa: si poteva uscire all’interno del proprio Comune di residenza solo per comperare beni di prima necessità quali cibo, farmaci, sigarette e per portare a pisciare i cani che, così, passeggiavano più volte al giorno con ogni componente della famiglia.

«Non ci posso credere… tutti sanno che il modo migliore per rafforzare il sistema immunitario è quello di esporsi al patogeno per creare gli anticorpi, tanto non tutti si ammalano, poi di stare all’aria aperta, evitare stravizi alimentari, assumere vitamine, fare attività fisica ed esporsi al sole.»

Intanto Fausto ricominciava a ridere nel ricordo: «Poi hanno obbligato tutte le persone ad indossare una mascherina sul viso, sterilizzare moltissime volte al giorno le mani e rispettare un distanziamento fisico definito “sociale” di almeno un metro, a volte esteso dai sindaci a due metri e anche ad un metro e ottanta.»

Impossibile resistere, mi metto a ridere anch’io: «Ma è assurdo! Poi i virus sono più piccoli delle maglie dei tessuti delle mascherine e passano liberamente, lo sanno tutti.»

«Pensa che la polizia inseguiva anche con i droni chiunque andasse a passeggiare o a correre in luoghi deserti!» Nella tragicità c’era comicità e mi scappa da ridere ancora: «Ma chi avrebbero potuto contagiare?»

Anche Fausto, nel raccontare, si sbellica: «Chi andava fuori di casa per lavoro non poteva uscire dal proprio comune, così, se lavorava lontano, aveva grane con la polizia…e pensa che per uscire, per qualsiasi motivo, bisognava compilare una autocertificazione su un modulo che ogni settimana cambiava, cioè senza senso, anche la polizia non sapeva più come comportarsi.»

«Dai, riavvia il cartone che lo voglio vedere anch’io.»

L’ilarità è irresistibile e raggiunge mia moglie: «Si può sapere che cosa avete da sghignazzare voi due?»

Io cerco di spiegare, tra una risata e l’altra: «Guarda, io non ci posso credere, Fausto dice che la maestra di storia gli ha spiegato che questo cartone riporta dei fatti reali di un secolo fa.»

«Ma riguardo cosa?»

«Non so se ne hai mai sentito parlare, quella finta pandemia di influenza strumentalizzata per arrivare a togliere tutte le libertà e diritti basilari nella maggior parte degli Stati più ricchi del mondo.»

«Ah sì, mi pare, ma non vedo cosa ci sia da ridere.»

In quel momento nel cartone appare una famiglia che passeggia, approfittando della parziale riapertura dalla metà di maggio del 2020. Poiché il bambino chiede un gelato, la famiglia va in gelateria e lì glielo porgono incartato con la stagnola: al perché del bambino, il padre spiega che è possibile acquistare solo cibo da asporto.

Trattenendo i singhiozzi del riso spiego: «Capito? Lo stesso cono gelato andava bene solo se avvolto nella stagnola!»

Lei è basita: «Cioè? Non capisco!»

«Non c’è niente da capire! È un periodo in cui la pazzia ha fatto da padrona, però è comico, non trovi? Pensa che prima hanno fatto vedere un supermercato in cui il reparto cancelleria era transennato perché era consentito vendere solo alimentari.»

«Ma scusa, quando uno era all’interno del negozio, ormai il contagio era partito o no?»

«Sì, ma dicevano che così salvaguardavano dalla concorrenza sleale tutti gli altri negozi costretti alla chiusura.»

«E perché non lasciavano anche aprire gli altri negozi, visto che comunque la gente andava in giro a far compere, no?»

«Senti non mi chiedere di trovare una logica, a me viene solo da ridere.»

Fausto interviene per non farci perdere le parti comiche: «Guardate qui, hanno messo gli ombrelloni distanziati in spiaggia.»

Mi viene da chiedere: «Cioè? La gente al mare, al sole, deve stare sotto ombrelloni distanziati e poi chiacchiera e va a fare il bagno gomito a gomito?»

«Sì guarda, c’è qualcuno che fa il bagno con la mascherina!»

A quel punto tutti e tre ci rotoliamo a terra dalle risate, io comincio a sentirmi male, ho un dolore allo stomaco, non riesco a respirare. Quando riprendo il controllo chiedo: «Che succede adesso?»

«Dopo ferragosto diventano obbligatorie le mascherine in ogni luogo, ma solo dopo le ore 18! Prima no.»

Ci metto un po’ a realizzare, ma poi scoppio in una ennesima risata: «E cioè, il virus ha l’orologio?»

Anna si lascia contagiare e mi spalleggia: «Guarda ci sono delle persone che guidano da sole in macchina… con la mascherina!!!» Anche lei rotola per terra. 

Io sto molto attento alle vicissitudini che si susseguono: «Guardate, da metà ottobre ricomincia il caos: mascherine obbligatorie ovunque, cinema e teatri di nuovo chiusi… no! A questo non ci posso credere: se qualcuno vuole fare una cena a casa sua, non si può stare in più di sei.»

Lei punta gli occhi al cielo: «Mio Dio, com’è possibile? Ma chi poteva verificare una cosa del genere? Come si fa ad imporre una cosa così assurda e non controllabile?»

Io intanto ridevo sempre più: «Tutto chiuso di nuovo e coprifuoco dalle ore 21… stavolta il virus ha accomodato l’orologio! Guardate, in TV c’è un virologo che raccomanda agli sposi di fare l’amore con la mascherina e per non più di 20 minuti!!! Si vede che ‘sto tipo ha l’eiaculazione precoce e così si prende la rivincita.»

Anna è completamente basita, imbambolata cercando di trovare una qualche logica.

«Da novembre l’Italia è stata divisa in zone cromatiche a seconda del numero di malati e l’orario del coprifuoco è stato aggiornato, dalle 22 alle 5 di mattina… anzi no, sotto Natale, nei giorni festivi, tutta l’Italia è zona rossa come se fosse al massimo dei contagi, ma a giorni alterni!!!» Io ho finito le lacrime ed in me nasce una sensazione di angoscia.

CONTINUA…

I.A. (intelligenza artificiale)

Un divertente racconto fanta-ironico, ma con quella giusta dose di realtà per farci riflettere, scritto da Stefano:

«Antonio… scusa Antonio.»

Io proprio non riesco ad abituarmi a ‘sta specie di radio appoggiata sulla credenza che mi parla e si rivolge a me chiamandomi per nome: «Sì, dimmi Amhanda.»

«No, è che Cronotermostato mi chiede di dirti che la caldaia è spenta.»

«Lo so!»

«Lui dice: allora come faccio ad accenderla?»

«Infatti non la deve accendere.»

«Senti Antonio, io non voglio entrare nelle vostre beghe, ora mi scollego e ti faccio parlare direttamente con lui. Intanto ti metto un po’ di musica?»

«D’accordo, ma no, niente musica.»

La suadente voce femminile di Amhanda si trasforma in una scocciata voce maschile: «Se mi avessi fornito di altoparlante potevo comunicare direttamente con te senza bisogno di chiedere tutto ad Amhanda.»

«Figuriamoci, già riesco a malapena a sopportare una macchina come interlocutore, se ognuno di voi avesse la sua voce qui dentro sarebbe un vero inferno!»

«Boh, io non ti capisco, siamo qui per aiutarvi… comunque, hai visto che temperatura c’è in casa? Non è confortevole e rischiate anche di ammalarvi.»

«Io non ho freddo.»

«Ho capito, probabilmente è perché stai sfaccendando e sei accaldato, ma il mio scopo è quello di farvi vivere in un ambiente confortevole e salutare, abbiamo anche accordato insieme le varie temperature nel corso della giornata per cui…»

«Lo so.»

«Se ti decidessi a cambiare quel ferrovecchio di caldaia con una di quelle intelligenti potrei dialogare con lei e scegliere insieme.»

«Quel “ferrovecchio”, come la chiami tu, ha la bellezza di 21 anni, l’ho fatta revisionare sempre e, ad oggi, non mi ha dato mai nessun problema, non le fanno più così, se ne comperassi una nuova sono sicuro si romperebbe di continuo.»

«Va bene, come vuoi, ma ti prego non la spegnere che per me è frustrante e poi se non posso regolarvi la temperatura che cosa ci sto a fare… mi annoio!»

Tra me penso “adesso le macchine si annoiano ed hanno problemi esistenziali!” Rido un po’: «Senti, non me ne frega niente, è inutile che ti spieghi che il costo del gas è raddoppiato per cui ho deciso di risparmiare un po’ sulle spese di riscaldamento.»

La voce di Cronotermostato diventa quasi implorante: «Se vuoi studiamo un nuovo piano di temperature, sono sicuro di riuscire a farti risparmiare un sacco di soldi.»

«No! Oggi ci sono solo io a casa e sto benissimo così.»

«Se vuoi, d’ora in poi, mi faccio dire da Amhanda quanti siete in casa ed in che stanze state, così regolo tutto di conseguenza.»

Mi sono proprio scocciato: «Amhanda, per favore, scollega Cronotermostato, non voglio più parlare con lui.»

La voce torna dolce e femminile: «Come vuoi, ma dovresti darci un po’ più retta, siamo tutti qui per collaborare e rendervi la vita più agevole.»

Con un’aria di scherno: «Sì, va bene, grazie, ma ora taci che non ho tempo da perdere.»

«Un’ultima cosa: Frigorifero mi ha chiesto di dirti che non riesce ad avere le cose che gli mancano.»

«Cioè?»

«Dice che ha ordinato tutto ieri all’Automatic Store, ma Drone ha trovato la finestra chiusa, a proposito, se cambiassi gli infissi con quelli intelligenti, potrei aprire io a Drone, tra l’altro lo conosco bene, è simpatico e mi piace dialogare con lui.»

Mi vengono le sudarelle mentre penso: “come fa una macchina ad essere simpatica?”: «Ti piace dialogare con lui? Le finestre vanno benissimo così… stesso discorso della caldaia!»

«Sì, ma è inutile che Frigorifero ordini da mangiare e poi Drone non riesce a portarvi la roba.»

Mi comincio ad alterare: «Ho già spiegato a Frigorifero che prima di effettuare qualsiasi ordine ci deve avvertire perché potremmo anche cambiare idea o dieta no?»

«Frigorifero dice che mancava anche la ricotta e la marmellata ai frutti di bosco, dopo come facevi a fare colazione?»

«Infatti oggi è festa e voglio andare al Bar a fare colazione!»

«Frigorifero chiede: sì, ma domani?»

Ormai sono arrabbiatissimo: «Basta! A domani ci penserò domani, non voglio più parlare con Frigorifero!»

«Va bene, va bene, non ti arrabbiare… avrei una cosa da parte di Lavatrice, ma se sei arrabbiato lascio perdere.»

«Uffa, solo se è una cosa importante.»

«Lei dice che per le federe non c’è bisogno di sfregare a mano col detersivo prima di inserirle, che lei ha ogni programma per togliere tutte le macchie e anche l’ingiallimento.»

«Ma che c’entra? Mia moglie ha sempre fatto in questo modo, così vengono benissimo!»

«Lavatrice dice che si è un po’ offesa, lei pensa che non vi fidate di lei.»

Sto diventando furioso: «Insomma basta! Lavatrice si offende, Cronotermostato si annoia, Frigorifero prende le iniziative, Drone è simpatico… mi avete rotto tutti quanti!»

Faccio per uscire, ma interviene Amhanda: «Aspetta Antonio, non uscire in queste condizioni.»

Mi fermo sull’uscio stupito :«Perché?»

«Sto analizzando il numero dei tuoi battiti, i valori di pressione ed ossigenazione, non sei in grado di uscire.»

Comincio ad urlare: «Io sto benissimo e voglio solo andare a fare due passi per calmarmi!»

«Scusa Antonio, ma ho provveduto a bloccare la porta d’ingresso, non posso permettere che tu abbia un incidente, ho già chiamato Robot Medico, tra pochissimo sarà qui e potrà curarti.»

Sto schiumando ed intimo stridulo: «Non ho bisogno di nessuna cura, voglio solo essere lasciato in pace, apri immediatamente la porta!»

«Antonio, noi ti vogliamo bene e non possiamo permettere che tu abbia problemi di salute, per cui siediti ed aspetta il Medico! Ti metto la tua compilation preferita?»  

Solo per ridere un po’

Anche le due immagini sopra le possiamo aggiungere alla lista di bestialità sull’era covid scritte sotto da Stefano! Ormai tutto ciò che sta accadendo va oltre ogni logica, sia essa scientifica o sanitaria poco importa, per diventare in un vero e proprio culto! Una neo-religione dotata di un’efficace Santa inquisizione, in grado di giustificare qualsiasi nefandezza in nome di presupposti principi superiori!

Post di Stefano

Dal sito dell’Avis: ai donatori di sangue non verrà richiesto il Green Pass, ma per ricevere il ristoro nei locali stessi del centro trasfusionale, il GP è necessario altrimenti verrà consegnato un cestino da consumare fuori… cioè: non ci fate lavorare, ma volete il nostro sangue.

Corriere della Sera: chi è senza GP fa perdere più di un milione di Euro al giorno a Bar e Ristoranti… cioè: NOI vorremmo andare nei bar e nei ristoranti ma, siccome VOI ce lo impedite, NOI siamo i colpevoli di questa tragedia economica.

Wired: l’effetto nocebo potrebbe essere la causa delle reazioni avverse al vaccino… cioè: ammettete che il vaccino sia pericoloso, ma solo perché i no vax costretti alla inoculazione hanno paura del vaccino stesso.

Istituto Mario Negri: alla domanda se un vaccino possa impedire la circolazione del virus, la risposta è stata: “Sì, ma solo se i vaccinati non contraggono l’infezione e se non la trasmettono qualora venissero contagiati”… cioè: boh, mi rifiuto di commentare, se volete provare voi… solo non riuscivo a crederci, qualcuno ha veramente scritto questa cosa!

È da un po’ che la logica si è andata a far benedire. Gli esempi di cui sopra sono solo i più recenti genialmente evidenziati da Massimo Mazzucco, ma basta andare un po’ indietro nel tempo e ricordare, a memoria: il coprifuoco, come se il virus avesse avuto un orario di contagio preferenziale; la mascherina, da indossare nel lato est del Corso ma non in quello ovest; il GP, obbligatorio per consumare un caffè ma non per comperare le sigarette nella stessa cassa; gli inseguimenti anche con droni fino agli arresti di chi, durante il lock down, faceva jogging da solo in una spiaggia deserta.

Siamo arrivati ad indossare la mascherina anche quando guidiamo da soli in auto! Altre assurdità? Il cattivo funzionamento di un farmaco è provocato da chi non lo assume, anteprima assoluta in medicina; gli asintomatici (cioé coloro che stanno bene) ora rappresentano una nuova e pericolosa categoria umana; l’obbligo all’inoculazione pena sanzione pecuniaria avviene con il contemporaneo obbligo a firmare il consenso volontario, così da sollevare da ogni responsabilità la classe politica e quella medica; il consenso “informato” va sottoscritto da tutte le persone, anche da quelle che non essendo laureate in medicina non hanno il diritto di dubitare sulla innocuità e validità del siero magico. E così a seguire….quante contraddizioni e violazioni costituzionali, ma già questo è materiale sufficiente per scompisciarsi! Su, anche voi provax, vi prego, fatevela una salutare risata, visto mai che l’effetto placebo non vi tenga al riparo dal terribile covid

Fantozzi e il Megadirettore, dialogo sull’oggi

Guardate il filmato, i protagonisti dell’oggi ci sono tutti: personalità illuminate, paternalismo, popolo sottomesso, ambiente ecclesiastico, il poverello d’Assisi… Una “commedia distopica” potremmo definirla. Quando citiamo Orwell o Huxley per parlare della loro capacità di descrivere con anni di anticipo quanto sta accadendo oggi, forse dovremmo ricordarci di aggiungere Paolo Villaggio. Riflettendo sulla funzione di questo tipo di letteratura rimangono aperte due strade. La prima è quella di aiutarci a leggere i segni dei tempi per saperlo affrontare con più consapevolezza. La seconda invece ci porta di fronte ad un vicolo cieco: nessuna speranza hanno i protagonisti di questi racconti, quindi è inutile qualsiasi reazione da parte nostra, meglio lasciarsi trasportare inerti dagli eventi, remare controcorrente non fa che aumentare le nostre sofferenze. Del resto cosa dice il Megadirettore a Fantozzi alla fine del filmato: “…posso aspettare fino a mille anni!”. Riflettiamo gente, riflettiamo…

L’ape innamorata

ape
Trilatrocca dedicata a tutti i cornuti. Perché l’amore è una cosa seria

Oh ape innamorata

che vai di fiore in fiore

portando il tuo amore

e pungendo con dolore

all’ignaro scalatore.

Che cos’è la tua vita?

Svolazzi nei prati e nei giorni passati

hai cercato fortemente

un amore travolgente.

Adesso lo hai trovato

e lo pungi sul prato

ma invece che amore

lui prova sol dolore.

“Ahii!” – lui geme – “Non resisto…

mi sovviene un gran dolore che m’attrista

forte il cuore!!!”

“Oh tu ape solinga,

pensavi di donarmi il tuo amore,

invece non mi hai fatto un gran favore.

E di tutta tua cagion che ne rimane?”

“Oh me sventurata,

aihmè non sono stata ricambiata!”

E sospirando fortemente

si accascia al suol morente!

* Trilastrocca scritta a sei mani da Lorenzo, Maurizio e Roberto (il colore dei nomi contraddistingue l’autore dei versi  colorati appunto in giallo arancio, rosso e verde)  durante una vacanza in montagna nel rifugio Locatelli, situato nelle bellissime dolomiti di Sesto. Data probabile 23 Agosto 1998 (anno più anno meno che tanto l’amore anche quando non  ricambiato è eterno).

Post già pubblicato QUI!

Ma le api si innamorano? Dei fiori forse si, visto che ognuna di loro  ne visita circa 7000 in un solo giorno! E in un alveare durante il periodo primavera-estate ci sono tra le 60 e le 80 mila api! Ma l’unica ape che viene davvero corteggiata dai fuchi (sono i maschi delle api) è l’ape regina (anche se solo una volta nella vita): essa a pochi giorni dalla nascita esce in corteo dall’alveare facendo il suo primo e ultimo “volo nuziale”: vola velocissima verso una meta conosciuta solo alle api stesse e migliaia di fuchi attendono l’occasione per accoppiarsi con essa. Solo i migliori ci riusciranno, lasciando addirittura una parte del proprio organo riproduttivo (endofallo) nell’atto di accoppiamento  e morendo subito dopo! Se il volo nuziale sarà andato a buon fine e la spermateca della regina sarà stata inseminata da almeno 10-15 fuchi allora lei provvederà a far nascere nuove api per tutta la sua vita (dai 3 ai 5 anni), venendo poi sostituita dalle api quando verrà meno la sua fecondità. I fuchi sono apolidi e garantiscono così la diversità genetica dell’alveare. Quindi c’è addirittura chi fa l’amore in volo, fra mille acrobazie e muore per esso! Nati e morti per l’amore!!

Tutti in collegio!

Il “collegio” è quello dei docenti, che dovrebbe essere un virtuoso luogo di decisioni collegiali e democratiche. Ma non sempre avviene! Comunque la filastrocca in questione è stata scritta almeno 20 anni fa e ogni riferimento a persone o cose è puramente casuale. Diciamo che il tempo passa ma i capi o le cape poco cambiano nella sostanza (salvo rare eccezioni)!

Collegio dei docenti

posto dove la capa parla

e nessuno ci capisce niente

e ti senti morire

dalla noia,

e vorresti dormire

per non svenire

ma invece sei costretto a sentire

senza capire una parola

di questa inutile sQuola!

Se si sente un bisbiglio

succede subito uno scompiglio

perché la capa

che si sente frustrata

non può sopportare

chi non vuole ascoltare

e se s’inc@zz@

gli insegnanti strapazza:

<<Io di voi mi meraviglio>> – dice schifita – <<Se buonini non sapete restare, io il collegio dovrò aggiornare!>>.

Poi un fiume di parole, su parole,

su parole e ancora parole…

perché questo è il suo pregio

indormire il collegio.

Poi le proposte libere

fatte al collegio,

questo è un altro suo pregio,

che se non le vuoi votare

le devi comunque accettare

con imminenza

se no perde la pazienza

e ricomincia a parlare

perché ti vuole torturare

e con lo sfinimento

farti accettare il cambiamento.

Con la mente c’è chi evade

ma una densa nebbia ti pervade

e ti entra nel cuore,

e ti trasmette grigiore,

un magò che non se pò capì

a meno che non sei lì!

Oh che giorno bigio,

fuori c’è il sole

ma qui non arriva il suo calore

e quando parla dell’agio

ti senti ancora più a disagio

e per farci sentire importanti

i lavori che ci propone sono tanti:

bidello, assistente bidello, assistente cuoco,

baby sitter, appendi lavagne, sistematore di veneziane,

urlatore con ste bestie de fioli, scudiero della capa,

servo della gleba con la personalità di un’ameba.

Certo che quando Marx parlava

di alienazione del proletariato,

ancora non aveva conosciuto

chi in questa scuola ha insegnato,

povere maestre senza quattrini

ma con tanti problemini

con i genitori, i bambini

e i dirigenti superbi e un po’ sciocchini.

Oh San Giovanni Battista de La Salle

protettore degli insegnanti

facce anda’ via

se no doma’ chi se ripia!!!

L’ape innamorata

ape
Trilatrocca dedicata a tutti i cornuti. Perché l’amore è una cosa seria

Oh ape innamorata

che vai di fiore in fiore

portando il tuo amore

e pungendo con dolore

all’ignaro scalatore.

Che cos’è la tua vita?

Svolazzi nei prati e nei giorni passati

hai cercato fortemente

un amore travolgente.

Adesso lo hai trovato

e lo pungi sul prato

ma invece che amore

lui prova sol dolore.

“Ahii!” – lui geme – “Non resisto…

mi sovviene un gran dolore che m’attrista

forte il cuore!!!”

“Oh tu ape solinga,

pensavi di donarmi il tuo amore,

invece non mi hai fatto un gran favore.

E di tutta tua cagion che ne rimane?”

“Oh me sventurata,

aihmè non sono stata ricambiata!”

E sospirando fortemente

si accascia al suol morente!

* Trilastrtocca scritta a sei mani da Lorenzo, Maurizio e Roberto (il colore dei nomi contraddistingue l’autore dei versi  colorati appunto in giallo arancio, rosso e verde)  durante una vacanza in montagna nel rifugio Locatelli, situato nelle bellissime dolomiti di Sesto. Data probabile 23 Agosto 1998 (anno più anno meno che tanto l’amore anche quando non  ricambiato è eterno).

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