
Miseria
umana miseria
corpi si disgregano
nel respiro leggero
dell’Eterno
Miseria
umana miseria
corpi si disgregano
nel respiro leggero
dell’Eterno
The best way to keep a prisoner from escaping is to make sure he never knows he’s in prison.
Il modo migliore per impedire a un prigioniero di scappare è assicurarsi che non sappia mai di essere in prigione.
Fëdor Dostoevskij
Ma la porta è sempre aperta, non ci sono sbarre o muri a dominarci. La mente e il suo eterno vagare fra passato, presente e futuro non ha vie d’uscita dalla schiavitù.
Come una freccia
inseguiamo il vento della vita,
innumerevoli lanci scoccati
per uscire dal buio
che circonda l’esistenza.
Secoli passati in superficie
senza svegliare il guerriero
assopito in noi,
sepolto dalle immagini
presenti e passate,
sconosciuto ai più
ma unica scintilla della divinità.
Abbandonate le illusioni della personalità,
lasciate a Lui la guida,
al vero Sé,
coincidenza di Essere e di Verità
nel silenzio sacro dell’esistenza,
dell’eterna presenza
dove gli opposti si annullano:
solo così capirete che
non c’è più la lotta per la vita,
non c’è più dualismo,
il guerriero ha vinto l’ultima battaglia
ed ora è tornato a riposare
nella luce suprema della consapevolezza.
Essere persona nella pienezza, essere chiamati per nome da quel Tu che ci costituisce, ogni passo verso l’Amore non fa che realizzare l’unità degli opposti, l’armonia nel caos, la pace nella lotta delle ipocrisie. È l’unica vera guerra che vale la pena combattere e ognuno né è protagonista; proprio perché la coscienza collettiva che plasma la società umana evolve attraverso l’individuo e l’individuo si innalza chinandosi verso il prossimo e guardando così in faccia al Signore.
Vorrei fuggire lontano,
dimenticare, riposare il mio Io
nel limbo oscuro del non-Essere,
inconsapevole della paura
compagna fedele
da tempo immemorabile.
Non ho mai saputo vivere
sopraffatto dalla violenza
dei miei stessi giudizi,
ed ora la paura mi schiaccia,
è un fardello troppo pesante
da sopportare,
scava nell’animo ferito,
inquieto, lontano da ogni certezza,
solcato da un fiume di sofferenza
cosi tanta che sembra non fare parte
della mia esperienza,
eppure so che mi appartiene
perché lascia le sue tracce nel dolore.
Non ho più argini nel cuore
trabocca, annego in ogni istante
eppure vivo…
riemerge sempre la speranza
forse c’è una fede innata,
una Guida, piccola luce
nel buio dell’Essere…
ma non posso più esprimermi
non so dire nulla di Lei
pensieri, parole, non so…
c’è solo il sentire il suo soffio,
la sua accettazione che mi tiene a galla
circondato dalla paura,
dal Mistero inesprimibile
della nostra vita.
E’ qui che devo stare
per sciogliere i nodi che mi stringono
le dolenti membra.
E’ qui che devo stare
accettare il reale
e ciò che sono
oltre l’apparenza,
perché è in questo che consiste
il nostro doloroso mistero.
Dualistici sono i sogni
veli opachi sulla vita
e ci piace ingannare noi stessi
fingendoci felici.
Ma è qui che devo stare
essere responsabile
di ciò che è Vero,
oltre le maschere e le finzioni
su cui costruiamo le nostre vite.
Poesia già pubblicata https://opinioniweb.blog/2018/08/01/la-guida/
Non c’è suono
che faccia eco alle mie domande
cammino da solo
senza sapere dove andare.
Non c’è luce
che rischiara il mio avanzare
è un mondo offuscato dal mistero
un mondo nero
che copre la verità.
Poesia già pubblicata qui: https://opinioniweb.blog/2018/01/03/mistero/
No, non è mancanza di fede. Semplicemente il mondo non è la risposta ai nostri mali. Da soli non possiamo salvarci!
Il 21 giugno 2022 alle 11 e 13 minuti il sole raggiungerà il suo culmine e sarà il solstizio d’estate, la luce del crepuscolo, dopo il tramonto, sembrerà non finire mai e l’estate scandirà le nostre giornate con la sua forza e il suo calore. Ma la luce, in realtà, inizierà sin da subito a declinare e tramonti sempre più precoci ci metteranno di fronte al cambiamento preparandoci alla nuova stagione. Perché se è vero che non sono più il caldo o il freddo a definire le stagioni, è altrettanto vero che la luce le segna inesorabilmente.
Questo ciclo è la nostra stessa vita, nel singolo la pienezza dell’estate è la forza e la saggezza della raggiunta maturità; ma l’umanità ugualmente è in cammino, verso che cosa? Quali stagioni segnano la contemporaneità? Siamo nati ieri geologicamente parlando, ma come coscienze racchiudiamo l’universo intero e non basta…
Come singolo, goccia in caduta libera verso la Terra, sono anch’io nel pieno dell’estate, vivo in me il declino della luce, anche se i segni sono ancora frutti maturi da gustare che tengono lontani i rigori dell’inverno e l’ombra, che i precoci tramonti allungheranno presto sulla mia vita.
Ma nel contesto più ampio dell’umanità e della sua storia plurimillenaria, che senso ha parlare di luci e di ombre, di stagioni presenti e passate, di ingiustizie o gioie o paure? La vita si ricompone sempre e chiude il cerchio. L’umanità non dice IO, avanza nella storia macinando vite come fuscelli strappati dal vento e avanza prendendo coscienza di sé stessa.
Quindi io, aspetto il mio destino invocando il diritto di esistere e continuare ad esserci, attraversando ogni stagione della vita; e di questo ciclo continuerò a far parte insieme al flusso dell’umanità intera… niente andrà perduto se la Luce segnerà i nostri nomi, come tracce indelebili in un cammino che si realizza solo nell’Amore verso tutto e tutti, chiamandoci per nome e tenendoci per mano.
E quando l’ombra coprirà il mio cammino, ti prego, non lasciarmi solo!
Capita di capire cos’è la vita
quel dolore
è immenso, io lo so
cos’hai provato
lo faccio mio e taccio
Fra le onde siamo naufraghi
senza meta
Se c’è un senso
se c’è
la giustizia é la sua trama inestricabile
Lassù volano gli angeli
torneranno mai a parlarci d’amore?
Quel buio sconfinato é solo ombra
dolore che vive insieme a noi
non abbiamo occhi per vedere
mistero, trascendenza… è inutile cercare
Chi già ha attraversato l’abisso
non può cambiare il nostro destino
sfiorare, con un soffio, solitarie esistenze
No, siamo soli!
Quel dolore è la forma del vuoto
segno della nostra natura contingente
nel silenzio arriverà forse un suono
esigenza di una pienezza inesauribile
nota mai suonata
L’umanità, senza Dio, non ha voce
In Grecia, un pio apicoltore ha l’abitudine di mettere icone nei suoi alveari. Le icone benedicono le api… e le api proteggono le icone. Per un decennio, un apicoltore di nome Sidoros Ţiminis, che vive nella regione di Kapandriti, vicino ad Atene, ha mantenuto una tradizione: ogni primavera, infila icone di Cristo, la Santa Vergine e diversi santi nei suoi alveari, al fine di benedire le sue api e la sua produzione annuale di miele. E ogni anno, si verifica lo stesso fenomeno misterioso: le api fanno le loro cellule a nido d’ape attorno alle immagini pie, evitando meticolosamente di coprirle. Potrebbe essere semplicemente un fenomeno legato a qualche effetto nel dipinto stesso, che potrebbe impedire alle api di costruire i loro favi su di loro? In ogni caso, il lavoro di queste peculiari api greche rimane degno di interesse. Leggi qui l’articolo originale: https://aleteia.org/2017/07/05/the-mysterious-icon-preserving-bees/
Vanno avanti come un treno, la gente inizia a sperimentare nel proprio portafoglio la follia green made in UE, ma a ESSI poco importa, si deve fare costi quello che costi!
A me viene da fare questa breve considerazione: gli idrocarburi sono proletari! Perché gli idrocarburi sono illimitatamente disponibili e hanno costi molto bassi di estrazione ed utilizzo, essi hanno permesso all’umanità di evolvere tecnologicamente e socialmente. Hanno permesso al semplice lavoratore di trasformarsi da schiavo a fruitore di beni; hanno permesso al mondo di unirsi favorendo la mobilità e lo scambio di culture; tutto ciò che abbiamo, compreso il cibo abbondante e sempre disponibile, è frutto dell’energia emessa dagli idrocarburi. Rinunciare ad essi significa puntare sull’involuzione, soprattutto quella sociale. Il lavoratore deve tornare totalmente sottomesso e controllato in ogni suo aspetto. La pseudo-ecologia di facciata imposta dalle élite altro non è che ripristino della schiavitù e controllo totale.
Poi potete fare tutte le considerazioni che volete sull’emergenza climatica, le risorse della terra limitate, il fatto che gli esseri umani sarebbero “troppi”, ecc. ecc. ecc. Certo, certo tutte cose che ci dicono da anni e come un mantra penetrano nella mente e attecchiscono. Ma la soluzione a questi “mali” la state sperimentando sulla vostra pelle, non è poi così difficile da capire che fine faremo se non ci ribelliamo a questa ideologia anti-umana. Perché i mali da estirpare e controllare siamo noi, siamo proprio sicuri che valga la pena sacrificarsi?
Le risposte di Italo Calvino furono: Imparare poesie a memoria. – Fare calcoli complessi a mano. – Combattere l’astrattezza del linguaggio.
Ora pensiamo alla “memoria” nell’epoca dei media massivi e di internet! La valanga di notizie ci travolge e ogni giorno è così! Più che memoria è la sua cancellazione o insignificanza ad essere centrale nella nostra epoca.
La capacità di fare i “calcoli complessi”! Ogni evento complesso viene oggi estremamente semplificato dalla tecnologia, siamo utilizzatori passivi e la mente si adagia su sé stessa.
Finiamo con gli “slogan”, tutto il mondo è ormai modellato sugli slogan che sono l’esaltazione dell’astrattezza perché essi servono a dire tutto senza dire niente!
Ma su tutte spicca la considerazione finale: dobbiamo sapere che tutto ciò che abbiamo potrebbe esserci tolto in qualsiasi momento!
Ed è esattamente ciò che sta accadendo ora! Forse neanche ce ne accorgeremo di quanto abbiamo perso, sciolti in questo mondo dell’immediatezza-insensatezza, la nostra coscienza si farà trasportare dalla corrente.
Has sentido que...
"Non è tanto chi sono, quanto quello che faccio, che mi qualifica" ________________________________________________ "It's not who I am underneath, but what I do that defines me." ("Batman Begins")
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