Disabilità e scuola: tagli all’orizzonte?

Parliamo del Decreto interministeriale MI-MEF previsto dall’articolo 7, comma 2ter del DLgs 66/2017, che potrebbe introdurre una riduzione degli insegnanti di sostegno fino a 5000 docenti in meno ogni anno! Per assegnare le ore di sostegno si introdurrebbero nuovi indicatori che smonterebbero l’automatismo attualmente stabilito dalla legge 104/92 a tutto svantaggio degli alunni disabili. E magari cosa c’è di meglio della cortina fumogena creata dalla crisi sanitaria attuale per provare ad inserirla nella legge finanziaria?

https://www.ilmessaggero.it/donna/mind_the_gap/disabilita_tagli_finanziaria_donne_mamme_lavoro_figli_disabili_ciis_sostegno_bambini_news-5657133.html

Sinceramente quando leggo certi articoli non mi indigno (quasi) più. È dal 2017 che vogliono riformare la legge 104/92 , che è da sempre un vero baluardo dell’integrazione e della vera inclusione a scuola degli alunni con disabilità. Tutto ciò è la logica conseguenza di aver adottato da oltre 20 anni modelli politici e sociali che hanno compresso i diritti e imposto modelli privatistici in tutti i settori pubblici, in primis nella scuola. Il grande linguista e filosofo americano Noam Chomsky aveva avvertito i governi occidentali sui rischi della globalizzazione, che è sempre incompatibile con la democrazia. Sperava forse che almeno noi europei non avremmo mai rinunciato alle nostre Costituzioni in cambio di sovrastrutture neoliberiste chiamate “unioni”. Essenzialmente diceva che “quando tutto sarà privato, saremo privati di tutto” e questo sta accadendo in ogni settore pubblico. I vari governi non fanno che passarsi di mano il pilota automatico delle famose “riforme”, esse servono a sostituire la democrazia sostanziale, quella dei diritti sociali come lavoro, istruzione, salute… con la democrazia cosmetica fatta di slogan tanto belli quanto inutili. Nella scuola va tanto di moda parlare di inclusione, competenza, integrazione, ma la realtà è che mancano le risorse e i primi a rimetterci sono i ragazzi e gli stessi insegnanti. E fa scandalo la sfrontatezza con cui si vorrebbe introdurre una riforma finalizzata al risparmio sulla pelle dei ragazzi disabili, per i quali andrebbe invece potenziato e qualificato l’intervento della scuola. Qui non basta dire che ci vuole più stato, ormai dobbiamo tutti chiedere che venga al più presto ripristinato LO STATO! Noi insegnanti, lo so per certo, continueremo a lavorare per educare i tutti nostri alunni in vista del “cittadino del domani”, soprattutto dargli l’istruzione necessaria per poter avere quella capacità critica che gli permetta di pretendere il rispetto dei propri diritti al di sopra di ogni altra cosa, in primis l’istruzione e il lavoro dignitoso senza i quali non c’è società e futuro. Così come non può avere un futuro una società che escluda ipocritamente i più deboli e bisognosi, perché questo è il vero rischio da scongiurare. La scuola è fra i settori pubblici che più è stato devastato e squalificato dai tagli e dalle riforme degli ultimi anni. Stiamo assistendo ora “in diretta” al danno causato dai “tagli alla sanità” fatti dalle regioni in nome dei risparmi e dell’efficienza del sistema, un modello che ha portato a chiudere i piccoli ospedali e i presidi sanitari locali che oggi sarebbero stati più preziosi che mai per affrontare l’emergenza sanitaria. Ma pare proprio che niente abbiamo imparato dagli errori del passato e che la demonizzazione della spesa pubblica e la compressione dei diritti che essa dovrebbe invece garantire al di sopra di qualsiasi considerazione utilitaristica, continui ad essere l’unico ideale che i nostri governanti amano perseguire con la massima determinazione. Io sto con le mamme e le famiglie che nell’articolo inserito sopra chiedono che «siano garantiti i diritti costituzionali di tutti gli alunni con disabilità» e, per questo, chiedono che «siano garantite le ore effettivamente necessarie a ciascun alunno, e non una indicazione standard»! La disabilità non è un parametro, non ci sono unità di misura per valutare i bisogni reali dei bambini e dei ragazzi disabili che devono frequentare la scuola. Speriamo davvero che almeno una volta le scelte politiche prese a priori in base ad ideali distorti di società non prevalgano.

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