Sul totalitarismo morbido

<< In verità […] se si mentirà sempre – e se non si potrà fare a meno di mentire – allora non possiamo forse affermare che il mondo della menzogna è il mondo reale?>> G. Anders, La catacomba Molussica, Milano, Lupetti – Edizioni di Comunicazione, 2008, p. 186

<<Per soffocare in anticipo ogni rivolta, non bisogna essere violenti.I metodi del genere di Hitler sono superati. Basta creare un condizionamento collettivo così potente che l’idea stessa di rivolta non verrà nemmeno più alla mente degli uomini. L’ ideale sarebbe quello di formattare gli individui fin dalla nascita limitando le loro abilità biologiche innate.In secondo luogo, si continuerebbe il condizionamento riducendo drasticamente l’istruzione, per riportarla ad una forma di inserimento professionale. Un individuo ignorante ha solo un orizzonte di pensiero limitato e più il suo pensiero è limitato a preoccupazioni mediocri, meno può rivoltarsi. Bisogna fare in modo che l’accesso al sapere diventi sempre più difficile e elitario.Il divario tra il popolo e la scienza, che l’informazione destinata al grande pubblico sia anestetizzata da qualsiasi contenuto sovversivo. Niente filosofia. Anche in questo caso bisogna usare la persuasione e non la violenza diretta: si diffonderanno massicciamente, attraverso la televisione,divertimenti che adulano sempre l’emotività o l’istintivo. Affronteremo gli spiriti con ciò che è futile e giocoso. E’ buono, in chiacchiere e musica incessante, impedire allo spirito di pensare. Metteremo la sessualità al primo posto degli interessi umani. Come tranquillante sociale, non c’è niente di meglio. In generale si farà in modo di bandire la serietà dell’esistenza, di ridicolizzare tutto ciò che ha un valore elevato, di mantenere una costante apologia della leggerezza; in modo che l’euforia della pubblicità diventi lo standard della felicità umana.E il modello della libertà. Il condizionamento produrrà così da sé tale integrazione,che l’unica paura,che dovrà essere mantenuta,sarà quella di essere esclusi dal sistema e quindi di non poter più accedere alle condizioni necessarie alla felicità. L’ uomo di massa, così prodotto, deve essere trattato come quello che è: un vitello, e deve essere monitorato come deve essere un gregge. Tutto cioò che permette di far addormentare la sua lucidità è un bene sociale, il che metterebbe a repentaglio il suo risveglio deve essere ridicolizzato, soffocato,… Ogni dottrina che mette in discussione il sistema deve prima essere designata come sovversiva e terrorista e coloro che la sostengono dovranno poi essere trattati come tali.>> Günther Anders, “L’uomo è antiquato”, 1956″

<Quanto più totale è un potere, tanto più muto è il suo comando. Quanto più muto un comando, tanto più naturale la sua obbedienza. Quanto più naturale la sua obbedienza, tanto più assicurata la nostra illusione di libertà. Quanto più assicurata la nostra illusione di libertà, tanto più totale il potere. Questo è il processo circolare, o a spirale, che la società conformistica mantiene e che, appena essa si è messa in moto, continua automaticamente a perfezionarla>> Günther Anders, “L’uomo è antiquato II”

Così – dice Anders – il nostro asservimento è completo, incapaci anche solo di percepire la nostra mancanza di libertà. La società conformista è riuscita a renderci totalmente passivi! Pubblico o privato non esistono più, idem la sfera dell’intimità, la stessa anima dell’individuo si identifica con le “merci” che gli vengono offerte. Ma la capacità del singolo di omologarsi e limitarsi a ripetere la voce della collettività, non è forse una perdita della propria umanità? E chi mantiene dei residui della propria individualità non è per caso un malato?

<< Quando le sirene delle fabbriche annunciano la fine del lavoro, contemporaneamente annunciano sempre che ora inizia l’inevitabile monopolio del mondo sirenico dei mass media e della pubblicità; che ora dipendiamo da esso, che cominciamo le ore del nostro essere impiegati senza limiti e senza contratto, le ore melmose che dobbiamo attraversare, con il sudore dell’ozio sul volto>>

L’individuo della società conformista non possiede neanche più la “libertà di lamentarsi” delle proprie condizioni di servitù. Egli è corteggiato dai raggiri della propaganda mediatica, non si rende più conto che essi in realtà, sono incarichi imposti, ordini impartiti.

<<Bei tempi erano quelli in cui i soldati si minacciavano e si massacravano a vicenda e in cui le guerre erano combattute da uomini capaci di odiare! Si trattava comunque di esseri umani. E coloro che si odiavano reciprocamente potevano un giorno, in determinate circostanze, anche smettere di odiare; e così smettere di combattere; e così smettere di sterminare; o forse persino iniziare ad amarsi. I computer invece non possono smettere di combattere giacché in loro non c’è odio da spegnere. Per non parlare di amore>> Günther Anders, “L’uomo è antiquato II”

Analisi terribile questa di Anders, dalla quale è difficile intravedere un barlume di speranza. Uscire dalla società dell’omologazione e dell’asservimento totale dell’individuo è impresa apparentemente impossibile. Eppure l’antidoto al pensiero unico è e rimane da sempre il pensiero libero. Ogni uomo ne è dotato e “liberamente” può scegliere l’asservimento o la liberazione.

La grandezza di un uomo sta nel saper leggere i segni dei tempi prima e meglio di altri. Le parole di Anders dimostrano che non c’è stato solo Orwell, del resto anche la battaglia che ci fu fra i padri costituenti nel redigere una Costituzione veramente “sociale” mettendo al primo posto l’essere umano e le sue esigenze di libertà e liberazione (attraverso l’istruzione e il lavoro soprattutto) fu feroce e le forze reazionarie fecero di tutto per impedirlo. La momentanea retromarcia fu solo una breve tregua dovuta al bagno di sangue delle guerre, bastarono pochi anni per tornare a distruggere e reprimere e oggi vediamo i frutti avvelenati delle nuove dittature morbide.

Le citazioni degli scritti del filosofo Gunther Anders sono state tratte dall’articolo Totalitarismo morbido in Günther Anders    



Autore: opinioniweb - Roberto Nicolini

Sono un insegnante di religione di scuola primaria dal 1996. Nonostante tutto il dato di "fede" non ha mai prevalso sulla ricerca della verità. Del resto è l'unica cosa che al di là dei limiti oggettivi della nostra vita ci rende effettivamente liberi e quindi ci avvicina a Dio, in qualunque modo Esso si manifesti!

4 pensieri riguardo “Sul totalitarismo morbido”

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