Miele dolce miele

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Vi avevo già parlato della mia nuova avventura nel mondo delle api (clicca QUI per leggere ) e nella foto sopra potete vedere il frutto dell’estenuante lavoro di questi laboriosi insetti. Io mi sono limitato a qualche controllo e poi finalmente, alla fine di luglio, insieme all’amico Gabriele che ho coinvolto convincendo anche lui ad acquistare qualche arnia, abbiamo proceduto alla raccolta dei melari e alla successiva smielatura dei telaini dove il miele era stato deposto dalle nostre api.

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Come potete vedere, nonostante una temperatura superiore ai 30 gradi, abbiamo indossato delle vere e proprie tute da astronauta! Questo perché per portare via il miele dalle nostre amiche api abbiamo scelto un metodo che a loro farà certamente poco piacere: sollevare uno ad uno i telaini contenente il miele, affumicare e spazzolare via delicatamente ma con rapidità le molte api ad esso attaccate. Ogni melario ha 9 telaini e in tutto abbiamo lavorato su 6 arnie e 9 melari, è stato un lavoro abbastanza impegnativo, ne siamo usciti letteralmente spremuti come limoni visto la terribile sudata che ci siamo fatti dentro quelle tute!

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Ed ecco qui sopra i melari accatastati contenenti i telaini di miele. Ora questi telaini contenente miele “maturo”, cioè con un contenuto di umidità inferiore al 17%, vengono opercolati dalle api. In parole semplici quando ogni singola celletta è piena di miele le api la chiudono con un cupolino di cera (opercolo).

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Come potete vedere prima di essere inseriti nello smielatore, tramite un’apposita forchetta ( o idoneo coltello) si procede alla disopercolatura, necessaria per far uscire tutto il miele dai favi.

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Gli opercoli sono preziosi perché oltre a contenere del miele essi sono di cera purissima. Per questo motivo vengono raccolti in un banco di disopercolatura dove il miele continuerà a gocciolare e ad essere filtrato, dopodiché tutta la cera rimasta verrà raccolta e fusa in blocchi da portare in cereria. Pensate che se un barattolo di un kg di miele ha un costo medio di 10 euro, un kg di cera può arrivare a 18-20 euro. E all’apicoltore ogni anno servono nuovi fogli cerei da inserire negli alveari.

Ed ecco finalmente lo smielatore al lavoro, quello che vedete (non è nostro ma di un apicoltore che ci ha gentilmente permesso di utilizzare la sua attrezzatura) centrifuga 20 telaini alla volta. Con pazienza, dopo vari giri, il miele si raccoglie sul fondo e con un rubinetto e un secchio-contenitore per alimenti si versa di volta in volta il miele in un maturatore in acciaio dotato di un filtro meccanico (lo potete vedere dietro il banco di disopercolazione). Qui il miele deve maturare alcuni giorni. Questo termine è in realtà inappropriato, perché il miele è già maturo e pronto all’uso. Ma è necessario lasciarlo riposare affinché le impurità che il filtro non è riuscito a fermare (bollicine d’aria, particelle di cera o magari una zampetta d’ape), vengano in superficie e possano essere tolte prima dell’invasettatura.

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Su complessive sei arnie abbiamo raccolto 120 kg di ottimo miele, formato da una miscela di fioriture plurime e da melata, un risultato eccellente per vari motivi. In primis perché è stata un’annata anomala, praticamente il mese di maggio ha piovuto sempre e la raccolta è iniziata a giugno quando già le fioriture diminuiscono drasticamente. Inoltre noi abbiamo comperato dei “nuclei”, cioè delle famiglie d’api che erano state già divise e quindi con un numero ridotto rispetto ad una famiglia forte (con oltre 50000 api). Una mia arnia è addirittura sciamata e una di Gabriele per vari motivi non è riuscita a salire a melario limitando la produzione di miele a quelle restanti.

Siamo quindi soddisfattissimi di questa piccola produzione per autoconsumo (ma non mancheremo di regalare e far assaggiare ad amici e parenti), i miei figli hanno addirittura iniziato a scrivere alcune etichette  battezzandolo “Miele millefiori dell’Acquasanta”, perché il nostro piccolo orto è situato vicino ad un fosso dove scorre sempre acqua pulita e così è stata chiamata questa località (Acquasanta appunto).

Ma il difficile viene in realtà proprio ora, preparare le api per l’inverno, eseguire i gusti trattamenti contro la Varroa, un terribile acaro che è in grado di decimarle e controllare il loro stato di salute. Vedermo poi a marzo come è andata.

Autore: opinioniweb - Roberto Nicolini

Sono un insegnante di religione di scuola primaria dal 1996. Nonostante tutto il dato di "fede" non ha mai prevalso sulla ricerca della verità. Del resto è l'unica cosa che al di là dei limiti oggettivi della nostra vita ci rende effettivamente liberi e quindi ci avvicina a Dio, in qualunque modo Esso si manifesti!

32 pensieri riguardo “Miele dolce miele”

      1. La mia aspirazione, come dicevo nell’altro post, è usare delle arnie senza fogli cerei, le warre o le top bar africane dove le api costruiscono da sole i favi e il miele viene poi estratto per spremiura dei favi. Un prodotto diverso, più grezzo e dal sapore particolare, vedremo se riuscirò a farne un po’

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